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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Tari, sessanta giorni di tempo per decidere sugli eventuali rincari. Chi non è gestito da Amiu rischierà di meno

Stagnaro (Casarza Ligure): “Abbiamo fatto bene a chiedere il bando per la gestione dei rifiuti nel Tigullio e a non accettare l’azienda in house”
Amiu gestisce la raccolta dei rifiuti a Genova e in molti comuni dell'area metropolitana
Amiu gestisce la raccolta dei rifiuti a Genova e in molti comuni dell'area metropolitana
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di ALBERTO BRUZZONE

Per calcolare l’importo esatto della Tari, ovvero la tassa sui rifiuti, i comuni avranno tempo sino al prossimo 30 giugno. È stata concessa, com’era nell’aria da giorni, una proroga di due mesi. La notizia è arrivata nei giorni scorsi: è stato depositato l’emendamento del Governo al Decreto Superbonus, all’esame della Commissione Finanze del Senato, che prevede il differimento al 30 giugno 2024 del termine per i comuni per approvare i piani finanziari e le tariffe relativi alla Tari. 

Sessanta giorni in più e proprio in virtù di questa finestra che si è aperta il sindaco della Città Metropolitana di GenovaMarco Bucci, ha chiesto ai consiglieri e agli uffici tecnici di lavorare ulteriormente con i gestori del servizio per limare ancora di più le prospettive di rincaro fissate in base all’andamento dell’inflazione.

“L’invito – conferma Gabriele Reggiardosindaco di Casella e consigliere metropolitano delegato alla transizione ecologica e al ciclo dei rifiuti – ci è arrivato dopo che è stata concessa la proroga. Sembrava già tutto deciso e invece questo ci dà la possibilità ulteriore di portare avanti un confronto con Amiu”.

La stessa Amiu (che si occupa della raccolta della spazzatura per il Comune di Genova, per il Golfo Paradiso e per gran parte dei comuni del Genovesato) mercoledì scorso aveva già comunicato un proprio verdetto alla Città Metropolitana: un aumento del 6,8% da spalmare su due anni. Questa la suddivisione ipotizzata: nel 2025 aumento del 5,5%, mentre nel 2026 aumento dell’1,3%, in base ai calcoli che Amiu ha svolto tenendo conto dei propri bilanci.

Così, alla luce di questo, in Città Metropolitana gli uffici tecnici si sono occupati delle operazioni di consulta di tutti i comuni dell’Ato (l’Ambito Territoriale Ottimale, ovvero sessantasette amministrazioni), e poi sarebbe dovuto uscire il documento ufficiale e definitivo. Ma l’arrivo della proroga da Roma ha indotto tutte le parti in causa ad approfittarne e prendere dell’altro tempo. 

“Ci lavoreremo ancora, per migliorare – prosegue Reggiardo – E poi, una volta fissata la percentuale, spetterà a ogni singolo comune fare le proprie valutazioni. Nel senso che Città Metropolitana darà la sua indicazione, mentre i sindaci potranno stabilire se far pesare questo rincaro ai cittadini o provvedere diversamente”.

Ci saranno comuni a posto con il bilancio che cercheranno di far scendere quella percentuale destinata a finire in bolletta attraverso risorse proprie, come sembra intenzionato a fare anche il Comune di Genova, utilizzando pure una parte dei proventi della tassa di soggiorno, visto che la normativa lo consente. Per gli altri comuni, dipenderà dai singoli amministratori: “A Casella ad esempio – racconta Reggiardo – in bolletta finirà un rincaro del 2,6%, mentre tutto il resto sarà a carico del Comune, se non cambieranno ulteriormente le cose. C’è stata molta disinformazione sul tema della Tari, messa in giro ad arte da alcuni sindaci. Gli aumenti della Tari questa volta sono dovuti all’inflazione e niente altro, i risultati della raccolta differenziata non c’entrano nulla”.

Sul tema Tari, dopo Ascom Confcommercio, è intervenuta anche Confesercenti, con il suo presidente genovese, Massimiliano Spigno: “Un ulteriore rincaro delle già salatissime tariffe Tari in vigore è insostenibile per la gran parte delle attività economiche, specie quelle legate al mondo della ristorazione: è necessario neutralizzare gli aumenti e ripensare, in particolare, la tariffazione delle aree pubbliche, differenziandola da quella prevista per le superfici interne ai locali”.

Ma se le prospettive di rincari riguardano i comuni serviti da Amiu, non dovrebbero invece esserci problemi per quelle amministrazioni che si sono affidate a un altro gestore. E, nel Levante, si tratta di parecchi casi. Un paio di anni fa i sindaci del Tigullio avviarono una strenua battaglia in Città Metropolitana per evitare che Amiu diventasse l’azienda unica a gestire il ciclo dei rifiuti. Anche ‘Piazza Levante’ fu al fianco di chi combatté questa battaglia assolutamente di buon senso. Finì che il territorio riuscì a ottenere la gara, e oggi quei risultati li commenta uno dei sindaci che, in allora, si diede maggiormente da fare, ovvero Giovanni Stagnaro, primo cittadino di Casarza Ligure: “Abbiamo fatto bene a chiedere il bando per la gestione dei rifiuti nel Tigullio e a non accettare l’azienda in house”. 

Alla fine vinse Aprica, un’azienda lombarda, e il bello è che non sono stati chiesti rincari in base all’inflazione, perché “i conti sono in ordine e l’azienda può assorbire l’eventuale extracosto direttamente sul proprio bilancio, visto che sta bene finanziariamente. Questo per noi è un vantaggio, perché ci tiene lontani dai problemi che hanno invece altri comuni con altri gestori”. 

Stagnaro ribadisce il concetto: “Noi abbiamo sempre chiesto la gara perché sapevamo che la situazione debitoria di Amiu avrebbe potuto riversarsi anche sul Tigullio. Se ora fossimo stati sotto Amiu, sarebbe avvenuto puntualmente”. Secondo il sindaco di Casarza, “la decisione da parte loro di aumentare del 6,8% non stupisce, e non dipende solamente dall’inflazione. Quella c’è, nessuno lo discute, ma è stata indubbiamente una leva”.

Quanto a Casarza, “qui la raccolta differenziata ha ampiamente superato il 70%, e in tutto il Tigullio ci aggiriamo intorno a quella quota. Siamo riusciti a tarare un sistema misto che comprende le isole di prossimità, senza l’ansia della raccolta porta a porta che è sì efficace, ma costringe i cittadini a sopportare anche parecchi disagi. Noi abbiamo sempre sostenuto che la Città Metropolitana dovrebbe stare più vicina alle esigenze del territorio. Noi del Tigullio siamo una parte importante, e siamo riusciti in questa battaglia perché siamo rimasti uniti. Ora ci rendiamo sempre più conto che abbiamo fatto bene a portarla avanti e che avevamo ragione”.

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