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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390
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[vc_row][vc_column][vc_column_text]’Piazza Levante’ ha deciso di dedicare un numero speciale al 25 aprile e alla liberazione dal fascismo.
Lo abbiamo fatto non per partecipare a retoriche commemorazioni rituali, ma perché siamo convinti che la memoria di quei giorni, essendo scomparsi ormai la maggior parte dei protagonisti, vada assolutamente tenuta viva e raccontata alle nuove generazioni.
Lavoriamo perché di quella memoria, in un momento di sbandamento e confusione come quello attuale, si colgano i tratti salienti e gli insegnamenti principali, cercando di aggiornarli certo, ma soprattutto utilizzandoli per la costruzione del futuro.
Abbiamo cercato, come al solito, di essere ‘glocal’, occupandoci di grandi temi e grandi questioni ma anche di vicende locali, più antiche e più recenti, cercando di trarne con discernimento un senso comune.
Il primo richiamo è agli ideali di libertà e giustizia che animarono la sollevazione di quei giorni. Aspirazione alla libertà dalla dittatura fascista con i suoi crimini e i suoi assassinii e bisogno di giustizia, in particolare giustizia sociale per ridurre le ineguaglianze economiche e culturali.
Il ricordo del sacrificio dei fratelli Rosselli, propugnatori dei concetti di giustizia e libertà e dell’affermazione di un socialismo liberale, non marxista, dal volto umano, ci è parso interessante e doveroso non solo per la grandezza dell’intuizione e per la sua modernità, ma anche per i legami che i Rosselli hanno avuto con la Liguria e in qualche modo anche con Chiavari.
Coniugare giustizia e libertà è, a ben vedere, la sfida epocale dell’occidente e delle società moderne.
Come garantire la libera espressione delle forze vive della società e dell’economia per la crescita e lo sviluppo continuando a lavorare per l’inclusione dei più e per coinvolgere nella crescita e nel benessere la maggioranza della popolazione, in particolare di quella giovane?
Come tenere insieme i meriti, con la loro forza propulsiva, e i bisogni che gridano per essere ascoltati? Rileggere le pagine e la storia dei fratelli Rosselli può aiutare a rispondere a queste domande.
L’altra ragione del ricordo dei Rosselli è che questo appare quanto mai necessario in un momento di risorgente antisemitismo in Europa e nel mondo. Ricordare la storia di due ebrei socialisti, riformisti e liberali ci è parso il modo migliore per richiamare i giovani all’importanza dei giorni della memoria e a una battaglia che non deve mai finire: una battaglia contro le discriminazioni di ogni tipo, perché alla Brigata Ebraica, che ha combattuto la Resistenza, non venga negato il diritto di sfilare a Milano il 25 aprile insieme agli stendardi delle altre formazioni partigiane.
Avvicinandoci al Tigullio, Getto Viarengo ci offre una cronaca asciutta e senza retorica della liberazione di Chiavari e delle ultime drammatiche ore prima della resa dei fascisti, con l’ultimo morto in combattimento, ‘Basea’, un giovane partigiano piemontese venuto a morire sulla collina di Ri Alto a poche ore da quella che per i chiavaresi fu la  fine della guerra.
L’unica concessione, un po’ retorica se si vuole (ma molto suggestiva), all’agiografia della liberazione, l’abbiamo fatta chiedendo a Enrico Bertozzi della Scuola del Fumetto di disegnarci un Paolo Castagnino ‘Saetta’ a cavallo, armato di sten, che alla testa della brigata Longhi entra in Chiavari mostrando agli alleati che la via è libera. ‘Saetta’, e questa è storia, evitò così alla città un bombardamento da parte della colonna americana che, fermata a Lavagna dai colpi di cannone dei tedeschi attestati sulle Grazie, aveva subito perdite di uomini e intendeva reagire. Altre due tavole di Bertozzi illustrano efficacemente l’articolo di Viarengo. A entrambi va il ringraziamento di ‘Piazza Levante’.
Paolo Castagnino è stato per anni a Chiavari il simbolo del 25 aprile, non ha mai ‘gigioneggiato’ troppo e per questo è stato amato dai chiavaresi di tutte le famiglie politiche, che in questa ricorrenza si sono sempre ritrovate unite convintamente.
E lo sono state ancor più quando, a disonore di questa città, venne negli anni ’90 un sindaco, Vittorio Agostino, che con motivazioni strampalate e pretestuose decise di abolire la partecipazione comunale alle pubbliche manifestazioni del 25 aprile.
I chiavaresi e gli altri cittadini del Tigullio reagirono uniti e convinti. Il filmato della manifestazione indetta dall’Anpi (che riproponiamo sotto con le interviste di Marisa Spina) mostra la grande partecipazione di popolo e di istituzioni contro chi si rifiutava di celebrare pubblicamente la ricorrenza della liberazione.
Il nuovo sindaco di Chiavari, che sovente si richiama all’eredità di Agostino, si è dichiarato orgoglioso di guidare un’amministrazione antifascista. Non avendo ragione di dubitare delle sue affermazioni, lo consideriamo un buon passo avanti.

LA MANIFESTAZIONE DELL’ANPI A CHIAVARI IL 25 APRILE DEL 1998 CON LE INTERVISTE DI MARISA SPINA

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