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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Rupinaro Sport, quando l’importante è partecipare

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Rupinaro Sport è l’unica squadra decoubertiniana del Levante: le importa partecipare, non disdegna vincere, stravincere non le interessa. Una scelta consequenziale a una visione più ampia del mero impegno sportivo. Fondata nel 2014 la società su ispirazione del comitato di quartiere e la comunità parrocchiale. Ha iniziato dal gradino più basso e lì è rimasta, pur avendo le qualità per elevarsi: una scelta coerente con i suoi principi, mostrando una fermezza che pochi ebbero e che pochissimi avranno.

Una filosofia fuori dagli schemi
Ilario Ghiorzo, più che un dirigente un catalizzatore, trait d’union tra il presidente don Fausto Brioni, il vice Roberto Devoto, lo staff tecnico e gli atleti tutti, riassume i primi cinque anni di esistenza del Rupinaro Sport con due aggettivi: “Fedeli e felici. Fedeli alla linea che ci eravamo dato, decisi a dare uno sfogo alle energie dei giovani del quartiere, ad aggregare diverse esperienze e proporre un modello di sportivo un po’ fuori dagli schemi consueti. Non abbiamo mai vinto il campionato, siamo sempre arrivati tra i primi. Mi sembra un’ottima media, diventa migliore considerando che non abbiamo mai perso il sorriso. Rifiutate le esagerazioni, le estremizzazioni di quello che era e resta un gioco, mettendoci tutta la passione del mondo, senza mai perdere quel po’ di sale che abbiamo in zucca”. Nel torneo di Terza appena conclusosi il Rupinaro di mister Bandini si è fermato alla semifinale promozione: sconfitto in casa del Carasco in maniera netta. Un 4-1 incassato senza drammi: “Ci resti male se vieni surclassato da un avversario meno forte, in questa sfida il nostro antagonista era manifestamente più forte”.

Fenomeni? No grazie
Riconoscimento dei meriti altrui, divieto di rifugiarsi nelle solite giustificazioni di comodo (l’arbitro, le assenze, il campo avverso, il destino cinico e baro…). Sono veramente delle mosche bianche gli ‘altri’ biancocelesti chiavaresi. “Non vogliamo fare i fenomeni. E ci tengo a sottolineare che non è una scelta impostaci dall’alto. Essendo dilettanti all’ennesima potenza, l’autogestione finanziaria è una necessità, non una virtù. Ci tassiamo per sostenere i costi del torneo e la forma migliore che abbiamo trovata è quella di un regolamento interno con un campionario di multe da pagare a ogni effrazione: si va dalla bestemmia in campo alle squalifiche, passando per ammonizioni, ritardi agli allenamenti e altri comportamenti che danneggiano il rendimento della squadra. Sebbene l’entità delle ammende sia contenuta (si parte da 2 euro e non si sale oltre i 10 euro) a fine stagione ci troviamo un gruzzolo che adoperiamo per comprare gli attrezzi del mestiere, dai palloni ai cinesini – i tronchi di cono che servono per delimitare il campo degli esercizi – passano per maglie e altri indumenti di gioco”.

Un esempio da seguire
L’esperimento tentato il primo anno si è sviluppato torneo dopo torneo ed ora è una parte fondante del fenomeno rupinarese. “Il primo effetto è che abbiamo vinto per quattro volte la Coppa Disciplina della Terza Categoria e nella quinta ci siamo piazzati secondi. Ancora più importante, dal mio punto di vista, il secondo risultato ottenuto: i ragazzi hanno preteso che il codice di comportamento fosse mantenuto e che venisse ampliato. Ci hanno detto che si sentono tutelati maggiormente dall’avere un giudice terzo, imparziale, che traccia la rotta per tutti senza fare favoritismi”.
Sarebbe da farci un pensierino anche per organizzazioni e ambiti più elevati…”Noi ci accontentiamo di dare un esempio, sia pure piccolo. Lo stesso impegno dedicato alla prima squadra da due anni è stato esteso anche alle giovanili. Abbiamo allestito una Juniores e poi diverse leve di Primi Calci (6-9 anni) e una di Pulcini (10-11 anni)”. Una bella sfida in una città che ha un settore giovanile di livello nazionale. “Nessuna possibile concorrenza al vivaio dell’Entella. Siamo semplicemente un satellite che abbiamo pensato possa accogliere i ragazzini che per i più svariati motivi non hanno tempo e modo per approdare sulla stella principale. I genitori e i bambini possono scegliere un approccio al football che non è in opposizione ma semplicemente diverso da quello entelliano”.

Nei tornei provinciali le formazioni del Rupinaro Sport si stanno facendo onore. “E’ una riproduzione in scala del modello principale. Sia nei tornei principali che nei campionati CSI teniamo botta ed essere alle prime armi non ci fa sfigurare”. Sarebbe già percorso netto, ma Ghiorzo ha un altro fiore da mettere all’occhiello. “Abbiamo pensato e organizzato io, don Fausto, Devoto e Scarlasetta (gestore di una pagina Facebook su Internet completa e aggiornata come molte squadre ‘prof’ neppure si sognano) una manifestazione annuale, “Rupinaro incontra” dove invitiamo a parlare ai e con i nostri ragazzi alcune figure di spicco del calcio professionistico: dopo Ivano Bordon ed Enrico Mantovani, abbiamo per la prossima edizione intenzione di chiamare Antonio e Sabina Gozzi, la coppia presidenziale della Virtus Entella”.
Rupinaro chiama, le società professionistiche rispondono: vengono a fare un tuffo dove il prato è, per fortuna, più verde.

DANILO SANGUINETI

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