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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Viva il Tigullio libero! Spigolature sull’intervento del sindaco metropolitano Marco Bucci all’assemblea della Confindustria del Tigullio

Bucci non può limitarsi a scaricare gli eventuali errori di localizzazione e di esecuzione delle opere sugli amministratori locali e sulle loro mancanze o debolezze. Se lui è il sindaco metropolitano deve avere la stessa attenzione ai problemi del Tigullio di quella che riversa su Genova
Il sindaco Marco Bucci neo presidente della Regione Liguria
Il sindaco Marco Bucci neo presidente della Regione Liguria
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di ANTONIO GOZZI

Non è un mistero per nessuno che io sia un estimatore del sindaco Bucci, per ciò che ha fatto e fa per la città di Genova. In particolare ho sempre apprezzato ed apprezzo il suo ottimismo e la sua capacità di indicare una nuova prospettiva e una nuova narrazione dopo anni di immobilismo e di declino e la sua attitudine, che è il portato della sua precedente esperienza manageriale, a “far succedere le cose”, a trasformare le idee in progetti e i progetti in realizzazioni. In definitiva è questa la caratteristica principale, l’essere capace di “far succedere le cose”, naturalmente nella legalità e nella trasparenza, che dovrebbe essere presa in considerazione dalla cittadinanza per giudicare l’operato di un pubblico amministratore.

La ricostruzione rapida ed efficiente del nuovo ponte San Giorgio, dopo la tragedia del Morandi, è stata l’emblema di questa tenacia e perseveranza grazie alla quale Bucci ha rappresentato bene una delle migliori qualità dei genovesi e dei liguri. Questa vicenda, con l’efficacia dell’intervento di ricostruzione e di gestione della crisi, è stata alla base della decisione del Governo Draghi prima e del Governo Meloni poi, di mettere a disposizione di Genova una mole di risorse mai viste prima (si parla di complessivi 8 miliardi e più di euro) da investire principalmente in infrastrutture e collegamenti di cui Genova e la Liguria hanno un bisogno assoluto per uscire dall’isolamento.

Non ho quindi alcun pregiudizio negativo nei confronti di Bucci; se mai il contrario.

Sono invece molto critico con lui, e questa critica la ho espressa più volte, con riferimento ai temi che riguardano il Tigullio e il suo inserimento nell’area metropolitana genovese di cui lo stesso Bucci, per legge, è sindaco.

Sia pure tenendo conto di una legge sbagliata, quella di Del Rio sulle aree metropolitane, che inserisce nelle stesse territori con vocazioni e specificità tipiche e lontane dal contesto metropolitano (è il caso del Tigullio in relazione alle caratteristiche del capoluogo), e che non prevede un meccanismo di elezione diretta da parte dei cittadini degli organi di governo, sono critico dell’operato di Bucci perché le grandi questioni del Tigullio, e in particolare alcune di esse, non lo hanno visto impegnato con la stessa concentrazione e intensità riservate a Genova soprattutto nella comprensione delle questioni aperte e dei loro riflessi.

D’altro canto, come detto, questa disattenzione è il portato del meccanismo elettorale e di rappresentanza. Bucci non è votato dai cittadini del Tigullio e quindi inevitabilmente li sente più lontani e se ne occupa di meno. In molti casi sembra non comprendere quale è il problema.

Il suo intervento all’Assemblea di Confindustria Tigullio di qualche giorno fa è emblematico al riguardo. La sua presenza è stata naturalmente positiva (il sindaco di Chiavari non si è neanche presentato perché, a quanto si dice, in vacanza) ma il suo intervento molto meno; a tratti anzi è stato surreale.

Il succo del suo ragionamento è stato: sono sbagliati gli atteggiamenti “autonomistici” del Tigullio, questi atteggiamenti lo isolano e lo penalizzano e quindi non servono a niente.

Sono gli atteggiamenti autonomistici che isolano il Tigullio?

Bucci mostra in questo modo di ignorare le ragioni profonde che da secoli rendono la gente del Tigullio (ma questo vale anche per tutte le altre aree non genovesi della Liguria) diffidenti verso il capoluogo, perché Genova è storicamente matrigna, pensa egoisticamente solo a sé stessa e spesso vive il resto della Regione come un’appendice minore, secondaria e non al centro del progetto. “Gente de rivea gente de galea”: questo è l’adagio sprezzante che i genovesi hanno rivolto nei confronti delle popolazioni rivierasche per secoli.

Questo atteggiamento di non considerazione del Tigullio e delle sue aspirazioni ed esigenze è supportato da fasce del ceto politico e amministrativo del Tigullio stesso, subordinate al vassallaggio genovese e incapaci di declinare un progetto economico e culturale di crescita autonoma.

Esempi di ciò? Innumerevoli. Ne citiamo due perché attuali e ai nostri occhi i più clamorosi: depuratore in Colmata a Chiavari e diga Perfigli nella piana dell’Entella. Due vicende del Tigullio centrale in cui risorse territoriali e ambientali di enorme pregio e di strategica importanza per il futuro sono state compromesse da progetti infrastrutturali sbagliati, costosissimi, affrontati dalle istituzioni regionali e metropolitane con superficialità e senza ascoltare i territori.

Bucci non può limitarsi a scaricare gli eventuali errori di localizzazione e di esecuzione delle opere sugli amministratori locali e sulle loro mancanze o debolezze. Se lui è il sindaco metropolitano deve avere la stessa attenzione ai problemi del Tigullio di quella che riversa su Genova.

Quale è il progetto di crescita e di sviluppo che la città metropolitana ha per il Tigullio? Si è mai fatto un serio confronto sulla dotazione e sulla qualità dei servizi sanitari, di trasporto, di formazione ecc. presenti nel Tigullio e quelli a disposizione del capoluogo? Ci sono mai stati seri progetti di tutela e di sviluppo delle aree interne di cui la vecchia Provincia si occupava molto, e meritoriamente? È stato mai affrontato un serio confronto e dibattito su tutto questo?

Cosa dice la città metropolitana sui dieci punti del “piano industriale” per il Tigullio e il suo entroterra presentato dal presidente Durante nel corso dell’Assemblea di Confindustria e sul reperimento delle risorse necessarie a metterlo a terra?

Degli 8 miliardi che il capoluogo ha da spendere quanti sono a disposizione del Tigullio e delle sue popolazioni?

Al di là del tunnel della Fontanabuona, finanziato con la stessa norma con cui è stato finanziato il tunnel subportuale genovese, e per ciò stesso a rischio di essere in seconda posizione rispetto all’opera del capoluogo, c’è poco e niente. 150.000 abitanti contro 600.000: se ci fosse un po’ di proporzionalità sul Tigullio dovrebbe piovere almeno 1 miliardo ma purtroppo non è così.

Incapacità delle Amministrazioni dei comuni del Tigullio a predisporre grandi progetti finanziabili? Può darsi; ma certamente non mi pare siano venuti grandi apporti di idee e di progettualità dal capoluogo metropolitano.

La cultura dell’autonomia e della tutela del proprio territorio non è una bestemmia e non isola il Tigullio, ma al contrario lo vuole portare al centro dell’attenzione. Riflettici Sindaco Bucci e la prossima volta invece di venirci a rimproverare per i nostri atteggiamenti autonomistici vienici a parlare di cose concrete fatte dalla Città Metropolitana per la nostra comunità. Ti accoglieremo a braccia aperte.

Viva il Tigullio libero!

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