di ALBERTO BRUZZONE
Accesso al mondo del lavoro, contratti, alternanza scuola lavoro, politiche governative, raffronto tra situazione italiana e situazione estera, Piano nazionale di ripresa e di resilienza: sono moltissimi i temi trattati sabato scorso, al Giardino dei Lettori della Società Economica di Chiavari, in occasione del terzo e ultimo incontro del ciclo ‘Il Giardino delle Idee’ promosso dalla stessa Società Economica con la collaborazione del Banco Bpm.
Ad animare il dibattito sono stati la giornalista Silvia Sciorilli Borrelli, corrispondente italiana del ‘Financial Times’, e Salvatore Poloni, condirettore generale di Banco Bpm e presidente del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro di Abi, ovvero l’Associazione Bancaria Italiana.
Al centro del pomeriggio, il libro di Silvia Sciorilli Borrelli, ‘L’età del cambiamento. Come ridiventare un paese per giovani’ (edito da Solferino), che è stato il punto di partenza per il ragionamento di Poloni e della stessa autrice.
Il dirigente di Banco Bpm ha portato la sua esperienza di manager con parecchie attività nel suo curriculum, e ha ricordato la particolare attenzione del suo gruppo bancario verso le nuove generazioni. Secondo Silvia Sciorilli Borrelli, “ognuno coltiva il proprio orticello lontano dalla cosa pubblica. Ci lamentiamo, all’interno di una bolla di amici, disinteressandoci della condizione della nostra generazione e della società. Siamo scesi in piazza per i diritti e per l’ambiente, ma sui temi del lavoro abbiamo perso le speranze. Forse l’individualismo è un antidoto: permette di emergere in un contesto che non favorisce la collettività. L’ascensore sociale è fermo ovunque. C’è un malessere diffuso. In Italia è amplificato dalla condizione economica, vessata da crisi, debito pubblico, stipendi fermi dagli Anni ’90 e un sistema sindacale ancorato al passato, che non tutela certo i giovani”.
L’invito è a interessarsi di più del proprio futuro, a rendersi parte attiva anche per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse del Pnrr, a non mancare le occasioni di cambiamento. L’autrice dice di aver parlato ai giovani e conclude: “Non ci siamo appropriati del dibattito pubblico che ci riguardava. Negli ultimi anni lo scontento si è trasferito dalle piazze alla rete, questo in parte ha contribuito a una defezione dalle manifestazioni pubbliche. Anche la cosiddetta ‘fuga dei cervelli’ può essere considerata una forma di ribellione. Tanti però si sono arresi a un paese che non è per giovani e non vuole cambiare. Non è stato utile nemmeno il voto di protesta, confluito nel Movimento 5 Stelle. L’idea di aprire il Parlamento ‘come una scatoletta di tonno’ e mandare a casa ‘i vecchi’ non ha funzionato. Il cambiamento passa dalle riforme, per cui ci vogliono esperienza, competenza e visione politica”.
Un punto sul quale ha concordato Salvatore Poloni: “In Italia attualmente ci sono diciassette ultrasessantacinquenni per ogni bambino e ci sono 3,5 ultrasessantacinquenni per ogni persona in età da lavoro. Le risorse che abbiamo sono nei giovani, ma non li sappiamo valorizzare. Dovremmo stare fermi per un anno e pensare solamente alle riforme e a come affrontare il tema dei giovani. Anzitutto, creando i presupposti affinché non debbano per forza andare all’estero”.
Secondo Poloni, “in Italia manca una cultura meritocratica, che è esattamente quella che consente di far funzionare l’ascensore sociale. I nostri giovani emigrano all’estero, dove il lavoro è molto meno tutelato, ma è più stimolante perché c’è una maggiore cultura meritocratica”. Questa è una delle direzioni da prendere. Il resto è contenuto in una serie di proposte ben analizzate nel libro di Silvia Sciorilli Borrelli, che è un lavoro importante non solo perché fornisce dati e statistiche sulla situazione attuale, ma anche perché apre a prospettive e soluzioni. Una via d’uscita c’è. Ed è un bel punto di partenza, se la si vorrà percorrere.
L’INCONTRO CON SILVIA SCIORILLI BORRELLI E SALVATORE POLONI AL GIARDINO DEI LETTORI