di ALBERTO BRUZZONE
La parola chiave è transizione. Le proposte sul tavolo sono molteplici. La voglia di fare e l’impegno sono massimi. Umberto Risso, presidente del Gruppo Autogas, è da pochi giorni il numero uno designato di Confindustria Genova. Secondo il percorso previsto dallo statuto dell’associazione degli industriali, ora mancano due passaggi alla definitiva ufficialità.
Il 7 luglio, Risso presenterà la sua ‘squadra’, ovvero gli otto vicepresidenti, ai quali saranno assegnati i vari compiti previsti all’interno del manifesto programmatico con il quale si è candidato alla successione di Giovanni Mondini. Poi, il 21 luglio, ci sarà la votazione finale in assemblea e sarà in quella sede che, a scrutinio segreto, uscirà il nome della guida di Confindustria Genova per il quadriennio che va dal 2021 al 2025.
Risso, che è già stato presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria e che ha dedicato gran parte della sua carriera alla vita associativa, è fiducioso e con le idee molto chiare, nonostante lo sfidante, Sandro Scarrone, prometta ancora battaglia.
Sono state elezioni che hanno spaccato gli industriali della nostra città ma, secondo Risso, “se si fanno elezioni è chiaro che ognuno fa la sua campagna e si creano due schieramenti. Nella democrazia se si fanno elezioni ci sono almeno due schieramenti, ma considerarla una spaccatura è un nonsenso. Se poi c’è qualcuno che dice: se non vinco, mi prendo il pallone e vado via, questo è un atteggiamento sbagliato”.
Il primo obiettivo, quindi, è riportare unità e tornare a puntare su progetti e prospetti condivisi. Ed è proprio questo l’intento del presidente designato. Sta preparando la sua squadra, sta affinando gli ultimi nomi, sta delineando i vari compiti: si parla di quattro uomini e quattro donne, sono usciti vari profili, ma ancora niente di ufficiale. Quel che è certo, è che il programma di Risso per i suoi quattro anni dalla guida di Confindustria è assai impegnativo.
“Per me candidarmi è stata una naturale evoluzione, rispetto al mio passato percorso associativo – ammette – I vice? In questa fase non contano i nomi, ma le idee. Conta la condivisione del programma di lavoro, poi ci sarà parecchia trasversalità”.
E, all’interno del programma di lavoro, una delle parole chiave è proprio transizione. Sia energetica che del sistema sanitario. Secondo Umberto Risso, infatti, “Genova può assurgere al ruolo di capitale della transizione energetica, grazie anzitutto alla sua storia: è stata capitale petrolifera del paese, capitale italiana del nucleare e dell’industria termomeccanica con Ansaldo Nucleare, Nira e Ansaldo Energia. Inoltre, ospita primarie imprese del settore, come Duferco Energia, Erg, Iren, Ansaldo Energia, Iplom, IIT, Axpo, Asg Superconductors”.
In questa direzione, Risso (nella foto a sinistra) vede delle azioni da intraprendere: “Sviluppare un distretto industriale e di ricerca e formazione per lo sviluppo delle tecnologie della transizione energetica nella produzione, distribuzione, dispacciamento, componentistica e digitalizzazione; mettere in rete tutti i soggetti industriali coinvolti nella filiera anche con modelli di economia circolare; favorire le relazioni e l’interscambio tra questo distretto industriale, l’Università e gli altri centri di ricerca per promuovere la ricerca scientifica e l’eccellenza tecnologica; incentivare la transizione sostenibile del sistema portuale e l’adozione di modelli digitali in ottica green port (elettrificazione delle banchine); valorizzare il vettore gas per la decarbonizzazione della mobilità marittima e terrestre; sostenere la mobilità a ‘zero emissioni’”.
C’è poi tutto il tema della transizione sanitaria, “perché la pandemia ha messo in evidenza alcune criticità e da questi punti occorre ripartire, ad esempio ripensando completamente al rapporto tra soggetti pubblici e soggetti privati e puntando a superare la rigida separazione che ancora esiste. Va inoltre garantita una più capillare diffusione sul territorio di assistenza medico-sanitaria nelle sue diverse articolazioni: laboratori, centri di riabilitazione, strutture per anziani, medicina dello sport. E il prezzo non può né dev’essere l’unico driver nell’aggiudicazione dei servizi, ferma restando una regia e una vigilanza pubblica”. Risso auspica il coinvolgimento di Confindustria Genova in importanti partite aperte, come sono “il nuovo Galliera, l’Ospedale del Ponente e l’Ospedale Gaslini”.
Quanto all’economia del mare, il presidente designato preme per un “nuovo piano regolatore portuale, al fine di armonizzare le diverse tipologie di traffico. Necessaria poi la semplificazione amministrativa, utilizzando gli sportelli unici e doganali previsti dalla legge Del Rio, e costituendo una zona logistica semplificata. Vanno adottati investimenti pubblici per una sostenibilità ambientale del sistema portuale e una progressiva elettrificazione, sempre in ottica green port (piano del ferro). E, infine, va completato il processo di armonizzazione tra lo scalo di Genova e quello di Savona”.
Un’agenda assai ricca, quindi. Risso potrebbe condurla in ticket con la manager di Enel, Sonia Sandei, ma la priorità è anche recuperare i delusi. Tra i papabili per la squadra, ecco Tommaso Profeta del Gruppo Leonardo alla transizione digitale, Nicoletta Viziano alla cultura, Beniamino Maltese di Costa Crociere al porto. Ma anche Vittoria Gozzi alle start up e alla formazione, e Caterina Chiesa del Gruppo Marsh alle finanze.
Se ne saprà di più tra una settimana. Poi, il 21 luglio, il passaggio finale in assemblea: “Il colpo di scena – conclude Risso – può sempre esserci. Onestamente, spero di no, perché c’è bisogno di andare avanti”. Con tutta la partita pienamente da giocare delle risorse del Recovery Fund, non ci si può permettere di muovere passi falsi.