di SANDRO FRERA *
Spesso la vita ci sorprende: non sapevo che a Chiavari fosse nato Mario Cresci, uno dei maggiori fotografi italiani. Una mostra promossa dal Gruppo Fotografico locale e dal Comune mi ha permesso di colmare questa lacuna. Era solo una delle tante, ma adesso almeno questa non c’è più.
Cresci partecipa più volte alla Biennale di Venezia e alcune sue fotografie fanno parte della collezione del MoMa di New York, oltre ad essere presenti in diversi musei italiani. Infinita la lista delle mostre personali, attività che da tempo affianca a quella dell’insegnamento a Bergamo, Milano, Napoli e da ultimo ad Urbino.
Le opere esposte meravigliano non solo e non tanto per la sagacia tecnica, quanto per la passione per la sperimentazione che le sottende.
Non sono “solo” fotografie, ma esplorazioni del reale e dei meccanismi della percezione. Da questo punto di vista la visita può essere particolarmente fruttuosa per tutti coloro che si muovono entro il mondo artistico, proprio perché Cresci si muove a sua volta sempre ai confini, sul limite della rappresentazione del reale, sia quando si cimenta in bianco e nero che quando esplora il colore.
Riguardando i suoi ritratti (ma lo stesso accade quando fotografa i visi dipinti dai grandi della pittura di ogni tempo – Leonardo, ad esempio) se ne trae l’impressione che Cresci voglia testimoniare l’impossibilità di cogliere l’uomo, la persona nella sua interezza, così che fissarne con esattezza le fattezze sarebbe come tradirne la complessità.
Bella. Da vedere.
Palazzo Rocca – Chiavari – fino al 9 febbraio 2025
Orari Lun – Ven 16-19
Sab / Dom / Festività 10-12 e 16-19
(* ideatore e promotore del progetto ‘Prima i lettori’)
