di DANILO SANGUINETI
Adattarsi. La parola d’ordine dell’ultima stagione. Abituarsi alle nuove condizioni. Un compito non certo semplice anche per le società di pallanuoto – in special modo quelle femminili – che nei triboli sguazzano con perizia da anni e anni.
Questi 18 mesi di tormenti non sono passati senza lasciare traccia a Rapallo. La società dovette prendere un anno fa una decisione dolorosa ma inevitabile per poter ricominciare da una posizione di accettabile sicurezza. Con la pandemia che infuriava, le piscine in gestione che necessitavano di lavori e investimenti, la retrocessione volontaria era una scelta quasi obbligata.
Il salto all’indietro è stato assorbito in un modo dignitoso. Risultati non esaltanti, tuttavia una buona base sulla quale ricostruire. Nella appena conclusa serie A2 Femminile la squadra rimodernata si è fermata alle semifinali dei play off. Si poteva fare di più, forse. Una lezione anche questa per le stagioni che arriveranno. Va detto subito che la società una volta presa la decisione è andata sino in fondo. Coerente con la sua impostazione di fondo ha affidato al confermato coach Luca Antonucci una squadra più che sperimentale.
La rosa era composta da Sara Gasparini, 2006, portiere, Giulia Tovagliari, 2006, portiere; Francesca Cò, 2002, difensore, Dorotea Giavina, 2000, difensore; Martina Antonucci, 1997 centrovasca, Benedetta Cabona, 2003, centrovasca; Giulia Fiore, 1999, attaccante (capitano), Svetlana Kuzina, 1993, attaccante, Alessia Antonucci, 2005, attaccante, Ursula Gitto, 1993, attaccante, Cecilia Buralli, 2005, attaccante, Alessia Mascherpa, 2005, attaccante, Elena Mascherpa, 2007, attaccante, Marta Stiaccini, 2006, attaccante, Martina Solimano 2007, attaccante; Veronica Giavina, 2005, centroboa, Vittoria Costigliolo, 2004, centroboa.
In pratica un’Under 21 con l’inserimento di qualche fuoriquota. Lo stesso tecnico a inizio stagione ammoniva: “Ricominciamo da una serie e da una squadra nuove: io stesso non ho mai allenato in A2. Diciamo che è tutto un po’ strano, considerato anche il periodo che stiamo attraversando. Siamo passati dal lottare per lo scudetto alla serie cadetta. L’obiettivo principale sarà far crescere le giovani. Una sfida diversa, ma non certo meno stimolante”.
E oggi si può dire che sia stata una sfida vinta. In A1 avrebbero avuto pochissimo spazio, in A2 hanno avuto modo di crescere, fare esperienza, mettersi alla prova. Nel girone eliminatorio Nord Ovest si sono trovate ‘gettate in acqua’ senza prove, amichevoli e test match. In pratica il loro allenamento è stato fatto giocando. Non è per caso che le prime giornate siano state complicate, solo dal terzo turno in poi il team gialloblù ha preso coscienza dei suoi mezzi.
“Da inizio stagione a metà stagione i miglioramenti sono stati costanti, le ragazze hanno capito la categoria e dove non arrivavano con l’esperienza sopperivano con l’entusiasmo”. Il Rapallo chiudeva secondo, con 13 punti in 7 giornate, alle spalle del Como primo con 18. Quindi accedeva ai play off dove se l’è vista con il Milano primo classificato nel girone Nord Est a punteggio pieno.
Al meglio delle due partite su tre, con la possibilità per la squadra meglio classificata di giocare l’eventuale bella in casa. Il Rapallo Pallanuoto sapeva di avere poche chance contro il Milano, l’altra formazione che al termine della stagione 19-20 aveva scelto di rinunciare alla massima categoria.
Commenta Giulia Fiore, capitano del Rapallo: “Abbiamo perso gara 1 nettamente (7-13), in casa nostra al Poggiolino abbiamo messo le cose in parità (11-9). Nel match decisivo per tre tempi siamo rimaste in partita poi nel quarto ci siamo disunite e siamo andate sotto”. Un 9-15 troppo severo per Fiore e compagne. Peccato. “Durante la partita abbiamo commesso degli errori che dovevamo assolutamente evitare ma come tutto il percorso anche questi ci serviranno per migliorare in futuro!”. Il tempo è decisamente dalla loro parte.