Lo sport di quota (rosa) in quota (collinare). Si parla di Girl Power in Fontanabuona, dove il karate non è sport per signorini, almeno a giudicare dai risultati, eccellenti, ottenuti dallo Yamabushi Karate a Ferrada di Moconesi. Le ragazze hanno una marcia in più sul tatami ma anche dietro una scrivania, perché la società che ha sede a Ferrada non è virata al femminile per inseguire i vari momenti ‘Me Too’, femminista lo è stata senza esitazione sin dal primo momento. È nata, cresciuta e prosperata grazie all’intuizione e con la fatica di una manciata di giovani karateka. Oggi nello staff tecnico troviamo Daniela e Cristina Casagrande e Martina Giuffra, tutte e tre allenatrici di grado Secondo Dan. La presidente è Maria Adele Melioli, la segretaria Daniela Casagrande. E poi, indispensabile, Francesca Dondero, dirigente, direttore tecnico, istruttore, maestro (cintura nera secondo Dan) e tra pochi mesi pure mamma. Esempio scintillante di come le donne siano multitasking.
“Il vero motore è la passione per il Karate. Nel 1992, quando iniziammo, ci facevamo tante domande, c’erano tanti dubbi, superavamo ogni ostacolo con la benzina dell’entusiasmo, e se debbo essere onesta anche un pizzico di incoscienza. Oggi trascorsi 27 anni, siamo orgogliosi di quanto realizzato, ce l’abbiamo fatta a tenere in piedi la società, attraversando periodi non facili, alcuni momenti assai delicati. La forza è stato l’essere un gruppo molto unito, fino a pochi mesi fa eravamo solo donne poi abbiamo, finalmente, tirato dentro un rappresentante dell’altra metà del cielo”.
Ride il maestro Francesca: “Il povero Davide Panzarella sa di essere in minoranza e riga dritto. Sto scherzando, naturalmente, perché è un insegnante ottimo, che si è subito guadagnato il rispetto e l’affetto dei suoi allievi”. Resta impressionante lo Yamabushi Moconesi: nel 2019 ha una casa sicura, una squadra di agonisti ben assortiti, un bel gruppo di fedeli tesserati (cinquanta) e due progetti che stanno sviluppandosi in maniera più che promettente: la scuola di difesa personale e il Baby Karate. Il ‘dittì’ Dondero ne è particolarmente orgogliosa: “Sulla difesa personale c’è da dire che l’abbiamo iniziata l’anno scorso e abbiamo subito avuto un’ottima risposta. Ci teniamo a dire che è un corso nel quale si insegna come proteggersi da aggressioni ma non solo, anche a muoversi, a essere agili e rapidi, insegnamenti anche psicologici sul gestire situazioni pericolose o potenzialmente tali”.
E sul Karate per i bambini: “Il genitore che avesse la benché minima remora, può venire a vedere una lezione. Prendiamo bambini da 3 a 5 anni e si insegnano con grande attenzione i movimenti base sul tappeto, la capriola, l’allungo, la spaccata. I piccoli imparano e si divertono, sono lezioni sui fondamentali, ginnastica preparatoria che può servire per qualunque disciplina intendano perfezionare in seguito”. Se poi si appassioneranno al Karate, avranno alla Yamabushi l’opportunità di perfezionarsi grado dopo grado.
“Abbiamo insegnanti e corsi approvati dalla Fesik che danno accesso alla certificazione di specializzazione, ti assegnano il Budopass che è un attestato buono per qualsiasi uso”. Un sacco di impegni e appuntamenti che vanno suddivisi in soli due giorni perché la società può disporre del Palazzetto dello Sport di Ferrada solo il martedì e il giovedì. Più che una questione di sovraffollamento, è una questione di disponibilità dei maestri: “Infatti, ora che la nostra equipe di tecnici si è allargata, abbiamo anche il sabato, dove lavoriamo soprattutto sui nostri agonisti, che hanno necessità di allenarsi molto più spesso. Un sacrificio che sta pagando, perché arrivano risultati positivi e in alcuni così spettacolosi. Su tutti, Sara Gargiulo, che la scorsa primavera ha vinto il titolo italiano juniores nella sua categoria e poi ha partecipato agli assoluti e contro avversari con il doppio, come minimo, della sua esperienza, ha conquistato la medaglia di bronzo”.
Forse il meglio è ancora da venire? “Siamo ancora qua e questa è la prima medaglia che dobbiamo appuntarci sul petto. Non abbiamo mollato nei momenti davvero neri, per esempio quando fummo costretti a emigrare a Cicagna per diversi mesi, dato che il Palazzetto di Ferrada era occupato dai lavori di ristrutturazione. Oggi ci reggiamo con le sole nostre forze, con le quote dei tesserati che servono per pagare le spese, e partecipare a gare regionali, nazionali e in qualche occasione anche a quelle internazionali con i nostri migliori agonisti. È poco? Non mi sembra”.
Ha ragione il maestro da quinto Dan Francesca Dondero. È tanto per qualunque genere e tipi di sportivi coinvolti.
(d.s.)