(r.p.l.) Quale futuro per la Scuola Chiavarese del Fumetto? Come potrà andare avanti un’istituzione così prestigiosa, con trent’anni di attività alle spalle? Come potrà sopravvivere alla mancanza di uno dei suoi fondatori, che si era completamente identificato in lei, e lei in lui? Ci sarà un futuro senza Enrico Bertozzi?
È la domanda che si ci sta facendo in questi giorni in città, dopo la dipartita del popolare fumettista, venuto a mancare a causa di una malattia all’età di 69 anni. Da qualche anno, dopo un periodo di lontananza da Chiavari (e con la sede spostata a Sestri Levante), la Scuola Chiavarese del Fumetto era tornata nella sua città natale, grazie agli spazi messi a disposizione da Wylab.
Qui Enrico Bertozzi, in maniera instancabile, ha continuato a insegnare ai suoi allievi, ha cresciuto dei talenti, alcune sue ‘creature’ sono state premiate a più livelli, anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: è il caso di Marta De Vincenzi e Maddalena Stellato e della loro graphic novel realizzata sulla piccola Nella Attias, deportata dal campo di concentramento di Calvari e assassinata all’arrivo ad Auschwitza soli 5 anni.
C’è smarrimento, ora che il maestro non c’è più. C’è smarrimento e non c’è più nessuno che sia in grado di indicare la via, anche se un pensiero è chiaro e accomuna un po’ tutti: il fatto che la Scuola Chiavarese del Fumetto non debba chiudere i battenti e, anzi, debba continuare a sopravvivere. È troppo importante il ruolo che ha avuto, anche a livello nazionale, è troppo importante quello che ha rappresentato nel panorama culturale chiavarese.
Chi sarà in grado di portarla avanti? Chi se ne prenderà la responsabilità? Ivo Milazzo, che vive anche lui a Chiavari e che è un fumettista notissimo, ideatore di Ken Parker insieme a Giancarlo Berardi e autore di decine e decine di storie, prova a indicare una strada: “Dovrà essere l’amministrazione comunale a prendersi in carico la Scuola, se ha l’interesse a farlo. Io credo che sia assolutamente giusto, perché la Scuola Chiavarese del Fumetto ha dato enorme lustro alla città di Chiavari. Occorre studiare bene i passaggi burocratici e fiscali, ma se l’ente pubblico entrasse in questa realtà, allora potrebbe garantire la sopravvivenza per moltissimo tempo”.
Anche altre personalità del mondo culturale chiavarese auspicano questa prospettiva: “Con Bertozzi – prosegue Ivo Milazzo – abbiamo avuto modo d’incontrarci spesso. Ho anche fatto qualche lezione presso la sua scuola. Ho sempre apprezzato la sua professionalità e la passione che metteva sia nel suo lavoro sia nel comunicarlo e trasmetterlo alle nuove generazioni”.
Spesso per un artista non è facile insegnare i trucchi del mestiere. Bertozzi lo ha sempre fatto con generosità e senza mai tirarsi indietro, ed è per questo che mandare avanti la Scuola Chiavarese del Fumetto significa in un certo senso anche interpretare la sua volontà. Le prossime settimane saranno decisive e di certo la pausa estiva potrà tornare utile per mettere a punto le soluzioni migliori, in modo da presentarsi a settembre nuovamente con i corsi e le proposte: è l’auspicio un po’ di tutti, per non veder trent’anni di lavoro andare perduti e per non vedere un patrimonio tanto prestigioso (in termini immateriali) svanire tristemente.