di ALBERTO BRUZZONE
C’è bisogno di fare la spesa e di portarla a casa? C’è bisogno di essere aiutati nei servizi domestici? C’è bisogno di un punto di riferimento all’interno degli uffici comunali? C’è bisogno di qualcuno che si prenda veramente a cuore la popolazione, specie le fasce più anziane e quelle più deboli?
È a tutto questo che mira il progetto del ‘Maggiordomo di quartiere’, che è stato presentato nelle scorse settimane nella sede della Regione Liguria, ovvero l’ente che lo finanzia direttamente, e che sta prendendo sempre più campo nei vari comuni.
A Levante, in particolare, va registrato l’ottimo successo, sia in termini di adesioni che di approvazione da parte dell’opinione pubblica, fatto registrare nel Golfo Paradiso, nello specifico a Recco, Camogli, Sori, Avegno e, da qualche giorno, pure Bogliasco.
A parlarne con ‘Piazza Levante’ e a tracciare un primo bilancio è Carlo Gandolfo, che è sindaco di Recco e presidente del Distretto Socio Sanitario 13 dell’Asl 3, che comprende il Municipio di Genova Levante (Nervi, Quarto, Quinto e Valle Sturla) e i comuni di Recco, Camogli, Uscio, Avegno, Bogliasco, Pieve e Sori.
“Si tratta – spiega Gandolfo – di un servizio per assistere le persone che hanno bisogno di aiuto per il disbrigo di piccole commissioni e pratiche della vita quotidiana: ad esempio, il pagamento di bollettini, il ricevimento della posta, il ritiro di ricette mediche, la consegna di farmaci, le piccole manutenzioni domestiche. Ma è compreso anche accompagnare le persone in difficoltà e favorire la partecipazione delle persone più fragili alle attività di socializzazione”.
A Recco, in particolare, il servizio è attivo al lunedì mattina dalle 9 alle 13,30 (nel giorno del mercato settimanale) e al martedì pomeriggio dalle 14,30 alle 18, mentre negli altri giorni della settimana ci si sposta su Camogli, Bogliasco, Sori e Avegno.
A coordinare l’iniziativa, insieme al sindaco, c’è l’assessore comunale ai Servizi Sociali, Francesca Aprile, che si avvale del supporto degli uffici comunali preposti. “Il progetto – affermano Carlo Gandolfo e Francesca Aprile – è pensato per le famiglie e per gli anziani del territorio. Siamo soddisfatti che l’iniziativa si sia estesa anche a Recco, per dare un servizio di vicinato sia alle persone che hanno bisogno di assistenza, sia alle persone che lavorano e che hanno necessità di risolvere piccoli problemi quotidiani. Il compito del maggiordomo di quartiere è anche quello di fornire ascolto e rispondere alle tante domande dei cittadini”.
Ma quali sono le richieste maggiori? “Anzitutto, un maggiordomo è sempre operativo presso la sede del Comune. Funziona un po’ da ufficio informazioni, indirizza le persone presso i giusti sportelli, fornisce un’assistenza preliminare e garantisce che vengano rispettate le misure anti Covid-19 attualmente in vigore, a partire dal distanziamento. C’è poi la richiesta della spesa a domicilio, specie per le persone più anziane e per quelle con problemi di disabilità”.
A coordinare il tutto, grazie ai fondi della Regione Liguria provenienti dal Fondo sociale europeo 2014-2020 Asse II – Inclusione sociale e lotta alla povertà, è la Cooperativa Agorà: “C’è un maggiordomo fisso, fornito dalla cooperativa, e poi ci sono due o tre maggiordomi a rotazione, che vengono impiegati secondo la modalità della work experience – spiegano dagli uffici dei Servizi Sociali del Comune di Recco, coordinati dalla dirigente Seriana Romeo – Si tratta di persone in condizione di temporanea difficoltà economica, o che necessitano di essere reinseriti nel mondo del lavoro”.
“In alcuni casi – aggiunge il sindaco Carlo Gandolfo – sono percettori del reddito di cittadinanza, in altri no. Rispetto ai cosiddetti ‘Puc’, ovvero i Piani di Utilità Comunale riservati esclusivamente a chi percepisce il reddito di cittadinanza, le work experience sono più aperte, ma sono anche più limitate nel tempo. I maggiordomi, quindi, non possono essere reiterati, ma solo sostituiti con altri maggiordomi”.
A salutare positivamente questo progetto, è anche il sindaco di Sori, Mario Reffo: “In questo periodo d’incertezze a causa della pandemia da Covid 19 e nel quale c’è bisogno di sempre più assistenza sul territorio, un servizio come questo è di assoluta importanza e sono molto contento che anche Sori abbia aderito. È un progetto di cui siamo orgogliosi, perché da un punto di vista sociale mira a individuare e dare risposta a esigenze piccole e particolari, che però spesso incidono in modo rilevante sulla vita delle persone”.
A Sori le responsabili del servizio, che è completamente gratuito su tutto il territorio ligure, sono Claudia Anselmi e Pamela Picasso: il maggiordomo è presente sul territorio il giovedì, dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 18.
Ma come è possibile avvalersi dell’aiuto da parte del maggiordomo di quartiere? Per informazioni e per prenotare un appuntamento, c’è il numero unico 348 8906062, attivo tutti i giorni, tranne la domenica, con orario dalle 9,30 alle 18,30.
A livello regionale, il progetto del ‘Maggiordomo di quartiere’ è partito in via sperimentale nell’estate del 2019 e poi è stato avviato a regime nell’ottobre del 2020, con l’apertura di diciotto sportelli su tutto il territorio regionale e con un finanziamento di due milioni di euro provenienti dal Fondo Sociale Europeo.
Secondo l’assessore al Welfare della Regione Liguria, Ilaria Cavo, “la risposta verso questo servizio, che rappresenta un unicum a livello nazionale, è stata molto soddisfacente. Gli sportelli stanno dando molta importanza anche all’attività di accoglienza e ascolto, offrendo un servizio di assistenza sociale: le persone accedono agli sportelli per un semplice saluto o una chiacchierata, creando un rapporto abituale che spezza isolamento e solitudine. Questo progetto consente quindi di centrare diversi obiettivi: da un lato sostenere il welfare territoriale e le comunità locali e, dall’altro, favorire l’acquisizione di specifiche competenze da parte di chi intende svolgere questo ruolo, dopo aver seguito uno specifico percorso formativo in sinergia con il soggetto del terzo settore capofila del progetto, la Cooperativa Agorà”.
A Genova, gli sportelli sono sette. Poi, vi si aggiunge quello in Valle Stura, tra i comuni di Masone, Rossiglione, Mele e Campo Ligure (qui, su proposta dell’Unione dei Comuni, i maggiordomi hanno in uso anche un mezzo di trasporto per unire il territorio e garantire un supporto alle persone che necessitano di un aiuto per potersi recare in paese) e, appunto, quello del Golfo Paradiso.
L’auspicio è che del servizio ci sia sempre maggiore richiesta, perché è semplicemente questo il modo per farlo funzionare di più e meglio e far sì che sopravviva, nella sua utilità e nel suo valore sia umano che sociale.