di DANILO SANGUINETI
Resta con i piedi ben saldi a terra ‘ViacolVento’: tra gli orti angusti di Tribogna e le vaste piantagioni della Georgia c’è una distanza culturale superiore a quella geografica. Impossibile accostare anche solo con l’immaginazione il Profondo Sud degli Usa e il paesino della sponda meridionale della Val Fontanabuona. Là ossessionato da un pot-pourri storico-romantico di Mitchell appena appena verosimile, qua una impresa turistica concretissima. Neppure il titolo funziona da legame ad un esame approfondito. La frase in questo caso vuole marcare come la struttura ricettiva sorga su un versante esposto ai capricci di Eolo e dei suoi figli.
Una struttura atipica nel mondo dei Bed&Breakfast, perché ad un solo anche se ampio posto prenotabile. ‘ViacolVento’ ha le caratteristiche di un agriturismo ‘aperto’, senza le rigidità della categoria e con qualità precipue.
Inaugurato nel 2015 da Roberta Giancarlini, proprietaria e gestrice, impiegata e addetta alla manutenzione. Una ‘one band woman’ consapevole e orgogliosa che cura con maniacale affetto un appartato sito che allo stesso è collegamento con vari paesi tra vari paesaggi. E che potrebbe diventare cruciale per legare costa ed entroterra.
“La notizia che tra i fondi destinati alla Liguria per il risarcimento del Morandi e le quote del PNRR ci sono quelli per la costruzione del Tunnel della Fontanabuona mi ha aperto il cuore”, confessa Roberta Giancarlini.
“Perché l’uscita del traforo sarebbe qui sotto di noi, Tribogna diventerebbe il ‘casello’ di una arteria che si prevede trafficatissima”. Vero, un paesino che oggi langue, fuori dalle vie portanti del traffico turistico e commerciale, riceverebbe un carico di entusiasmo per le opportunità che gli verrebbero offerte. “Le cifre ufficiali dicono che siamo rimasti, qui a Tribogna, in meno di seicento, e parliamo di residenti, non di abitanti effettivi. Sparpagliati alle falde e sui versanti del monte Borgo, i boschi avanzano e i prati spariscono perché siamo sempre meno quelli che contrastano l’avanzare della sterpaglia”.
Del Tunnel si parla da trent’anni. Tante verba, pochissimi scripta, ossia atti legistativi e contratti giuridici. “Io voglio credere che questa sia la volta buona. Sia per il mio ‘rifugio’ sia per le altre imprese e negozi del posto. Meritiamo una seconda possibilità”.
Nell’attesa, la signora Giancarlini non è rimasta sull’uscio di casa a ‘rimirare il vespero migrar’. Sei anni fa ha aperto ‘ViacolVento’. Un agriturismo pensato per i biker e i trekker e che oggi trova una insperata sponda negli altrettanto dinamici anche se più eterei seguaci di Hare Krishna. Negli anni passati fu preso d’assalto dagli arricchiti esploratori provenienti dall’Est Europa, oggi è apprezzato anche dagli operai e impiegati delle miniere e fabbriche di ardesia della zona.
La casa abbarbicata al declivio dispone di un singolo appartamento affittabile, una quasi suite dato che può ospitare anche sei persone contemporaneamente, al centro di una abitazione moderna, quella che un tempo si sarebbe definita una villa in collina e che ancora più addietro avrebbe avuto una magione padronale con terreno attorno. Spicca la costruzione moderna e ben tenuta sul gruppo di case raccolte all’ombra del monte che invecchiano quasi a vista d’occhio nudo. Spicca perché è stata modellata con attenzione anche ai piccoli dettagli.
“L’appartamento, per cinque-sei persone, è immerso tra olivi e castagni. Collocato al secondo piano della casa, vi si accede tramite una scala, l’ingresso è indipendente. Gli animali dei clienti sono graditi ospiti, il parcheggio sotto casa per due auto è gratuito”.
Opzioni rare anche nelle categorie più ospitali tra quelle alberghiere. Poi ci sono i dettagli che conquistano. “Per costruire l’abitazione è stata utilizzata la nostra pietra locale, l’ardesia, estratta da secoli nella valle: il tetto, i muri, i pavimenti, i davanzali, gli stipiti e i gradini sono tutti in ardesia a spacco naturale! La stufa a legna in ghisa ‘Godin’ aspetta l’inverno per riscaldare a meraviglia e per tenere compagnia. Il giardino intorno è ricco di piante aromatiche: si semina il basilico per il pesto, ma trionfa l’alloro, crescono bene anche la salvia e il rosmarino, usiamo l’’erba Luisa e i limoni per un liquore digestivo e la tavola. La fioritura della lavanda attrae moltissimi insetti in giardino, le api e farfalle ronzano volentieri sui fiori di giugno”.
Se ancora non avete fatto le valigie e telefonato per prenotare, sarà l’elenco delle cose da fare a vincere le residue perplessità. “Nel raggio di un quarto d’ora-mezz’ora in auto, in alcuni casi anche a piedi si possono raggiungere decine di posti, vedere tanti siti interessanti, provare molte esperienze diverse tra loro”.
Dall’appartamento collocato tra castagni e olivi a Portofino, Camogli e Recco c’è una manciata di chilometri, la Superba con la sua storia, il porto e l’acquario è a 40 minuti in auto. Volete rimanere nella ‘Green Zone’? Ecco la Ciclovia dell’Ardesia lungo il torrente Lavagna e poi il fiume Entella da Gattorna alle spiagge di Lavagna e Chiavari.
La signora Roberta cala gli assi in una sequenza mozzafiato: “Se invece non avete intenzione di pedalare, nelle trattorie locali potrete assaggiare tanti tipici piatti del nostro entroterra, dimenticando il viavai del turismo di massa. Volete camminare? Sentieri a bizzeffe, itinerari a portata di sedentario e programmi più impegnativi. L’Anello del Caucaso, un tracciato di 25 km che si snoda sulle pendici del monte Caucaso tra strade sterrate, sentieri e mulattiere adatto anche alle mountain bike. Un dislivello impegnativo di 2100 metri che offre tragitti alternativi e quindi fruibile anche dai meno esperti”.
Per i ‘mai-contenti’… “Una gita diversa dal solito? Il Museo del Damasco di Lorsica: telai antichi e la storia di una delle principali attività nella valle che produceva damaschi, lampasse e macramè oppure una visita alla miniera di Gambatesa, a Ne. Una mattinata di birdwatching o passeggiate istruttive tra gli affioramenti geologici e bossete”.
Al ‘ViacolVento’ c’è anche possibilità della pensione completa. “Quando l’orto è produttivo proponiamo ai nostri ospiti una cena, generalmente vegetariana”. Nessun radicalismo gastronomico. “Posso consigliare i più noti ristoranti del Tigullio, costa o entroterra”. Un’offerta così variegata e solida da potersi concedere l’uscita dai circuiti che contano sul mercato turistico internazionale.
“Prima che scoppiasse la pandemia ero su Booking.com. Ha contribuito a far conoscere ‘ViacolVento’, c’era la controindicazione di non poter ‘scegliere’ chi prenotava. Un procedimento impersonale che ritengo non sia adatto a una struttura ricettiva particolare come la mia. Quanto accaduto nel 2020 e ad inizio dell’anno in corso mi ha spinto a cambiare. E non me ne sono pentita, anzi. Dalle riaperture a inizio estate a oggi non abbiamo conosciuto tregua. Una prenotazione dopo l’altra. Il che ha confermato una mia intuizione: in estate sulla costa sono andati alla grande e questo si è riverberato sulle nostre zone. Contrariamente a quanto si pensa mare e collina non sono in competizione, anzi il successo dell’una fa bene anche all’altra”.
E torniamo al pensiero iniziale. Il Tunnel sarebbe una potente iniezione di vitalità (verrebbe da dire il vaccino) per la Fontanabuona. “Lo ripeto, resto ottimista. Però non volendo adagiarmi sui sogni, torno a curare il mio giardino, a tagliare l’erba. Ed attendo con speranza”.
Verrebbe da dire ‘Domani è un altro giorno’ ma lady Roberta ti ferma alle prime sillabe. “Non vorrei insistere troppo su questo paragone. Confesso che ho pensato a questa casa e la proprietà come alla mia Tara, ma ‘ViacolVento’ sta anche a ricordare che in questa zona le brezze marine e i refoli montani si scontrano, spirano costanti, mantengono l’aria pulita e fresca”.
Niente Rossella O’Hara quindi. Un buen retiro, magari un posto meno fashion della Tenuta dei Dodici Acri, certamente più solido, e non si parla di tecniche costruttive. A farci un salto viene in mente Macondo, un posto magico fuori del tempo dove si incontrano e convivono mondi apparentemente incompatibili se non alternativi come i minatori ed i trekker, i ‘Krsnaiti’ e i Capitalisti postcomunisti. Servirebbe un Battiato per spiegarlo.