È una stella luminosa che ama farsi sentire in tutto il levante ligure. Radio Aldebaran è on air dal 1979, un gioco così bello da durare a lungo, alla faccia del proverbio.
È il frutto dell’incontro tra padre Lorenzo Zamperin, appena arrivato al convento dei Cappuccini a Chiavari, e un gruppo di ragazzi che in viale Tappani trascorre i pomeriggi. “Cosa vi piacerebbe fare?” chiede il frate che a Genova veste i panni pure del presidente di una squadra di calcio militante in prima categoria.
La risposta non è racchiusa in un rettangolo di gioco col pallone di cuoio al centro: “Una radio”, risponde Salvo Agosta, che studia a Recco e guarda con ‘invidia’ i suoi compagni di scuola alle prese con le frequenze. Si comincia in maniera artigianale con le antenne tenute a mano fuori dalla chiesa, lo speaker a prendersi la scena, gli amici all’ascolto dalle Grazie: “Si sentiva pochissimo, ma eravamo felici”, sorride Agosta, attuale direttore dell’emittente (in foto).
Due ore al giorno di trasmissione dalle 14 alle 16. Dediche e canzoni, nella radio ispirata al successo dei New Trolls e alla stella più luminosa della costellazione del Toro, il primo album diffuso è ‘Cogli la prima mela’ di Branduardi. Poi piano piano le dirette si moltiplicano, Radio Aldebaran entra nelle case e diventa un fedele compagno di giornata. C’è tanto sport nel palinsesto, con interviste e servizi dai campi impolverati di periferia ma pure dai ‘pianeti’ di Genoa e Sampdoria. Il salto lo fa qualche anno più tardi organizzando concerti che portano nel Tigullio il meglio della musica italiana. Il primo è Morandi, anno 1984, all’Astor: “Solo dopo l’impresario scoprì che a Chiavari c’era il Cantero. ‘Non diciamo nulla a Gianni’, mi intimò. Seicento paganti, non fu un sold out, ma d’altronde Morandi attraversava un periodo difficile della sua carriera”.
A Chiavari passano i più grandi: Jovanotti, De André, Vasco Rossi, Ramazzotti, I Pooh, Litfiba, Bennato, Ruggeri, la Mannoia. Dal Palazzetto dello Sport a Piazza Fenice, Radio Aldebaran mette la firma su eventi storici. “Alla fine andavamo a mangiare insieme, quanti aneddoti. Ricordo ancora che con la Mannoia trovammo chiuso il ristorante che avevo prenotato al pomeriggio in via Entella. Entrai in quello a fianco, che era più caro e per questo scartai qualche ora prima, bluffando: è qui che ha prenotato la Mannoia? Risposta negativa ma ci invitarono ad entrare e… sorpresa: alla fine non chiesero nulla, tutto offerto. Da allora sceglie quel ristorante ogni volta che passa da Chiavari”.
Racconti che saranno raccolti nel libro in preparazione per i 40 anni dell’emittente, traguardo da celebrare con orgoglio, “perché la nostra è una radio libera, la gente di noi si fida e come dicevo qualche giorno fa ai miei ragazzi, possiamo camminare a testa alta”.
Volume ricco in cui non mancherà quella volta in cui Agosta si ritrova a Portofino al tavolo con De André: “Il titolare del ristorante l’Approdo era un nostro ascoltatore, quando aveva ospiti speciali ci chiamava per fargli dedicare una canzone e stupirli. Quella volta, allora, ricambiò il favore e ci omaggiò facendomi sedere al tavolo di De André che era insieme a Mauro Pagani. Un’ora di intervista volata via. Raccontò come era nata la canzone ‘Marinella’, pochi giorni dopo sarebbe uscita ‘Creuza de mä’: davvero uno spasso. Ecco, se devo scegliere un ricordo, questo rimane il più indimenticabile”.
Tempi che purtroppo non torneranno più, “perché ormai i cantanti chiedono cachet troppo alti”. Da Aldebaran – in cui lavorano nove persone – sono passati in tanti. C’è anche chi come Davide Lentini, arrivato da radio Eclisse, ha trovato in questa emittente con sede nel centro storico di Chiavari il trampolino per saltare fino a Radio 101. Aldebaran è pure la radio dei giochi a premi: vespe, cene, viaggi. “Ogni giorno la gente che chiama è diversa”.
Il direttore Agosta è anche insegnante alla scuola media di Sestri Levante – facendo conoscere le bellezze della radio in un corso apposito – mentre padre Lorenzo si occupa di reperire i contributi ministeriali, l’unica radio in Liguria ad averne diritto. È una squadra che in estate si ritroverà in piazza per celebrare, a suon di musica, i 40 anni dell’emittente. E tra tanti amarcord c’è spazio pure per sognare: “Me n’è rimasto ancora uno – confessa Agosta – condurre il Festival di Sanremo”.
DANIELE RONCAGLIOLO