di DANILO SANGUINETI
Un uomo di colore che proviene da un altro mondo, quello che una volta si definiva il Terzo, immigrato in Italia da Cuba, che si adatta a leggi, abitudini, clima quasi diametralmente opposti a quelli ai quali era abituato e che deve fare i conti con una disabilità grave come la cecità, non nativa ma sopravvenuta nel ‘mezzo del cammin’, a 35 anni. Con Oney Tapia la vita non è stata tenera, la sorte gli giocò dieci anni fa un brutto tiro. Sarebbe stato molto facile per il giovanottone cubano alzare bandiera bianca, giustificarsi con lo scoramento, la rabbia e forse chiamarsi fuori. E invece no.
Ha deciso di mettersi in gioco, alla lettera. È diventato un campione multidisciplinare, plurimedagliato alle Olimpiadi, collezionando una serie di vittorie e piazzamenti a livello mondiale. È senza alcun dubbio una figura di riferimento per tutti i ragazzi che soffrono, in particolare per coloro che possono essere colti dallo sconforto per la mancanza della vista, per soffrire di quello che una volta con parola anglofona e antipatica si definiva handicap.
Poteva un uomo simile non rispondere agli inviti di due uomini di sport e figure di punta dell’associazionismo come Fabrizio e Nicolò Pagliettini, rispettivamente presidente del Panathlon sezione di Chiavari e anima della sezione locale Unione Ciechi e Ipovedenti? No naturalmente. Per di più come anfitrione c’era l’artista Franco Casoni, dal quartetto è scaturito un giovedì sera con incontro e cena conviviale indimenticabili.
Ecco come Pagliettini senior, Fabrizio, presidente del Panathlon, racconta l’evento: “Franco Casoni ha ospitato Oney Tapia, un campione che come lui stesso si è definito ‘Più forte del buio’”. Franco Casoni è uno straordinario intagliatore. Scolpisce il legno, ma anche pietra e marmo. “Aprendo, scavando, modellando i materiali grezzi, trova delle forme umane di rara bellezza, o degli stemmi di stile antico, o dei mobili da interni. La sua bottega è diventata una splendida ‘casa dell’arte’, nel cuore del centro storico chiavarese, in via Bighetti, 73; spesso Franco la apre per far conoscere nuovi artisti, per diffondere il respiro piacevole dell’incontro che ti lascia emozione”.
Ed ecco che dalla combinazione di sensibilità e talento nasce una serata magica. Ancora Fabrizio: “Con Franco accade sempre qualcosa di inusuale e potente. Passi di lì, incontri il suo sorriso accogliente e non puoi non rimanerne colpito, perché in quella bottega il tempo sembra si sia fermato, risvegliando in noi antiche e piacevoli sensazioni, lontane da stereotipi di vita quotidiana troppo spesso obbligata alla corsa, lontana dal respiro dell’anima”.
Un giovedì sera gli ha fatto visita un grande personaggio tutto da ascoltare e scoprire. Oney Tapia, atleta cieco che ha vinto diverse medaglie ai Giochi Paralimpici di Doha, Rio de Janeiro e Tokyo ma che è soprattutto un testimonial di come sia importante nella vita non abbattersi mai ma anzi trovare nuovi stimoli e nuove scommesse da vincere ripartendo proprio dalle difficoltà che la vita ci riserva.
“Nella vita tutto è possibile e i limiti che incontriamo li mettiamo noi per primi”, scrive nel suo libro ‘Più forte del buio’. Fabrizio e Nicolò sono rimasti stupiti: “Ci ha confessato di non avere nessun rimpianto. Ci ha detto: ‘Sinceramente non farei cambio con uno che ci vede. Questa esperienza mi sta arricchendo’”.
In molti pendevano dalle sue labbra. Il Panathlon Tigullio Chiavari e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Chiavari erano presenti per rendere omaggio a questo grande testimonial uniti nelle figure dei due presidenti, padre e figlio, Fabrizio e Nicolò, entrambi con una storia che poteva rivivere attraverso l’incontro con il campione. “Lo abbiamo apprezzato come campione paralimpico e come testimonial del valore più assoluto dello sport, lo sport che integra, concede opportunità, fa stare meglio e ci insegna a inseguire obiettivi. Incontrarlo è stato come riassumere in un volto la nostra ‘mission’. È stato un onore premiarlo a nome dei nostri club. Una vita al buio può insegnare a capire il colore della luce? Sembra strano ma è così”.
Nicolò Pagliettini insieme alla dolce metà Noemi Zerbone per conto della Unione italiana Ciechi e Ipovedenti di Chiavari hanno ideato la maglietta indossata da Oney che recava la scritta ‘Dividiamo un Brivido’, titolo di un brano di successo dei Pagliettini’s.
Per chi non sapesse l’incredibile storia di Oney, ecco un breve riassunto di una vita che meriterebbe di essere raccontata in un film: “Giocatore di baseball, si trasferisce in Italia nel 2002 per fare il lanciatore nella Old Rags Lodi e nel Montorio Veronese; successivamente inizia a giocare anche a rugby lavorando contemporaneamente come giardiniere. È durante tale attività che, nel 2011, viene colpito da un grosso ramo al capo e perde la vista per la lesione irreparabile del nervo ottico. Inizia quindi a giocare a ‘goalball’ e ‘torball’ con gli Omero Runners Bergamo e, nel 2013, si avvicina al mondo dell’atletica leggera paralimpica, specializzandosi nel lancio del disco e nel getto del peso.
Nell’ottobre del 2013 diviene primatista nazionale nel lancio del disco nella categoria F11 con 30,99 metri, record che infrangerà due anni dopo arrivando al vertice del ranking mondiale 2015 con un 40,26 metri ottenuti ai campionati italiani di Cernusco sul Naviglio. Entrato in nazionale, ottiene un tredicesimo posto ai Mondiali paralimpici di Doha del 2015, la medaglia d’oro nel lancio del disco e un quinto posto nel getto del peso agli Europei paralimpici di Grosseto del 2016 e, infine, la medaglia d’argento, sempre nel disco, ai Giochi paralimpici di Rio de Janeiro dello stesso anno.
Nel 2017 partecipa e vince il talent show Ballando con le stelle in coppia con Veera Kinnunen. Il 23 agosto 2018 agli Europei paralimpici di Berlino vince la medaglia d’oro nel lancio del disco F11, stabilendo anche il nuovo record mondiale con la misura di 46,07 metri. Nel 2019 conquista la medaglia d’argento ai Mondiali paralimpici di Dubai nel lancio del disco F11. Ai recenti Giochi paralimpici di Tokyo conquista due podi, vincendo la medaglia di bronzo sia nel getto del peso (dove stabilisce il proprio record personale) sia nel lancio del disco. È una delle stelle della FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali). Gli si può dire grazie per come ha saputo vedere oltre l’oscurità sfruttando quelli che molti normali neppure si sognano, la luce interiore.