(r.p.l.) Il suo locale, completamente distrutto, fu la cartolina simbolo – nella sua drammaticità – della tremenda mareggiata che, a fine ottobre del 2018, devastò completamente il litorale di Rapallo. Del ‘Sapore di Mare’ non era rimasto praticamente più nulla. Solo macerie e devastazione, ovunque.
Poi, a poco a poco e con encomiabile impegno da parte di tutti, lo stesso ‘Sapore di Mare’ è diventato cartolina della rinascita, della resilienza, dell’orgoglio. E, una volta rimessosi in piedi, il gestore del ristorante, il simpatico e instancabile Ahmed Yasser, ha voluto restituire, a modo suo, un po’ di quegli aiuti che aveva ricevuto, attraverso l’iniziativa della ‘pizza sospesa’.
Tutto è iniziato lo scorso 29 ottobre, a un anno esatto dalla devastante mareggiata: “In quella occasione – spiega Yasser – abbiamo raccolto, attraverso una cena di beneficenza, 1396 euro, pari a metà dell’incasso della serata, che ho voluto donare a don Stefano, come ringraziamento alla città che ci è stata accanto dopo la mareggiata. E, sempre in quel contesto, è nata l’iniziativa della ‘pizza sospesa’. Pensando che le persone in difficoltà ci sono ogni giorno dell’anno, abbiamo voluto riservare loro un posto a tavola gratuito. Qualunque cliente o amico che volesse contribuire, può lasciare la somma di cinque euro per una pizza e una bevanda, che sarà servita o confezionata da asporto a chi, momentaneamente in difficoltà, ne farà richiesta”.
Le ‘pizze sospese’ – che ricalcano il modello del ‘caffè sospeso’, diffuso in parecchie città italiane – sono arrivate oggi a centoventisette. Un numero importante, in poco più di un mese. Il cuore di Rapallo che non si ferma mai. Una bellissima storia di chi ha saputo ricevere e ora si adopera per dare.
“Voglio ringraziare tutti coloro che lasciano cinque euro per una pizza e bevanda ‘sospesa’ al ‘Sapore di Mare’. Spero ci siano sempre ‘pizze sospese’, perché quando le consegno a chi la vuole da asporto e vedo che aprono subito il cartone mordendola ancora bollente, mi si stringe il cuore, perché è proprio fame quella che vedo. Chiedo di far conoscere sempre di più alle parrocchie e alle associazioni che al ‘Sapore di Mare’ a Rapallo c’è un posto a tavola sempre apparecchiato, si può passare e chiedere se c’è una ‘pizza sospesa’. Ma, anche se non ce ne fossero, una pizza ogni giorno ci sarà sempre. Grazie a chi non farà mai interrompere questo gesto”.
‘Pizza sospesa’ è un’iniziativa meritoria, ma anche purtroppo attuale, visti gli aspetti contingenti: secondo gli ultimi dati forniti dalla Cgil su base Istat, infatti, nella nostra regione, nel 2017, il 23% della popolazione, circa 358mila persone, rientrava nella fascia a rischio povertà o esclusione sociale: un dato in calo da quattro anni e al di sotto della media nazionale (28,9%), ma che indica Genova come la ‘Cenerentola’ del Nord Ovest, in cui la media è al 20,7%. Una famiglia su 10 (il 9,7%) è in condizione di bassa intensità lavorativa, cioè pochi componenti sono occupati oppure hanno un orario di lavoro talmente basso da non consentire un reddito sufficiente. Significativo il dato relativo alla ‘severa deprivazione materiale’, ossia famiglie in cui si verificano almeno quattro di nove condizioni: non avere telefono, tv a colori, lavatrice, auto, difficoltà a consumare un pasto a base di carne o pesce ogni due giorni, fare una vacanza all’anno di almeno sette giorni, pagare regolarmente mutui o affitto, scaldare casa, fronteggiare spese inaspettate. La percentuale dei liguri in questa condizione è dell’8,6%, contro una media italiana del 10,1% e del 7,3% nel Nord Ovest.
Ci vorrebbero, oltre alle pizze e ai caffè, anche i pasti sospesi, anche molto altro di sospeso. Yasser, proprio sotto al Natale, insegna che solo chi ha perso tutto è capace di restituire il giusto valore, anche ai piccoli gesti quotidiani. Il mare si è portato via, una anno fa, la sua veranda, ma non si potrà mai portare via la sua generosità.