di ALESSANDRA FONTANA
Da Santo Stefano d’Aveto al Brasile. È questa la storia di Mario Cella che ha speso la sua vita per gli altri e per questo ha ricevuto un riconoscimento importantissimo. Un’onorificenza consegnata dalla Vice Console a Recife Patrizia Fanelli a nome del Presidente della Repubblica italiana. Dal 2022 infatti Cella è Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia: “Per la rilevanza della propria attività, l’autorevolezza della persona, e la capacità di mettersi al servizio dell’Italia. Presenti alla cerimonia l’Agente Consolare Onorario, la rappresentate al ComitEs-NE, la famiglia Cella e tutta la comunità italiana del Maranhão con il cuore”.
Visto il legame con Santo Stefano, la precedente amministrazione aveva deciso di organizzare un momento di festa per il concittadino illustre. Una sorta di festa per riabbracciare il professor Cella che si è svolta qualche giorno fa nel cuore del paese. A premiare Cella i consiglieri di maggioranza e il vicesindaco Mattia Crucioli.
Da sempre appassionato di cultura, ha studiato al seminario di Bobbio, ha ricoperto ruoli importanti all’interno dell’università e all’interno dei governi promuovendo la cultura artistica. “È stato ricevuto dal presidente della Repubblica e ha ottenuto la stella perché ha promosso la cultura e la collaborazione tra l’Italia e gli altri paesi – racconta Crucioli – Essendo originario di Santo Stefano, la scorsa amministrazione ha deciso di consegnarli due targhe. Una a nome dell’amministrazione l’altra a nome della cittadinanza”.
Cella, commosso, ha ringraziato tutti gli intervenuti: “Per me è un onore aver ricevuto la Stella da Mattarella, non me lo aspettavo. Sono stato indicato dal console di Maranhão. Sono partito nel 1965, il giorno dopo l’inaugurazione di quella che si chiamava cabinovia. Da allora ho conosciuto diversi italiani, i frati e Lorenzo, un uomo che aveva fatto parte della Repubblica di Salò”.
Da allora Cella ha fatto molta strada e ha incontrato e aiutato diversi volti: “C’è un associazione che si chiama Circoli Italia composta da discendenti italiani e non solo che si occupa di tramandare la cultura, studiano la lingua… e io ho cercato di assisterli”.
Tante le esperienze accumulate anche da console onorario: “Ho cercato di aiutare tutti e di integrare le due culture”. E alla fine del discorso il ringraziamento più sentito: “Sono molto grato a Santo Stefano, perché io sono di Santo Stefano sono nato qui. C’è la contrada, la casa dove sono nato” e a quel punto per tutti i presenti è stato impossibile trattenere le lacrime.
