di DANILO SANGUINETI
La strategia dell’opossum battuta dalla tattica del camaleonte. Se siete un negozio di fotografia, il dualismo analogico-digitale è improponibile. La resilienza va riposta nell’armadio dei concetti buoni per una massima da Facebook o un epigramma sparato con un tweet.
Nella vita reale occorre duttilità, la capacità di fiutare il vento e volgere la prua lontano dalle secche e spiegare le vele a dispetto della bonaccia. La mancanza di fantasia è un lusso che non ci si può permettere in un settore commerciale che è stato più che modificato, peggio che rivoluzionato: l’avvento del digitale e dell’informatica massificata lo hanno tramutato in altro.
Un flash che ha fatto male agli occhi di chi sta dietro e non davanti all’obiettivo. Servono idee ed è d’obbligo l’intraprendenza, tipo quella spalmata a piene mani da Laura Musto, che ha preso dalle mani del padre Alessandro il testimone ed è la titolare di PhotoMega, il negozio di fotografia aperto al numero 92 di via Entella a Chiavari.
La linea ereditaria in questo caso è stata più circolare che retta. “Più o meno è così – ammette Laura – perché io ho chiuso il cerchio che mio padre iniziò a tracciare nel 1971, quando aprì l’attività di vendita di macchine fotografiche, vendita, realizzazione e sviluppo di pellicole sempre in via Entella ma al numero 235. Si chiamava FotoCine. Nel 1975 ampliò i locali. Nel 1977 gli affari andavano a gonfie vele, c’era bisogno di ulteriore spazio, si andò all’altro capo di Chiavari (zona Ponente) in via Prandina”.
E non fu l’ultimo spostamento. Con l’intento di migliorare la sede di lavoro e diversificare l’offerta Alessandro Musto (per moltissimi solo ‘Dado’) si spostò in altre zone e aprì altri negozi. Nel 2003 Laura, che aveva sin da piccolissima aiutato il papà, si mise in proprio. “Il negozio ha aperto a un centinaio di metri dal ‘primigenio’. La quarantennale esperienza di famiglia come base. Comprende il laboratorio fotografico, faccio assistenza tecnica sul materiale che vendiamo, a disposizione dei clienti anche per effettuare servizi fotografici di ogni tipo, dalle cerimonie alle feste, dalla ritrattistica alle sequenze paesaggistiche”.
Agli albori del secolo ci si poteva illudere che la diga della tradizione tenesse, del fatto che per fare belle foto servissero apparecchi di un certo livello sfruttati grazie a una preparazione adeguata. Oggi con i cellulari di ultima generazione accoppiati in un mix perverso a programma di ritocco che renderebbero accettabile persino il ritratto in soffitta di Dorian Gray, il più inetto tra i pigiatori di pulsanti sforna immagini pronte per essere pubblicate su riviste patinate. E i fotografi professionisti così come gli operatori commerciali hanno dovuto fare buon viso a… cattivo scatto.
“C’è voluto ben poco per comprenderlo. Da subito ho concordato con mio fratello, al mio fianco quasi da subito e che ancora oggi lavora con me in questa impresa, che non potevamo rimanere fermi sulle rendite di posizione, che servivano un diverso approccio e una visione più aperta, in grado di variegare l’offerta per andare incontro alle nuove esigenze”.
PhotoMega si organizza per offrire un’ampia gamma di servizi sia nel mondo analogico che digitale. “Abbiamo lasciato quello che una volta era il business principale, la vendita di pellicole e di apparecchi analogici. Ci sono ancora i ‘puristi’, quelli che usano una reflex e curano la trasposizione su carta con pazienza certosina, ma sono minoranza della minoranza. Il grosso sa che con un cellulare di ultima generazione fai qualsiasi cosa, parti da un’istantanea e arrivi ai panorami in 3D. A questo punto avevamo due opzioni: o chiudere baracca o adattarci. Naturalmente abbiamo scelto la seconda opzione”.
Puoi criticare, puoi metterti in retroguardia oppure mefistofelicamente ‘se non puoi batterli, unisciti a loro’. “Abbiamo pensato in prima battuta a offrire qualcosa in più e soprattutto di differente al popolo del telefonino. Dare valore a ciò che i loro device raccolgono e tengono nella memoria hadware, magari cancellando da quella neurale. Facciamo sì che una foto spiritosa, un momento romantico, uno scatto particolarmente riuscito venga trasferito su una base scelta dal cliente oppure venga personalizzato: possiamo stampare le immagini migliori su carta naturalmente, ma anche su magliette, tazze, cuscini, tele per quadri e poster. Un altro utilizzo che ha avuto un grande successo è quello di trasformare una propria foto in un puzzle, di grandezza a scelta. I regali di questo tipo vanno forte”.
Le regole sono cambiate anche per il laboratorio. “Continuiamo a sviluppare il materiale analogico (Rullini colorati, in B/N, Diapositive) e quello digitale, quest’ultimo sia prelevando le foto direttamente da smartphone oppure tramite chiavetta Usb o altro supporto digitale (Cd, Dvd). In parallelo abbiamo potenziato le macchine per garantire la transizione da analogico a digitale, altro tipo di domanda in crescita esponenziale: possiamo ‘estrarre’ le foto e i filmati da ‘anticaglie’ come le bobine, gli 8mm, i Vhs, le Vhs-C (le cassette), gli HI8, i MiniDV”.
In pratica PhotoMega è la barca che traghetta da un’era a un’altra centinaia di utenti che stentano a tenere il passo di un mutamento costante. Portarli da una sponda all’altra dove trovano i nativi digitali che spesso neppure si recano in negozio. Altra intuizione di Laura. “Le immagini che desiderano archiviare, catalogare, modificare possono essere inviate online, anche tramite una semplice email”.
Poi c’è il servizio che era partito in sordina e che sta prendendo campo: il mercatino dell’usato. “Acquistiamo e vendiamo in partnership con RCE Foto. Chi pensava che la cultura del riciclo non attecchisse tra gli amanti della fotografia, sbagliava di grosso”.
Le passerelle gettate sopra il fiume della contemporaneità stavano funzionando abbastanza bene. Quello che neppure un geniere accorto come Laura Musto poteva prevedere era l’onda di piena, possente quanto imprevista, della pandemia. “Le certezze sono crollate una dopo l’altra. I servizi fotografici, in studio e fuori, per eventi come cresime, battesimi, comunioni, matrimoni, lauree sono stati cancellati o quasi. Sino ad inizio 2020 lavoravamo parecchio sui ricordi delle vacanze da trasformare in book cartacei o digitali. Oggi non viaggia più nessuno, di conseguenza è un altro vuoto aperto nei nostri conti”.
I ponti hanno tremato, per fortuna la diga non è saltata perché Laura Musto ha escogitato il piano di riserva, una scolmatoio dove far confluire le acque in attesa che la bufera si plachi. “Ci siamo organizzati per le consegne tramite i nostri corrieri. I clienti inviano e ricevono le foto senza muoversi da casa. Un servizio in più. Un’idea spontanea perché da un po’ di anni siamo un centro di ritiro e spedizione dei pacchi della Ups, la grande ditta americana di logistica, che si occupa di invio e ricezione pacchi da ogni parte del globo. Se prima dell’emergenza Covid si notava una crescita continua dello scambio di merce tra privati, con i lockdown e le restrizioni c’è stato un boom senza precedenti. Ogni giorno decine di persone vengono in negozio a ricevere o consegnarci dei colli. L’esplosione di app come Vinted, che consentono ai giovanissimi di comprare o vendere o scambiarsi vestiti, hanno preso il sopravvento su qualsiasi altro tipo di contrattazione o di flusso merceologico”.
Il ritorno economico per PhotoMega è minimo, in apparenza… “In cambio ottieni pubblicità che è oggettivamente potente. Ci facciamo conoscere, il nostro nome ‘gira’, la gente viene, osserva e, a volte, ‘già che si trova lì’ usa i nostri servizi”. L’uovo di Colombo, anzi di Musto. Che ha capito prima e meglio di altri dove si nasconde il prossimo approdo. E se un giorno riceverà un pacco, per una volta a lei indirizzato, spedito da un certo Schrödinger state sicuri che capirà al volo se dentro il gatto è vivo o è morto.