di DANILO SANGUINETI
Breaking news: contrariamente alle apparenze di quest’epoca complicata, pagliacci si diventa. E per farlo c’è bisogno di un maestro serio. Antinomia cogente perché niente è più impegnativo di un sorriso (Mark Twain dixit).
Che l’arte di far ridere e di divertire sia più complicata del mestiere dell’‘acchiappalacrime’ è una legge che solo i tragici per indole od opportunismo si ostinano a negare. La creazione di una scuola di circense a Recco è quindi evento da sottolineare con la matita rossa: testimonia che anche nel Golfo Paradiso e in generale nel bistrattato Levante si pensa a come sollevare lo spirito, accantonando gli usuali gretti affanni.
Il merito di proporre questa insolita materia pedagogica va alla Compagnia del Teatro Scalzo che in occasione della sua trasmigrazione da Genova a Recco (iniziata da diversi mesi ma che diventa ufficiale solo in questi giorni causa solite lungaggini della occhiuta burocrazia) ha pensato di lanciare questa iniziativa. Il portavoce – una volta si sarebbe detto il capocomico – è l’uomo che sta in cassetta su un Carro di Tespi che ha accumulato esperienze nei cinque continenti e solcato i sette mari.
Il 52enne Cesare Mancuso, cosentino trapiantato in Liguria, rivela che lui e i compagni siano rimasti piacevolmente sorpresi dall’interesse manifestato dagli… astanti. “L’appello lanciato a fine 2022 poteva apparire come un messaggio nella bottiglia che rischiava di perdersi in un mare di indifferenza e invece prima del 10 gennaio, giorno di apertura, sono saltati fuori ben 8 aspiranti al titolo di circense. Sono passati altri due mesi, si sono aggiunti altri studenti, siamo arrivati alla doppia cifra e la classe da qui a fine sessione dovrebbe ancora ampliarsi perché abbiamo avuto molte richieste di informazioni e in diversi si sono ripromessi di venire a vedere e provare”.
A questo punto viene da domandarsi che cosa affascina i discepoli e come si svolgono le sessioni. “Una volta la settimana si fa un’ora e mezza di teoria e pratica, facendo vedere e facendo ripetere trick e monologhi, balli e performance. In via Giustiniani 10/15 dalle ore 18 in poi. Siamo abbastanza duttili e allo stesso tempo c’è un programma preciso da svolgere. Come vanno le lezioni? Attenzione massima e applicazione ammirevole”.
È evidente che il merito va ai docenti. Essere credibili ed essere affascinanti, il connubio che rende perfetto ogni insegnante. “Ci aiuta molto l’esperienza accumulata in decenni trascorsi sui palcoscenici, nei teatri e nelle piazze, in giro per il mondo. La Compagnia Teatro Scalzo è stata fondata nel 2001 a Genova dal sottoscritto e da Bianca Barletta: è composta da un nucleo stabile di base più interpreti che si aggregano a seconda delle occasioni e delle necessità. Siamo comunque venti soci”.
La Compagnia Teatro Scalzo cura soprattutto la realizzazione di spettacoli di teatro per ragazzi e teatro di strada, partecipando a numerose rassegne nazionali e internazionali. Una inclinazione che non è un recinto nel quale rinchiudersi. “La formazione eterogenea dei singoli componenti del gruppo ci permette di sviluppare del lavoro creativo in ambiti diversificati. Ci siamo occupati e continuiamo a farlo della creazione di testi originali definiti ‘teatro civile’, soffermandosi su tematiche sociali ed educative”.
Per capirci e dovendo per forza fare delle grossolane semplificazioni: siamo nel campo del teatro non paludato e incredibilmente attraente proposto negli anni Sessanta e Settanta dalla compagnia di Dario Fo e Franca Rame. La risposta di Cesare: “La figura del clown e la clownerie (il repertorio affastellato nella storia antichissima di una forma di arte popolare e raffinata allo stesso tempo, ndr) caratterizzano il lavoro della compagnia. Poi ci sono le varie performance. L’indirizzo stilistico degli attori, che sono anche autori, negli spettacoli per bambini è il ‘divertimento formativo’: messaggi educativi all’interno di favole e personaggi comici. Realizziamo da anni concerti: proponiamo bande specializzate in musica etnica e in performance comico musicale”.
Scordatevi tendoni e domatori, qui siamo al grado zero dell’arte circense, della capacità di intrattenere le persone con un minimo di artificio e un bagaglio sterminato di fantasia. Basta una scorsa al curriculum dei due fondatori per capire che la miscela non è da tutti. Che diventare saltimbanchi è faticoso e richiede applicazione. La coetanea di Cesare, Bianca Barletta, è nata a Rapallo. Si laurea ‘Tecnico della riabilitazione Psichiatrica’ alla Facoltà di Medicina di Genova nel 1995. Frequenta la scuola di teatro a Genova con Enrico Campanati, dal 1996 al 2000, il Piccolo Teatro Campopisano di Genova diretto da Mimmo Chianese dal ’95 al 98. Partecipa a diversi Laboratori Teatrali tra i quali la Scuola di Teatro Terapia di Milano nel 2006, prende un Master al Teatro Metastasio (Prato) su ‘Dalla Commedia dell’arte alla maschera moderna’ con Marcello Bartoli nel 2004. Ha preso parte a spettacoli diretti da Sebastiano Lo Monaco e Riccardo Caporossi, ha seguito corsi e ora insegna l’arte del mimo, sa suonare diversi strumenti tra i quali chitarra e sassofono, ha tenuto corsi di giocoleria e di recitazione in varie scuole del Levante e del capoluogo, per adulti e nelle carceri.
Un curriculum ineccepibile anche quello che accompagna Cesare Mancuso: diplomato all’Isef di Roma; scuola di teatro Dimitri in Svizzera; esperienze di scena con Teatro della Tosse Genova, Teatro Carlo Felice Genova, Theater am Brennpunkt Baden (CH), Teatro Paravento Locarno (CH), Teatro dell’Archivolto (Genova); tantissimo teatro di strada dove ha rivestito i ruoli di clown, trampoli, giocoleria, mimo, funambolo, monociclo, sputafuoco, mangiafuoco. Non ci si stupisca che attori così polivalenti riescano ad attrarre persone di ogni tipo e provenienza.
“La lunghissima camminata in mezzo alla gente ha fruttato quando è stato il momento di fare una sintesi. Partecipiamo a decine di festival in giro per il mondo, non solo in Italia. La scuola non è un mezzo per allargare il gruppo, deve servire soprattutto alle persone a uscire dagli schemi soliti, a capire quanto sia meravigliosa l’arte del divertire, quanto sia ricco di soddisfazione quello di intrattenere in maniera leggera ma non stupida. Un messaggio di speranza, un proclama per abolire ogni barriera, ogni steccato e direi che sta funzionando: tra i nostri allievi ci sono persone che vengono da Chiavari e da Casarza, da Rapallo e da Genova, con alle spalle carriere e esperienze diversissime, giovani e meno giovani. Il ‘capoclasse’ ha 67 anni e ha un entusiasmo e una voglia di apprendere unici”.
È quasi obbligatorio concordare con l’iniziativa della Compagnia del Teatro Scalzo. Ad astenersi dovrebbero essere solo coloro che sono privi del senso dell’umorismo, coloro che secondo Mark Twain mancano di vera sensibilità: ‘La segreta fonte dell’umorismo stesso non è la gioia, ma il dolore. Non c’è umorismo in cielo’. Guai a chi non sa ridere. Uno dei più grandi scrittori di ogni tempo, Molière, rimpianse il non aver avuto successo calzando i coturni della tragedia. Morì sulla scena, da Malato purtroppo non Immaginario, con questo dispiacere. Eppure sono le sue povere ‘farse’, ossia la sublimazione del teatro di strada italiano (la Commedia dell’Arte), ad averlo reso immortale. Argante, Alceste e Tartuffe sono rimasti, di Pirgopolinice nessuno si cura più.