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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Una Corte stabilisce che i piani assicurativi sanitari non devono escludere la chirurgia per l’affermazione di genere, ma qual è lo stato di salute della gender-affirming care negli Stati Uniti?

GAC è un termine ombrello che include tutti quei trattamenti sanitari che accompagnano una persona nel percorso di transizione di genere, da quello assegnato alla nascita a quello in cui si identifica
Il Procuratore Generale dello stato del West Virginia, Patrick Morrisey, che corre anche come candidato Governatore
Il Procuratore Generale dello stato del West Virginia, Patrick Morrisey, che corre anche come candidato Governatore
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Prosegue il nostro rapporto di collaborazione con la piattaforma ‘Jefferson – Lettere sull’America’, fondata e guidata dal giornalista Matteo Muzio. Il portale di ‘Jefferson’, con tutti i suoi articoli e le varie sezioni, è visitabile all’indirizzo https://www.letteretj.it, da dove ci si può anche iscrivere alla newsletter.

di LAURA GASPARI *

I diritti delle persone transgender e la gender-affirming care (GAC) sono uno di quei terreni su cui si combatte una vera e propria guerra culturale negli Stati Uniti di questi ultimi anni. GAC è un termine ombrello che include tutti quei trattamenti sanitari che accompagnano una persona nel percorso di transizione di genere, da quello assegnato alla nascita a quello in cui si identifica, dai bloccanti della pubertà, alla terapia ormonale e, in ultima istanza, la chirurgia. Si tratta di trattamenti sostenuti da evidenze scientifiche e con un approccio multidisciplinare, in cui non solo è coinvolta la medicina, ma anche la tutela della salute mentale. 

Questa è infatti centrale, poiché numerose ricerche hanno dimostrato come la disforia di genere impatti sul benessere della persona che non si identifica con il genere assegnato alla nascita, aumentando il rischio di soffrire di disturbi psicologici anche gravi, di abusare di sostanze e di arrivare potenzialmente al suicidio. L’attivismo anti-trans di politici ed esponenti repubblicani è diventato sempre più martellante e pressante, con il risultato che numerosi stati hanno implementato dei veri e propri ban sulle leggi a favore della gender-affirming care, rendendo la vita delle giovani persone transgender e delle loro famiglie un vero e proprio inferno. 

Arriva dunque come una ventata di aria fresca la decisione della Corte d’Appello del quarto Circuito, con sede a Richmond in Virginia. Secondo un’opinione della Corte dello scorso 29 aprile i piani di assicurazione sanitaria statali devono coprire le spese per gli interventi chirurgici di affermazione di genere per le persone trans, confermando due sentenze di due Corti più basse del North Carolina e West Virginia, che avevano rivelato come sia i piani di copertura sanitaria per dipendenti statali, che Medicaid – il programma federale di copertura sanitaria per disabili e meno abbienti – presentassero delle discriminazioni specificatamente sulle chirurgie di cambio di sesso. La Corte non è nuova a questo tipo di decisioni: sempre lo scorso aprile, ha stabilito che gli studenti trans hanno il diritto di utilizzare il bagno che si allinea al genere in cui si identificano e a riconoscere la disforia di genere come una disabilità da proteggere, così come aveva sovvertito il bando di una scuola media sovvenzionata dallo Stato federale a una ragazzina trans di 13 anni di competere negli sport femminili. 

Ovviamente la decisione non è passata in sordina per l’area più conservatrice. Il Procuratore Generale dello stato del West Virginia, Patrick Morrisey – che corre anche come candidato Governatore – ha dichiarato che farà appello alla Corte Suprema ed è sicuro di vincere. 

Qual è, tuttavia, lo status della gender-affirming care attualmente negli Stati Uniti?  Secondo KFF, think tank indipendente che si occupa di raccogliere dati sullo stato delle policy in materia sanitaria negli USA, più di 24 stati hanno bandito o limitato pesantemente il percorso di affermazione di genere per i minori, praticamente la metà del numero di stati federati. Il 38% degli adolescenti trans tra i 13 e i 17 anni vive in uno stato in cui esistono leggi che limitano la possibilità di intraprendere un percorso di transizione. Sempre KFF ha rilevato che sono 22 gli stati dove il personale medico sanitario può incorrere in sanzioni penali coinvolti nella Gac. 

Gli stati in cui è passata una legge che bandisce o limita l’accesso alle cure per la transizione di genere per i minori sono: Idaho, Montana, North Dakota, South Dakota, Wyoming, Nebraska, Iowa, Utah, Arizona, Missouri, Oklahoma, Indiana, Ohio, West Virginia, Kentucky, North Carolina, Tennessee, Georgia, Florida, Alabama, Mississippi, Arkansas, Louisiana e Texas. Di questi, solo la legge in Arkansas è stata bloccata permanentemente da un giudice distrettuale. In Montana, Ohio e Florida è bloccata temporaneamente, mentre in Wyoming deve ancora entrare in vigore. In Idaho, invece, nonostante il blocco di un giudice federale, la legge di totale divieto è tornata in vigore grazie all’intercessione della Corte Suprema, a maggioranza conservatrice, lo scorso 15 aprile. 

Nonostante l’Amministrazione Biden si sia impegnata a combattere la discriminazione delle persone transgender su suolo americano, anche a livello legislativo federale, la crociata conservatrice non si ferma e non sembra perdere terreno. Nonostante le maggiori società scientifiche americane abbiano stabilito che la Gac è clinicamente appropriata per minori e adulti, le persone transgender continuano a incontrare ostacoli, anche per quanto riguarda il costo monetario per la loro transizione. Costo che non tutti si possono però permettere, in un Paese dove la sanità è a volte un bene di lusso.

(* medical writer e vicedirettrice di ‘Jefferson – Lettere sull’America’)

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