di ALBERTO BRUZZONE
Trasformare situazioni fortemente negative in opportunità: per il mondo della scuola, negli ultimi tempi, è stata molto più che una frase fatta. È stata, semmai, una vera e propria questione di sopravvivenza. Fortemente condizionata dalla pandemia, la didattica si è dovuta reinventare in tutte le maniere ma, così facendo, ha solcato strade nuove, ha accelerato percorsi che erano appena abbozzati, ha sperimentato, ha provato e riprovato e, alla fine, ha tracciato un indirizzo che sarà molto utile anche in chiave futura.
L’esempio più fulgido, in questo senso, è quello che viene denominato ‘scuola outdoor’, ovvero tutte le iniziative in esterno, che hanno coinvolto le classi dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado: decine e decine di ore trascorse fuori dalle aule, dov’è stato più semplice applicare il distanziamento, dove discipline come l’educazione fisica, l’educazione civica e l’educazione ambientale, ma anche la matematica e la geometria, hanno trovato declinazioni pratiche, oltre che esclusivamente teoriche. È stata una bellissima esperienza, nata per necessità, ma il bello è che adesso la ‘scuola outdoor’ verrà invece portata avanti per scelta: perché è affascinante, perché fa presa sui ragazzi e perché è indubbiamente utile.
Ettore Acerra, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Liguria, lo conferma: “Andiamo avanti su due fronti: il primo è quello del piano estate, con i centri estivi che, in Liguria, vantano una fortissima tradizione; il secondo è quello dell’anno scolastico 2021/2022, dove la scuola in esterno sarà ancora più protagonista, anche su precisa raccomandazione da parte dei nostri uffici”.
Il professor Acerra, che ai tempi dell’impiego presso il Ministero della Pubblica Istruzione a Roma ha avuto modo di approfondire molto i temi legati alla didattica nei luoghi periferici e nelle cosiddette aree interne, non ha dubbi: “La scuola in esterno è fondamentale anche in quel processo di recupero della socialità che si è persa a causa del Covid-19”. E parla di “attività ludiche, motorie, di scoperta dei beni naturalistici e ambientali, ma anche di quelli culturali”.
Nel Levante genovese, quasi tutti i comuni e tutti gli Istituti Comprensivi dislocati sul territorio hanno adottato la modalità ‘outdoor’, che si è rivelata molto apprezzata e pure molto utile e in grado di far passare in maniera più semplice certi concetti: “Persino la storia, se fatta in aperto, è parsa più interessante. Per non parlare di tutte le altre attività legate allo sviluppo motorio”.
A parlare è Chiara Lodi, insegnante di matematica e prima collaboratrice della dirigente scolastica dell’IC Lavagna, Rita Moretti. “Abbiamo vinto, proprio in tema ‘outdoor’, un progetto finanziato dal Ministero della Pubblica Istruzione, che prevedeva le aule all’aperto. Noi abbiamo presentato il nostro percorso ‘Andar fuori con la testa’, che ha visto molto impegnato principalmente il professor Giancarlo Tarella. Questo ci ha permesso di riqualificare gli spazi esterni di tre plessi: la media ‘Don Gnocchi’, la primaria ‘Vera Vassalle’ e la primaria ‘Riboli’”.
Chiara Lodi ricorda che “già durante la fine dello scorso anno scolastico sono state portate avanti moltissime iniziative in esterno, ora si partirà alla stessa maniera, in occasione della ‘summer school’. Poi, per quanto riguarda da settembre in poi, dovremo aspettare di capire come sarà l’evoluzione del quadro sanitario”.
Inutile ragionare troppo a lungo termine, ma ‘scuola outdoor’ è comunque “un tema da apprezzare, perché significa poter svolgere attività come teatro, come laboratori, come musica, come arte, come, nel nostro caso, potenziamento del percorso musicale, un fronte destinato a quegli studenti particolarmente talentuosi”.
Anche a Rapallo, presso l’Istituto Comprensivo cittadino, sono arrivati i fondi dal Ministero per la ‘scuola outdoor’: “Si vanno ad aggiungere – racconta il dirigente scolastico, Giacomo Daneri – ai fondi europei del Pon (il Programma Operativo Nazionale) e ai fondi stanziati per il contrasto alla povertà e all’emergenza educativa. Le nostre iniziative partono dal primo giorno di luglio. Per la primaria, ecco laboratorio di scrittura e di teatro; attività motoria; cittadinanza attiva; scienze e movimento; potenziamento di matematica e potenziamento di inglese. Per la secondaria, ecco: blog e giornalismo, stampa in 3D, biologia marina, attività sportiva e il corso di robotica educativa”. Il professor Daneri si dice “molto d’accordo con quanto espresso dal direttore scolastico regionale, contiamo di andare avanti nella direzione della ‘scuola outdoor’ anche nel prossimo calendario scolastico, una volta che saranno chiare le linee guida legate all’emergenza sanitaria”.
Successo della scuola in esterno e prospettive future positive anche a Sestri Levante. Ne parla Donatella Arena, dirigente scolastica dell’IC Sestri Levante: “Noi possiamo contare su spazi molto belli, quindi è stato naturale, quando sono iniziate le giornate un po’ più calde, mettersi a fare lezione fuori. Lo abbiamo fatto nel vero senso della parola, perché abbiamo portato in giardino e in cortile i banchi e le sedie. A Riva Trigoso, si è fatta lezione sulla spiaggia. Alla ‘Papa Giovanni’, banchi portati fuori, così come a San Bartolomeo. Abbiamo fatto un bellissimo progetto sulla legalità con il comando locale dei Carabinieri, abbiamo fatto uscite sul territorio con tutte le classi di tutti i plessi. Abbiamo passeggiato lungo i sentieri, organizzato le feste di fine anno appropriandoci di tutti gli spazi possibili e immaginabili”.
Donatella Arena osserva: “Io credo che su certi aspetti non si possa tornare più indietro. E quello della scuola in esterno è uno di questi aspetti. Perché favorisce non solo la didattica, ma anche il benessere dei bambini e dei ragazzi e va nella direzione del recupero di quella socialità che si era perduta”.
La ‘scuola outdoor’ è la nuova frontiera? Una regione come la Liguria, con il suo clima, lo consente senz’altro.