di DANILO SANGUINETI
L’ufficio in mezzo al bosco. Un open space che più open non si potrebbe, ampio quanto l’intero territorio del Parco naturale di Portofino, con dependance che vanno da Genova alle Cinque Terre. Altro che telelavoro e incarichi a distanza, Claudio Solimano è un privilegiato che svolge la sua mansione – guida naturalistica – respirando a pieni polmoni e dando ossigeno pure al nostro turismo perché ha fatto della sapienza geografica-storico-naturalistica un’arte.
La sua professione è environment friendly, eco sostenibile, anzi ‘eco-plus’ perché protegge un patrimonio e contribuisce a generarne un altro senza quasi saperlo. Più di una guida quasi un esploratore dato che piazza sotto i riflettori vie, siti, colori e sapori, vicende ignote ai turisti comuni, a gran parti di quelli speciali e pure agli abitanti di questa zona che colpevolmente dimenticano in quale “paradiso per niente artificiale” sia toccato loro vivere.
Il territorio è il nostro petrolio, va tenuto sempre presente. Guai ad accontentarsi di mungere il turista offrendogli sole, mare e aria pulita. Qualità innegabili che oggi come oggi ce l’hanno anche molti altri e in quantità industriali e a costi competitivi.
Neppure il discorso ‘siamo a due passi’ dai centri industriali del Nord e a ‘un tiro di schioppo’ dalle teutoniche falangi nell’era dei trasporti iperveloci e della prenotazione digitale sono atout buoni in ogni stagione e per ogni bandiera. Il vero plusvalore della nostra zona è quell’unicum di natura, tradizione, costume, storia in grado di soddisfare un ampio spettro di palati, metaforici come reali.
C’è una varietà di panorami che ha pochissimi rivali, scenari collegati o quasi, distanze copribili da comuni mortali, che non richiedono abilità da Iron Man. Passi dalla cala al calanco in pochi metri, dalla cozza alla piccozza quasi solo girando lo sguardo. Il trait d’union, il ‘trattino’ che collega mare e monti è fatto di carne e ossa, è Claudio Solimano la guida ambientale escursionistica abilitata Liguria della cooperativa Dafne che lavora con l’ufficio informazioni turistiche del Comune di Rapallo.
“Sono l’addetto all’informazione turistica a Rapallo come presso l’Ufficio informazioni turistiche di Santa Margherita Ligure. Oltre al ruolo di guida ambientale escursionistica presso Labter Parco di Portofino sono addetto alla segnaletica sentieristica in Liguria”. Una sfilza di impegni mica da ridere che farebbe pensare a una lunga carriera nel ramo per l’ancora giovane Claudio (39 anni). Invece il rapallese, che ancora risiede nella sua città natale, ha alle spalle un paio di vite alternative.
“Mi sono laureato in Scienze geografiche, territorio e turismo presso l’Università degli Studi di Genova. In precedenza ho frequentato l’Istituto Tecnico Commerciale Liceti. Ho fatto il tecnico informatico, l’impiegato, il barista, il professore al Caboto di Sestri e all’Istituto Natta De Ambrosis a Chiavari”.
La vocazione però era altrove. “Ad inizio dello scorso decennio ho seguito un corso di formazione per guide all’Acquario di Genova e Museo del Mare. Le prime esperienze accompagnando le classi di studenti in visita al Parco di Portofino. Nel 2013 ho ottenuto l’abilitazione alla professione di guida ambientale escursionistica: da lì in poi mi sono concentrato su questo lavoro, anzi se permettete, su questa missione. Ho allargato mese dopo mese, giorno dopo giorno il mio ‘raggio di azione’, oggi posso accompagnare comitive dalle Cinque Terre al Parco dell’Antola, anche se ‘la mia base di operazioni’ restano il Tigullio e il meraviglioso Parco di Portofino”.
Claudio osserva che il territorio della riserva naturale e storica che ha come centro l’antico vulcano ormai spento è uno scrigno di tesori senza fine. “Non pensate solo alle meraviglie paesaggistiche e naturali. Per un’escursione nella storia non c’è solo la pur scintillante gemma di San Fruttuoso. C’è per esempio un interessantissimo excursus tra le postazioni militari create dalla difesa costiera italiana e poi dai tedeschi per proteggere la costa durante la Seconda Guerra Mondiale. Ci sono batterie antinave e di avvistamento aereo, bunker rimasti intatti o quasi”.
Un lato sconosciuto ai più, gli stessi ‘più’ che stanno tornando a calpestare mulattiere, viottoli e sentieri che si inerpicano per le montagne che costellano il Levante. “In otto anni ho visto aumentare l’interesse e di conseguenza crescere la partecipazione alle nostre iniziative perché ciò che sino a poco tempo fa sembrava fuori del tempo è tornato prepotentemente di moda. Un po’ la accresciuta sensibilità ai temi ambientali, molto la diffusa consapevolezza che camminare, soprattutto se immersi nella natura, fa molto bene. La spinta definitiva è venuta dalle attuali condizioni sociali. Che cosa c’è di più sicuro che stare all’aperto, accompagnati da persone esperte, in gruppi ridotti di persone?”.
La pandemia, si intuisce, non ha rallentato la impetuosa crescita dell’escursionismo informato. “Si sta diffondendo da noi la cultura del walking che nei paesi avanzati è quasi una religione. Da parte mia e di quelli che con me collaborano ci mettiamo un’attenzione scrupolosa a ogni dettaglio e un’offerta informativa che vada bene per qualunque tipo di cliente”.
Ecco un aspetto che in pochi, e tra questi Claudio, sanno capire. “Devi adattare il percorso all’escursionista, non viceversa. Quando vengono da me valuto il loro livello di allenamento ed esperienza in materia. C’è il sentiero per le capre e il cammino per chi è alle prime armi. Voglio che chi viene con me prima di ogni altra cosa esca dalla esperienza contento e arricchito di qualche nozione. Senza esagerare”.
Altro fattore essenziale per Solimano. “La sicurezza. In primis oggi ci sono le restrizioni sanitarie: negli anni scorsi portavo gruppi forti di 20-25 persone, oggi ci limitiamo ad accompagnare plotoni di massimo 15 persone”. Poi ci sono le precauzioni generali. “Inutile che ricordi come si legga quasi ogni settimana di escursionisti persi lì o infortunatisi là. Il fare da soli in zone ignote non è mai una idea vincente, anche in boschi, spiagge, salite, discese, apparentemente facili e amichevoli come quelle della nostra Liguria. Infatti noi guide siamo non solo pratiche di primo soccorso medico, ma io curo anche la copertura GPS dei vari sentieri, traccio attentamente la segnaletica, e ho persino una mappa dei posti dove i cellulari e le radiotrasmittenti ‘prendono’ e dove invece non c’è segnale”.
Niente è lasciato al caso anche nello stilare il programma degli eventi. “In estate con il caldo privilegiamo la montagna, nelle altre stagioni quando fa più freddo puntiamo sulle escursioni costiere, anche passando per le spiagge”. Si immagina che uno scarpinatore professionale come Claudio si riposi facendo il pantofolaio… “Mai nella vita! Nei giorni di vacanza afferro lo zaino e parto alla scoperta di itinerari alternativi. Posso assicurarvi che non ho ancora finito di esplorare questa regione. La Liguria non è estesissima ma la sua orografia regala inesauribili o quasi scoperte”.
La sua giornata lavorativa va ben oltre le 8 ore impiegatizie. Mattina e pomeriggio negli Uffici informazioni, poi le gite e le escursioni e alla sera… “C’è da mettere sui social quanto fatto perché al giorno d’oggi se non ‘esci’ sui vari siti, se non sei presente nel digitale, non esisti e quindi non conosci altri potenziali clienti”. Ecco perché la sua pagina Facebook ‘Claudio Solimano guida ambientale escursionistica abilitata Liguria’ è più aggiornata di quella di un influencer o di un calciatore. “Va bene così perché vediamo aumentare di giorno in giorno le richieste e le prenotazioni. E sappiamo che ogni persona che portiamo con noi è un innamorato in più della nostra magnifica regione, uno che avrà capito quanto siano importanti i nostri parchi, a cominciare da quello dove risiedo”.
Belle e commoventi, se non ci fossero a turbare le diatribe sulle modifiche da apportare ad area e regolamenti del parco nazionale di Portofino. Un Cicerone (l’originale) ci scriverebbe le Portus Delphini Disputationes e qualche Catilinaria. Ma non è compito di Claudio che invece continua a voler fare solo e al meglio che può la Guida escursionistica e ambientale. E non è poco. Una guida è anche un guardiano, uno che controlla, che vigila su vandali, dichiarati e no, cementificatori e piromani, quelli che si celano dietro l’interesse pubblico e le priorità economiche, brutta genia che sfrutta, ahinoi sempre più spesso, gli occhi distratti e le orecchie tappate nelle amministrazioni nazionali e non. Una figura fondamentale. Un incarico che è e sarà sempre più prezioso. Meno ascetico di un Virgilio – anche se qualche scampolo di Paradiso te lo indica – meno sussiegoso di un Cicerone – eppure le nozioni che ti fornisce basterebbero per una tesi di laurea – alla fine utile come un Gandalf capace di estrarre dai suoi ‘seguaci’ doti – coraggio, intuizione, sensibilità – che non sapevano di possedere. Uno stregone che se proprio deve usare la magia non lancia incantesimi: il suo ‘Tu non passerai!’ sta nelle norme che proteggono un paesaggio ancora (sorprendentemente) incorrotto.