(r.p.l.) Non ci sono tagli di posti letto per l’ospedale di Sestri Levante. Almeno per il momento. Per il futuro, invece, si vedrà. Ma è chiaro che, ogni qual volta si parla di contenimento della spesa in materia di sanità, la prima a tremare è sempre l’azienda sanitaria più piccola, ovvero la Asl 4 del Tigullio.
Dell’argomento si è parlato durante l’ultima seduta del Consiglio Regionale, martedì scorso, a seguito dell’interrogazione presentata dal consigliere del Partito Democratico, Luca Garibaldi. “Chiedo alla Giunta di riattivare una specialità medica con prioritaria vocazione pneumologica nell’ospedale di Sestri Levante. Il 31 marzo sono stati chiusi anche il reparto di medicina onco-pneumo-ematologica, con 22 posti letto, e questi 22 posti letto della medicina specialistica non risultano riprogrammati presso il polo ospedaliero di Sestri Levante”.
A replicare a Garibaldi, il neo assessore regionale alla Sanità, Angelo Gratarola: “L’attività pneumologica nella Asl 4 non solo non è mai cessata, ma è addirittura incrementata per il controllo dei pazienti con sindrome post Covid e i pazienti pneumologici che attualmente hanno necessità di un ricovero di primo livello nella Asl 4 trovano assistenza nell’area medica del presidio ospedaliero a diversa intensità di cura. Inoltre, nel piano di riorganizzazione di Asl 4 è prevista un’attività pneumologica che afferisce a una struttura semplice dipartimentale, anche con letti di degenza, con sede nel polo di Sestri Levante”.
Nessun taglio quindi, come confermato dal consigliere regionale di Forza Italia, Claudio Muzio, che siede nella Commissione Sanità: “Non vi è alcun taglio di posti letto all’ospedale di Sestri Levante, come invece sostenuto nei giorni scorsi dal capogruppo del Pd in Regione, Luca Garibaldi, e dalla deputata Valentina Ghio. I posti del reparto Mope (Medicina Multidisciplinare ad indirizzo onco-pneumo-ematologico, oggi Mopei con l’aggiunta dell’indirizzo infettivologico) esistono tuttora e sono utilizzati secondo il criterio dell’intensità di cura, in maniera flessibile e adattabile in base ai bisogni del momento”.
Secondo Muzio, “l’assessore Gratarola ha chiarito che l’attività pneumologica nella Asl 4 non è mai cessata pur avendo avuto una contrazione del personale, ed è anzi incrementata per quanto riguarda ad esempio i controlli dei pazienti post-Covid. L’assessore ha altresì confermato che i pazienti pneumologici che attualmente hanno la necessità di un ricovero di primo livello in Asl 4, trovano opportuna collocazione nell’area medica a diversa intensità di cura presso l’ospedale di Sestri Levante. Quella fornita dal Pd è quindi un’informazione strumentale, fuorviante e distaccata dalla realtà. Da parte mia garantisco l’impegno, anche in vista della discussione del nuovo Piano sociosanitario regionale, per fare sì che per l’ospedale della Val Petronio vi sia la piena attuazione di quanto previsto negli scorsi anni ed anche, più recentemente, dal Pnrr”.
Per Asl 4 sono in arrivo dal Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, come annunciato nei mesi scorsi, ben trenta milioni di euro, destinati all’acquisto di nuovi macchinari, all’ammodernamento delle strutture, agli interventi di adeguamento antisismico, alla digitalizzazione del Dea di Lavagna, a cui si aggiungerà la realizzazione della rete territoriale della case di comunità, degli ospedali di comunità e delle centrali operative territoriali, ovvero quel progetto di riqualificazione della sanità territoriale che dovrebbe da un lato garantire una risposta molto più efficace ed efficiente ai bisogni di salute dei cittadini e, dall’altro, proteggere i nostri ospedali dagli accessi impropri in particolare nei pronto soccorso.
In particolare, in Asl 4, verranno realizzate tre case di comunità all’ospedale di Rapallo, l’ospedale di Sestri Levante e il polo distrettuale di Chiavari, due ospedali di comunità nei presidi di Rapallo e Sestri Levante, e due centrali operative territoriali negli ospedali di Sestri Levante e al Polo distrettuale di Chiavari. Arriveranno inoltre, sempre attraverso il Pnrr, 12 milioni di euro per interventi di adeguamento antisismico (7,8 milioni di euro), ammodernamento delle apparecchiature (1,7 milioni di euro) e digitalizzazione del Dea di Lavagna (2,6 milioni di euro). A queste risorse si aggiungono oltre 15 milioni di euro di fondi ex articolo 20 della legge finanziaria del 1988 per l’edilizia sanitaria e per nuove apparecchiature. Tutte prospettive positive e incoraggianti, ma la riorganizzazione andrà seguita passo dopo passo, per non trovarsi in mezzo a brutte sorprese.