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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Una tesi di laurea sull’ex Colonia Piaggio: potrebbe diventare un rifugio e un centro di ricerca

È la storia di Anna Checola, laureatasi al Politecnico di Milano proprio con una lavoro sulla riqualificazione dell’ex Colonia Piaggio. Tesi da cui è nato un vero e proprio piano per dare una nuova vita all’edificio
La Colonia Piaggio di Santo Stefano d'Aveto al centro di una tesi di laurea
La Colonia Piaggio di Santo Stefano d'Aveto al centro di una tesi di laurea
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di ALESSANDRA FONTANA

“Sto scrivendo la mia tesi di laurea su Santo Stefano D’Aveto, in particolare il mio progetto verterà sulla Colonia Piaggio, proponendo una riqualifica ad uso della comunità. Mia mamma frequentava spesso la Colonia da piccola perché era amica del custode e conserva dei ricordi bellissimi ma non ha mai soggiornato…”. 

Comincia così la storia di Anna Checola laureatasi al Politecnico di Milano proprio con una tesi sulla riqualificazione dell’ex Colonia Piaggio. Tesi da cui è nato un vero e proprio piano per dare una nuova vita all’edificio, e che è stato presentato qualche settimana fa a Chiavari all’Auditorium della Filarmonica di Largo Pessagno alla presenza di cittadini, associazioni come O Castello e i rappresentanti del Comune di Santo. 

“Progettata e costruita da Daneri fra il 1936 ed il 1938, la Colonia Piaggio è un edificio di eccezionale qualità costruttiva e di respiro internazionale per proposte architettoniche”, come riporta il sito della Città Metropolitana di Genova. L’edificio è stato oggetto di diverse proposte di recupero di cui l’ultima relativa alla trasformazione in presidio socio-sanitario, purtroppo mai attuate. L’estate scorsa a trent’anni dalla chiusura della Colonia della Piaggio a Santo Stefano d’Aveto un gruppo di amici toscani, ma soprattutto figli di ex dipendenti della Piaggio si sono ritrovati ed hanno deciso di ripercorrere per un giorno i luoghi della loro giovinezza riportando sul banco la questione. 

Cosa fare dell’edificio? Anna Checola un’idea ce l’ha ed è precisa e puntuale: trasformare la struttura in un rifugio e in un centro di ricerca. “Voglio restituire qualcosa a questo posto che mi ha dato tanto. Mi sono chiesta cosa potessi fare come progettista”. Così è nata l’idea: “La colonia potrebbe diventare uno spazio di co working immersi nella natura guardando il mare. Un posto sociale dove promuovere un modo di vivere diverso che in futuro potrebbe essere il tipo di mondo che i giovani cercano”. Presente all’incontro anche Laura, una delle studentesse di Pontedera che ha partecipato alla gita in valle. “Questi progetti esistono – precisa Checola – come hanno fatto a Borca Di Cadore dove la colonia è stata ristrutturata e un’associazione culturale ne ha fatto un centro dove vanno anche le scuole”.

Programmi di benessere, camere, programmi educativi per le famiglie… le idee non mancano a Checola che coinvolgerebbe le attività locali e i privati cittadini: “Potrebbero essere coinvolti Regione, Comuni, Università, Gal, content creator e tanti altri potrebbero trarre vantaggio dalla riqualificazione della Colonia vivendola”. Colonia che è diventata il simbolo del passato di una vallata che potrebbe diventare un punto di partenza per il futuro. 

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