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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Va in pensione dopo cinquant’anni di onorata carriera Mariano Pacini, mitico magazziniere di Bacezza, Entella Bacezza e Lavagnese

Ha gestito le tute e le scarpe di un certo Luciano Spalletti e dialogato quotidianamente per due anni con un certo Giampiero Ventura
Mariano Pacini (a destra) insieme al presidente Stefano Compagnoni
Mariano Pacini (a destra) insieme al presidente Stefano Compagnoni
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di DANILO SANGUINETI

I magazzinieri nelle squadre di calcio sono come i maggiordomi nei palazzi nobiliari: i protagonisti possono “tirarsela” quanto vogliono, loro, che sono a conoscenza delle virtù pubbliche e dei difetti privati dei loro assistiti, sanno perfettamente quanto valgano veramente. Per questo motivo perdere il bagaglio di conoscenza accumulato da Mariano Pacini in mezzo secolo di onorata – è proprio il caso di dirlo – carriera rende il giorno del suo pensionamento una data triste per l’intero calcio del Levante.

Quante mute ha messo in ordine dal 1974 ad oggi l’uomo senza il quale BacezzaEntella Bacezza e Lavagnese non sarebbero state le stesse? Centinaia di migliaia di maglie lavate e piegate, doppie centinaia di migliaia di scarpette da calcio preparate alla perfezione; centinaia di spogliatoi e di sale per il lavoro tirate a lucido, magazzini ordinati come neppure in terra prussiana. C’era anche lui dietro le vittorie ed i momenti epici capitati alle due società più antiche e blasonate della zona. Mariano ha equamente diviso la sua opera universalmente apprezzata tra le due sponde del fiume. Mariano e basta, perché il cognome Pacini era superfluo. Definirlo magazziniere delle società di calcio è veramente riduttivo. A meno che nelle sue borse e nelle sue scatole non vadano messe oltre le divise da gioco e da allenamento anche buonumore, saggezza, pazienza. E tanto calore umano che ha dispensato a piene mani verso decine di generazioni di atleti di Chiavari e di Lavagna, in prima battuta ma anche provenienti da tutte le parti d’Italia. Mariano ha gestito le tute e le scarpe di un certo Luciano Spalletti e dialogato quotidianamente per due anni con un certo Giampiero Ventura

Iniziò nel 1974, convinto da suo suocero che era appena diventato dirigente di un club di super dilettanti, l’Acsa Bacezza, che faceva calcio a livello di bar a Chiavari. Bar non a caso dato che aveva la sede nel Bar Davide gestito da Arbasetti, patron assieme a Sergio Barbieri della società sportiva. “Venni a dare una mano per amicizia, senza secondi fini. Non sapevo assolutamente niente di cosa deve fare un magazziniere. Mi aiutarono gli altri dirigenti, i giocatori. Preziosi i consigli di quello che sarebbe diventato un grande amico, Adelio Colombo. Crebbi in esperienza assieme alla squadra che scalava classifiche e categorie. Poi passai come il resto dell’organigramma nella nuova società nata dalla fusione di Entella e Bacezza”.

Il club spicca il volo, arrivarono gli anni della gloria, della salita in C2. “Diventai professionista anche io. Tra il 1983 e 1987 furono anni clamorosi. Sfide incredibili, ebbi l’onore di lavorare per una formazione fortissima, allenata da Ventura e Baveni, zeppa di campioni”. Poi il declino, della società non di Pacini che anzi diventò un punto di riferimento, un pilastro che restava dritto mentre tutto intorno sbandava e crollava. “Ci furono alti e bassi, nei Dilettanti, poi a inizio del nuovo secolo il botto finale”. 

Nel 2001 Mariano resta senza squadra. “Mi chiamò Stefano Compagnoni, mi offrì il posto come magazziniere della Lavagnese. Passai il ponte, mi insediai al Riboli cercando di sdebitarmi e lavorando con scrupolo. È stata una unione felice, non ne sono uscito per cause di forza maggiore che due mesi fa”. Il 2 gennaio, di notte, Mariano si sveglia e sta male. Fa appena in tempo ad avvertire la adorata consorte e poi crolla. Finisce in rianimazione a Lavagna per un edema polmonare. Ha quasi 78 anni (li compirà il 31 marzo), i medici disperano di salvarlo. Lui invece si risveglia dopo qualche giorno e chiede di poter avvertire la Lavagnese che dovrà dare forfait. “Mi dispiaceva lasciarli nei guai in mezzo alla stagione”. 

Questo è Mariano, una persona attaccata al lavoro, serio e al tempo stesso umanissimo, di uno stampo che sembra perduto. “Purtroppo i medici mi hanno parlato chiaro, devo stare tranquillo e quindi ho dovuto chiedere al presidente Compagnoni, una tra le persone che maggiormente stimo, il pensionamento, nelle mie intenzioni anticipato…”.

Stefano Compagnoni lo ha “punito” costringendolo a una ultima apparizione sul campo nella parte che maggiormente odia, quella del protagonista. “Il presidente domenica 24 marzo, prima della partita Lavagnese-Alcione Milano mi ha consegnato una targa nella quale la sua società mi ringrazia ‘per l’impegno profuso in questi anni mettendo al servizio dei colori bianconeri tempo, professionalità e umanità’. Mi ha commosso, non posso negarlo”. Uomo di antico e impareggiabile stampo Mariano con pudore approfitta dell’occasione per ringraziare. “Le persone con le quali ho lavorato e con le quali ancora condivido un bel rapporto di amicizia. Di questi cinquant’anni non rimpiango niente, mi hanno insegnato tantissimo le vittorie e ancor di più le sconfitte, ho visto e convissuto con coraggiosi e pavidi, persone rispettabili e avventurieri, da tutti ho ricevuto lezioni. Se mi manca il campo? Un po’, ma meno di quanto pensassi. Forse sarò un inguaribile romantico, chiamatemi pure nostalgico quando dico che nel calcio di oggi non mi ci riconosco tanto”. Mariano indica un episodio che gli ha fatto capire tante cose. “In una delle ultime stagioni mentre aiutavo alcuni ragazzini della Lavagnese a mettere in ordine la loro roba chiesi perché avevano scelto questa società per imparare calcio. Io pensavo mi rispondessero per “quel tale mister”, per “onorare questa maglia” per “stare in un ambiente sano e stimolante”… Invece candidamente confessarono “perché è l’unica società ad avere come sponsor tecnico la marca “XY”. È troppo figo!”. Mariano scuote la testa. Aveva capito di aver fatto il suo tempo e di non esserne affatto dispiaciuto.

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