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Giovedì 6 novembre 2025 - Numero 399

Lavagna: riapre la storica Cappella di Palazzo Franzoni, con una sorpresa

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di ALBERTO BRUZZONE

Forse il Natale lavagnese sarà un po’ meno luccicante, rispetto a quello dei comuni vicini, a seguito delle ormai note difficoltà finanziarie della pubblica amministrazione, che impediscono di investire in luminarie e in decorazioni e addobbi. Però, le festività in questa cittadina, che punta con tutte le sue forze e tutto il suo orgoglio a uscire dal periodo buio del commissariamento e delle inchieste giudiziarie, saranno arricchite da un momento culturale di grande livello e di indubbio prestigio.

Per la prima volta dopo moltissimi anni, infatti, verrà riaperta al pubblico, almeno sino al giorno dell’Epifania ma probabilmente anche in seguito, la bellissima Cappella Franzoni, ovvero la chiesetta gentilizia che fa parte del complesso di Palazzo Franzoni, oggi sede del Comune di Lavagna e in passato dimora nobiliare di una delle più importanti famiglie genovesi.

Venerdì mattina (13 dicembre), alle ore 11, è prevista la cerimonia inaugurale, alla presenza del sindaco, Gian Alberto Mangiante, che ha voluto fortemente questo evento, anche per dare un senso di maggiore continuità – e certamente assai meno effimero – al Natale della città di Lavagna.

C’è tanto di culturale, visto che si sta parlando di un piccolo gioiello dell’arte e dell’architettura di fine Seicento, ma anche altrettanto di sacro. E il perché lo spiega proprio Mangiante: “Eravamo alla ricerca di una soluzione alternativa, rispetto al fatto che non si può investire in luminarie e albero di Natale, per via delle scarsissime risorse che ha il Comune. L’idea è stata, quindi, quella di riaprire la Cappella di Palazzo Franzoni, che da molto tempo era chiusa ai visitatori e che era usata, in maniera piuttosto ingenerosa, come ripostiglio. Così, nelle scorse settimane, è stata data una bella ripulita, tutto il contesto è stato nuovamente tirato a lucido e, al momento delle pulizie, è emersa pure una sorpresa: sollevando una lastra di ardesia, nei pressi dell’altare, è stata scoperta una segreta, al cui interno era custodita quella che, senza alcuna ombra di dubbio, è una reliquia”.

Avvolta con cura intorno a un velo di carta, c’era della polvere bianca. Sulla carta, la scritta Sancti Leonis, ovvero ‘di San Leone’, nel senso di una parte del corpo, probabilmente un osso, proveniente dalle spoglie terrene di San Leone Magno, dottore della Chiesa e Papa tra il 440 e il 461, la cui tomba si trova a Roma, presso la Basilica di San Pietro.

“Appena effettuato il ritrovamento – prosegue il sindaco Mangiante – abbiamo subito informato la Soprintendenza. Oltre alla reliquia, infatti, la Cappella Franzoni si segnala per l’eleganza e il pregio di alcuni suoi stucchi, e per alcune opere realizzate dal pittore genovese Giovanni Battista Carlone. Una parte della struttura va necessariamente restaurata, ci piacerebbe che questo venisse fatto e abbiamo già iniziato le varie pratiche in questa direzione. Quanto alla reliquia, poi, ne abbiamo parlato anche con il nostro parroco, don Stefano Queirolo, che ci ha spiegato come fosse abitudine delle famiglie patrizie andare a Roma per ottenere le reliquie di qualche santo, da riportare a casa e deporre sotto i loro altari privati, anche in segno di prestigio”.

La cappella stessa, quasi sempre presente dentro le dimore nobiliari, era altrettanto segno di prestigio, potere e influenza: più era elegante, ricca, splendente e piena di opere importanti, più una determinata famiglia ‘contava’.

La Cappella Franzoni, come tutto il Palazzo, risale alla fine del Seicento. Per anni proprietà dei Marchesi Franzoni, questo edificio divenne un albergo ai primi del Novecento, quando fu acquistato da Lazzaro Repetto, che eseguì dei restauri migliorativi, soprattutto all’esterno. Poi, nel 1910, i suoi eredi lo offrirono in vendita al Comune di Lavagna, che prese tempo, perché interessato ad altri progetti che non si concretizzarono. Per anni l’edificio restò chiuso e con parti affittate a enti benefici e culturali. Solo nel 1931, il podestà Ernesto Liguori acquistò Palazzo Franzoni, per farne sede del Comune, cosa che è rimasta tutt’oggi.

Esaurita la saga della famiglia, e il suo conseguente prestigio, a farne le spese fu soprattutto la Cappella, che rimase chiusa per lungo tempo. Da venerdì invece, sarà riaperta al pubblico, per tutti i giorni, dal mattino alla sera e con ingresso libero. È un evento per gli appassionati di arte, ma un po’ per tutta la città, che ritrova uno dei suoi beni storici proprio nel momento in cui c’è più bisogno di riprendersi un’identità collettiva, di riappropriarsi di un senso di comunità che era andato perso.

A dispetto delle poche risorse, che purtroppo per Lavagna è molto più di un refrain ribadito solo per ragioni di facciata, ma è invece una drammatica realtà, l’amministrazione comunale prosegue la sua opera di risanamento urbano e di rivalorizzazione dei propri beni storici e architettonici, iniziata, qualche settimana fa, con la completa pulizia del Porticato Brignardello. La scalinata, infestata dalle erbacce e dai rampicanti, è stata completamente ripulita e nel sottoporticato è stato installato un impianto di videosorveglianza.

Sono operazioni ordinarie, ma anche queste fanno grande una città e dimostrano quanto ampiamente sostenuto: che ci volevano un sindaco e un’amministrazione comunale (in senso meramente democratico, e senza volerne fare alcuna considerazione politica, sia chiaro) per restituire decoro e dignità a Lavagna.

Con l’auspicio che il processo possa continuare, pure con un nuovo protettore: San Leone Magno, lavagnese… d’adozione.

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