Lo spray al peperoncino costa 13 euro e fa bella mostra dietro al bancone. Si può acquistare appena compiuti 16 anni e per le donne può essere un valido aiuto anti aggressione: “Lo compra soprattutto chi viaggia in treno, conosco una signora ottantenne che ha sventato una rapina ai suoi danni grazie a questa arma”, racconta Sergio Sanguineti, titolare del punto vendita ‘Armi – Caccia – Pesca’ di via Sant’Antonio, a Chiavari. Per la pistola che spara la sostanza urticante – più precisa della bomboletta – servono quasi 30 euro.
Così cambia il lavoro in questa bottega aperta dal 1955. Inizialmente sotto l’insegna ‘Mazzoni e Baldassarri’, moglie e marito che nel 1962 accolgono Sanguineti, un giovanotto fresco di licenza media, tra pistole e canne da pesca: “La mattina Gino Baldassarri insegnava meccanica a scuola, il pomeriggio vendeva e riparava armi, mentre nel tempo libero andava a caccia con mio padre. Ecco come entrai a lavorare qui. Guardandolo ho imparato, ma a me – precisa – la caccia non piace. E neppure mangio la selvaggina”.
La proprietà diventa esclusiva di Sanguineti undici anni più tardi e mai più cambierà nome: c’è il suo volto cordiale e l’inconfondibile sorriso ad accogliere le persone in questo piccolo locale del centro storico. “Ma da allora – ammette – è cambiato tutto. C’erano meno restrizioni, meno burocrazia. Pensi, per vendere le cartucce avrei dovuto avere uno spazio a sè stante. Mi sono rifiutato e così non le tengo più”.
Gli affari sono in calo, i tempi d’oro sono passati. L’hobby della pesca e della caccia? Sempre più raro. D’altronde è tutto un costo: 300 euro circa per prendere il porto d’armi uso sportivo, 90 euro all’anno la tassa regionale per i cacciatori. E poi le armi hanno un prezzo non per tutte le tasche: “Per una pistola si parte dai 600 euro; per un fucile semi automatico serve il triplo, circa 1.700 euro già scontato: più di un mese di stipendio per una persona normale, anche se bisogna dire che durano una vita. E pensare che quando entrai in negozio bastavano 32mila lire per una doppietta con i cani esterni…”.
Pistole, fucili e pure lame. In vetrina c’è il famoso coltellino svizzero della Victorinox: “Il suo fascino non tramonta mai, sono eccezionali. L’ultimo, quello completo con pinze, squama pesci e lente d’ingrandimento, costa 89 euro”. Da Sanguineti si entra anche per comprare regali alternativi a smartphone e videogiochi come la canna da pesca.
Le cifre sono più competitive delle armi: “Dieci euro per un modello base, quindici euro per il mulinello”. Nel retro bottega ci sono anche le esche vive. I famosi cagnotti, “quelli che vanno di più perché costano meno”, e poi i vermi di terra, l’arenicola, l’americano e una lunga batteria di vermi per ogni necessità. Ovviamente ci sono i pastoni, già preparati, e le esche artificiali come i ‘cucchiaini’ e la polpara con granchio arancio fluo.
Un giro per gli scaffali e spuntano le torce capaci di illuminare fino a 120 metri. “Abbiamo anche queste che si mettono direttamente sulla testa”, mostra Sanguineti. Chi abita in villa sa di cosa si parla. A proposito, in questi giorni si discute della legge sulla legittima difesa: “Favorevole, ne parlano da anni ma non passa mai. Speriamo sia la volta buona anche se non ci credo”.
Non chiamatela politica, è questione di business.
DANIELE RONCAGLIOLO