di DANILO SANGUINETI
Dal mare al torrente, non c’è corso d’acqua che scampi alla furia, predatrice quanto incruenta, dei pescasportivi del Levante. La FI.MA. Chiavari si è concentrata in primavera e avvio di estate sulle acque interne, dove brulicano i pesci e latitano, per il momento, i bipedi, in modo da permettere lo svolgimento più regolare possibile delle gare.
La stagione è partita in maniera impetuosa. C’è indubbiamente una componente di rivalsa dopo tanti mesi di inattività o di attività depotenziata causa pandemia e complicazioni annesse, c’è anche la conferma di un trend di crescita che ‘prima della tempesta’ era già in atto e che ha preso slancio e intende mantenerlo.
l senso di liberazione da troppi mesi di restrizioni si avverte registrando la soddisfazione degli uomini FI.MA., primo tra tutti il presidente Umberto Righi: salgono alla ribalta tanti nuovi nomi, diversi talenti da seguire e, ciò che più conta, si abbassa la media anagrafica dei soci agonisti.
Righi è più che soddisfatto: “Nella pesca sportiva la specialità ‘Mosca’ è tra quelle più ricche di appuntamenti, concorrenti, premi. Da diverso tempo non si parlava della nostra squadra. Ci avevano abituato troppo bene con vittorie su vittorie, titoli e coppe. Le condizioni di gara, le regole e i nuovi materiali esigevano un rinnovamento. La FI.MA. si è adeguata, si è affidata ai giovani facendoli crescere con calma e costanza, affidandosi al lavoro dei tanti campioni che, rimasti in società, si dedicano all’insegnamento della tecnica. I nostri ‘vecchietti’ hanno portato alla luce una nidiata di atleti più che promettenti”.
L’occasione per tastare il polso ai pivelli si è presentata a metà giugno. Le finali provinciali, molto attese in casa FI.MA., saltate nel 2020 causa pandemia, sono state forse troppo frettolosamente concentrate in un weekend, sabato e domenica, con gare al mattino e al pomeriggio. Due giorni di qualifiche per il Campionato Italiano.
Righi osserva: “Si è peccato di eccessiva fretta, mettendo in difficoltà i meno esperti: chi voleva provare l’esperienza-gara senza sottoporsi a un tour de force e chi al sabato lavora ha pagato dazio o addirittura ha dovuto dare forfait”.
Dall’altra parte gli impegni di massima serie (club azzurro, nazionale italiana) in un calendario più volte rivisto e forzatamente compresso, non hanno lasciato alternativa. Sabato 19 e domenica 20 giugno l’Aveto, nel tratto di Rezzoaglio, è stato il palcoscenico del Campionato Provinciale Mosca torrente 2021, inseguendo il pesce selvatico e avendo l’obbligo del ‘no kill’ (il pescato viene rimesso in libertà).
Il Gruppo Mosca FI.MA./Garbolino ha schierato i ‘giovani’, formati dalla blasonata scuola di pesca a mosca chiavarese e addestrati nella pesca del selvatico: i Rookies hanno saputo difendere i colori della società, piazzandosi nei primi dieci posti della classifica finale e, di conseguenza, conquistare il pass per gli Italiani 2022. Addirittura dopo la prima giornata era in testa il ‘Fimano’ Francesco Palomba.
Nella seconda fase, domenica, c’è stato un ribaltone in classifica causato soprattutto dall’esperienza di pescare su un campo gara già ‘disturbato’ il giorno prima. La conseguente reazione del pesce selvatico diventato guardingo ha fatto emergete i ‘moschisti’ più scafati. In un campionato molto equilibrato, alla fine la somma delle penalità e i punti hanno assegnato la palma di campione provinciale a Michele Fiore, tesserato per Fly Club Genova con cinque penalità complessive, seguito dall’argento di Pietro Greggio (Fly Ge) con cinque penalità. Medaglia di bronzo per Francesco Palomba (FI.MA.) con 6 penalità.
Oltre al podio, entrano nei dieci qualificati per gli Italiani 2022, Valerio Govi, Samuele Brizzolara e Claudio Marino per la FI.MA./Garbolino Chiavari. Qualche speranza di ripescaggio per Matteo Devoto tredicesimo ed Edoardo Ginocchio quattordicesimo, ma dipenderà dai complessi calcoli dei quorum nazionali.
Solo pacche sulle spalle per i suoi da parte del presidente Umberto Righi: “Sono orgoglioso dei ragazzi, per la passione che ci mettono ogni giorno nel voler imparare e migliorare tecnicamente”. Perché la specialità sta vivendo comunque anni complicati. “Oggi più che in passato l’agonismo della pesca a mosca subisce le pressioni ambientaliste e animaliste, sebbene l’etica del pescatore a mosca richieda l’assoluto rispetto della preda e il rilascio immediato di qualsiasi pesce catturato. Anche questa situazione di stallo nei ripopolamenti di trote adulte ha di fatto tolto le alternative di pesca in acque non pregiate, facendo riversare il pescatore ricreativo nei pochi torrenti con presenza di pesce selvatico, impoverendo ulteriormente il popolamento troticolo delle valli. E questa difficoltà nel trovare pesce disposto ad abboccare avvalora maggiormente il talento dei nostri pescatori a mosca, che riescono a far abboccare un pesce presentando loro imitazioni di insetti e stimolando la reazione solo con l’aspetto visivo e imitativo. E non come accade con le esche naturali dove la percezione delle vibrazioni e degli odori o succhi rilasciati dal verme innescato, attira le prede in maniera incomparabilmente maggiore”.
Toltosi qualche sassolino dalle scarpe, il patron della FI.MA. Garbolino torna a sorridere: “Aggiungo che, questi ‘giovani’ – Francesco Palomba, Samuele Brizzolara, Edoardo Ginocchio, Matteo Bacigalupi e Matteo Devoto – per arrivare a competere alla pari con atleti di caratura nazionale oggi schierati nello squadrone della Fly Ge, ci hanno messo sia talento che passione. E il pensiero va ai nostri due veterani, Valerio Govi e Claudio Marino, che sono i veri ‘trascinatori’ delle nuove leve, dedicando tempo e giornate di allenamento e girando i torrenti della Liguria e del Piemonte per far apprendere anche il più impercettibile segreto della moderna pesca a mosca. In questo provinciale abbiamo sfiorato il ‘titolo’, ci accontentiamo, per ora. Con questi ragazzi abbiamo lanciato un chiaro segnale: la FI.MA. mosca c’è!”.