Oltre la partita c’è molto di più. Il matchday non è solo dentro il rettangolo verde ma si gioca dentro e fuori lo stadio, tutti i giorni della settimana. La partita è un vero e proprio affare per tante persone del territorio.
Sono stati circa 120 i lavoratori impegnati in ogni match casalingo dell’Entella nell’ultima stagione. Si parte il lunedì con gli addetti alla biglietteria: 9 persone che si alternano al Point biancoceleste fino al venerdì per poi passare il sabato presso il botteghino dello stadio.
Gli steward, 60 unità, sono il gruppo più nutrito, poi abbiamo gli addetti al bar, 8 persone divise in tre postazioni. Lavoro extra inoltre per Vigili del Fuoco, i militi della Croce Verde e gli addetti Hospitality, il tutto per una spesa media di 10 mila euro a partita, interamente sostenuta dall’Entella.
Facendo un rapido calcolo, moltiplicando la spesa per le 22 partite stagionali – tra campionato e playout – disputate al Comunale, si arriva alla cifra di 220 mila euro. Non proprio spiccioli. Per il bilancio di una società piccola come l’Entella si tratta infatti di un investimento importante, di cui l’unico beneficiario è il comprensorio, mentre gli esercizi commerciali hanno potuto contare su quasi 7000 sostenitori avversari che sono arrivati a Chiavari per sostenere la propria squadra del cuore.
Ora che la squadra è retrocessa in Serie C senza dubbio i numeri cambieranno, ovviamente al ribasso. A rimetterci saranno quindi anche quelle persone che condividevano coi biancocelesti il palcoscenico prestigioso della Serie B e che ora in C potrebbero veder sfumare occasioni di entrate fisse. La voglia di rivalsa dell’Entella e di Chiavari potrebbe essere la leva per sbloccare il pronto ritorno in Serie B.
Le presenze allo stadio vanno incrementate per creare un ambiente che carichi la squadra e metta pressione agli avversari. Nel finale di stagione la differenza si è vista: il Comunale ribolliva d’entusiasmo e le prestazioni dei ragazzi di mister Volpe ne hanno positivamente risentito.
Nella passata stagione la media a partita degli spettatori paganti è stata di 459, ai quali si vanno ad aggiungere i 943 abbonati paganti. La media totale, composta anche dalla quota biglietti omaggio, è di oltre 1700 tifosi biancocelesti a partita in una città che ha 27 mila abitanti. Come se al San Nicola di Bari andassero tutti i sabati più di 20 mila persone (la media per i galletti invece è di 15 mila, contando la tifoseria ospite).
Quando chiamati in causa, i tifosi (in 811 hanno seguito la squadra in trasferta) hanno veramente dato una spinta in più all’Entella, quando la squadra ha giocato bene ha sempre richiamato al Comunale un pubblico più folto.
Una sorta di ‘do ut des’ che ha funzionato principalmente nel finale di stagione: un peccato.
Il ritorno dei biancocelesti in Serie B passa anche dal rapporto coi tifosi: un feeling che a giudicare dalle presenze in trasferta e in casa nel finale di campionato sembra essere rinato.
La sensazione potrebbe essere confermata (o smentita) in sede di campagna abbonamenti, primo banco di prova per la piazza per dimostrare la propria voglia di rivalsa e l’attaccamento alla squadra.
(f.m.)