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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Il pagellone dello sport: promossi e bocciati del 2019

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Per dare un giudizio su quanto accaduto allo sport nel Levante nel corso del 2019 e non scadere delle consuete geremiadi c’è necessità di inforcare degli occhiali con lenti dalla forte colorazione rosa.

Spiccano i buoni in un panorama dove più che la cattiveria prevale l’anonimato, la mancanza di creatività e c’è una evidente mancanza di volontà. Non si raggiungono risultati importanti se ci si accontenta di barcamenarsi. Non è stato un anno disastroso quello che va in archivio, però per segnare l’alba del nostro rilancio ci sarà ancora da attendere.

Il riscatto quale si era auspicato dodici mesi fa è in corso. Per lavorarci occorre che federazioni, società, atleti e sostenitori si rendano conto che un periodo, d’oro con qualche pepita di pirite in mezzo, è chiuso, che le vacche sono tornate magre, che sponsorizzazioni milionarie, fondi a pioggia, condizioni di super favore concesse da amministrazioni locali e non, si sono trasformate in chimere, rimane solo qualche gorgone, improvvisati mecenati che possono ridurre in pietra o in cenere i club che li fissano troppo a lungo.

Nella nuova autarchia sportiva emerge chi sa fare i conti, non solo quelli finanziari, e trova risorse umane, morali, economiche dentro di sé o in unioni che fanno veramente la forza dei soggetti contraenti.

Se guardiamo ai risultati agonistici i trionfi sono stati pochi, qualche buon successo, qualche risultato importante che rischia di restare invisibile perché la disciplina in questione non gode della necessaria visibilità mediatica.

La consegna delle pagelle, di solito, è preceduta da un elenco più tranciante e ansiogeno. Prima di chi ce l’ha fatta, si nomina chi non è stato ammesso alla classe superiore.

RESPINTI. Chiamatela una concessione all’attuale clima che mette alla berlina politici e amministratori di ogni colore, provenienza e inclinazione, ma è realmente difficile trovare un comune, un ente regionale o una associazione che controlla gli impianti dove si fa sport che superi indenne l’esame. Da Moneglia a Recco, dalla Val d’Aveto alla Val Graveglia, è un fiorire di stadi, piscine, palestre, palazzetti, piste, circuiti che avrebbero un gran bisogno di – almeno – una rinfrescata. Per una Sestri Levante che si dota di una pista di atletica di ultima generazione così bene integrata nel progetto del parco Mandela da essere presa ad esempio dalla Fidal ci sono piste ciclabili a Lavagna, Chiavari e su su a risalire il corso dell’Entellaabbandonate a se stesse. Come dimenticare i guai strutturali delle piscine di Chiavari e Rapallo o quelli amministrativi di quella di Sestri? I palazzetti di Santa e di Sampierdicanne non se la passano bene, quello di Sestri non c’è ancora, mancano piste di pattinaggio a rotelle e sul ghiaccio, forse il prossimo anno vedremo uno spazio riservato ai ciclisti minorenni a San Colombano, oggi come oggi non esiste sulla costa o tra le montagne una corsia sicura e riservata per chi vuole impegnarsi con le due ruote, non solo pedalare. Per non parlare di palestre strapiene di società costrette a stracciarsi le vesti o sbranarsi tra loro per spazi lillipuziani. Senza contare che sport diversi hanno esigenze diverse, chi pratica la artistica ha pedane che non sono certe compatibili con quelle della boxe o peggio della pesistica…

PROMOSSI MA… Tra costoro vanno messi sport e società che portano a casa il risultato senza brillare. Dispiace ma in questo gruppo troviamo gran parte delle società di volley e basket, sport di squadra e ‘di base’. Le migliori, Basket Sestri, Admo Lavagna, Casarza, Recco e Rapallo Volley, Tigullio Santa Basket si sono dovute accontentare di vincere nei tornei provinciali e di affacciarsi in quelli regionali. Manca il colpo d’ali, il volo verso un torneo nazionale che pure in altre realtà, di pari estensione geografica e demografica, è stato possibile. Se la cavano per il rotto della cuffia molte società di calcio di gran nome come Sestri e Lavagneseche nell’anno del loro centenario danno vita a grandi iniziative celebrative ma si ‘dimenticano’ di onorarle anche con i risultati agonistici. I corsari addirittura retrocedono e per fortuna che i propositi di riscatto sono immediati, in Eccellenza stanno ingaggiando una lotta senza quartiere per tornare in serie D, quella categoria dove la Lavagnese si sforza di restare, con la linea di galleggiamento al momento vicina ma non ancora raggiunta.

DISCRETO. È Il giudizio di chi ha fatto bene ma che non è riuscito, per tanti motivi, a fare meglio. Le 5 regine della pallanuoto, Recco, Camogli, Lavagna, Rapallo e Chiavari, vengono fotografate mentre stanno crescendo, sia dal punto di vista organizzativo che agonistico. Qualche difetto della crescita ha però impedito ai verdeblu chiavaresi di salvarsi con tranquillità in una serie B dove erano caduti appena un anno prima, ai bianconeri lavagnesi di percorrere l’ultimo miglio che li separava dalle finali promozione in A1, ai bianconeri camoglini addirittura di coprire i pochi centimetri che li separava dal ritorno dopo un esilio decennale nella massima serie. Il Rapallo femminile ha vinto ma non convinto sino in fondo, i titoli che contano continuano a sfiorare il Poggiolino, il fatto che il vivaio abbia sfornato la solita quota di grandi promesse compensa la delusione per non avere insidiato le grandi protagoniste della stagione. La Pro Recco ha vinto molto ma non ha vinto tutto. E quando hai una squadra allenata dal miglior tecnico degli ultimi trent’anni e composta da quasi tutti i giocatori più forti di Serbia, Croazia e Italia ma non vinci la Champions League, qualche domanda devi fartela. Discorso a parte sul piano promozionale. Qui la società del presidente Felugo merita la laurea con lode e pure bacio in fronte della commissione perché si deve ad essa se le calottine in tv non appaiono solo sulla fronte ‘augusta’ di nuotatrici e nuotatori.

OTTIMO E ABBONDANTE. Nei promossi a pieni voti vanno messe tutte le società di arti marziali: le uniche che vedono un costante aumento dei tesserati abbinato a un prodigioso proliferare di trofei e medaglie. Impossibile nominarle tutte, giusto ricordare come Judo, Karate, Taekwondo, Thai Boxe e persino il Savateabbiano abbandonato gli schermi e le fiction per approdare in una realtà dove medici, pedagoghi e insegnanti addirittura consigliano queste attività a giovani e meno giovani. Assieme alla danza sportiva e alla ginnastica artistica e ritmica, all’aerobica e al pilates sono queste le discipline del domani: singoli e squadre, sono di difficile apprendimento eppure di facile soddisfazione. Poche controindicazioni sul piano fisico, molte agevolazioni su quello mentale, perché impartiscono lezioni di disciplina e di confidenza in se stessi e nelle proprie capacità.

Il secondo gruppo di club che meritano un ‘bravo’ autentico sono quelli che duramente colpiti da eventi meteo a partire dalla fine del 2018 sino ai mesi scorsi, hanno preferito rimboccarsi le maniche che tirare fuori i fazzoletti e piangersi addosso. L’Argus, la Gianni Figari e il Circolo Nautico di Santa Margherita, il Circolo Velico Rapallo, le sezioni di Santa e Rapallo della Lega Navale Italiana hanno fatto argine con il loro coraggio ai marosi della tremenda mareggiata del 30 ottobre 2018. A Pasqua 2019 erano di nuovo tutte operative e ardimentose, dimostrazione che se c’è da lottare velisti e canottieri non sono secondi a nessuno. Stesso percorso è stato iniziato dal Tennis Chiavari che tre mesi fa è stato centrato da una tromba marina.

MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA. Il premio d’autore non può non andare alla Virtus Entella. Ha vinto un campionato di Lega Pro in un modo e a condizioni che hanno sfiorato l’epica. In più ha vinto due titoli giovanili, lo scudetto Beretti 2018-19 e quello della Quarta Categoria. Per farla corta e capire che cosa significhi avere per il quinto campionato in sei stagioni una squadra in serie B di calcio, basti dire che oramai in Italia e all’estero non si dice più che “l’Entella è la squadra di Chiavari” ma che “Chiavari è la città ‘attorno’ all’Entella”.

(d.s.)

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