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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Tra un anno l’adozione del Puc di Recco, entro Natale le osservazioni dei cittadini. Il sindaco Gandolfo: “Vogliamo lasciare alle nuove generazioni una città eco sostenibile”

La città di Recco vara un nuovo Piano demaniale marittimo
La città di Recco vara un nuovo Piano demaniale marittimo
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di ROSA CAPPATO

Tra un anno l’adozione del Puc di Recco. Ecco come cambierà la città, puntando a sostenibilità, spazi verdi e premi. Il nuovo Piano Urbanistico Comunale, il cui iter procedurale sta volgendo al termine, è stato illustrato in un’assemblea pubblica il 25 ottobre, in aula di consiglio a Recco.

La pubblicazione del piano adottato è avvenuta il 1° settembre, documento pubblicato il 19 ottobre, quindi l’illustrazione ai cittadini, che ora hanno tempo fino al 19 dicembre per presentare osservazioni in merito, dopodiché entro 16 agosto del prossimo anno occorrerà portare il piano urbanistico in Consiglio Comunale per recepire o adeguare la documentazione. Effettuato questo passaggio la Regione si esprimerà ufficialmente con una delibera, entro dicembre 2023, data di svolta per la città di Recco.

Il Puc si basa sulla pianificazione territoriale di Città Metropolitana di Genova, un lavoro corale dei due enti raro e straordinario. Le tempistiche prevedono ora l’attivazione del procedimento di Valutazione ambientale strategica, Vas, da parte della Regione dopodiché quest’ultima insieme agli altri enti coinvolti esprimono il proprio parere a 120 giorni dalla scadenza cioè entro il 18 aprile 2023. Entro Ferragosto del prossimo anno il Comune si dovrà esprimere sulle osservazioni ed eventualmente adeguare il piano ai pareri e alle prescrizioni della Vas ottenuta.

Sono tanti i contenuti nel documento, che vertono soprattutto sulla tutela dell’Ambiente: “Si lavora sul costruito – riferisce il sindaco Carlo Gandolfo – senza contare premialità per chi introduce tecniche costruttive ‘verdi’, ad esempio sui tetti. Fondamentalmente il Puc reperisce il nostro progetto di personalizzazione e realizzazione di parcheggi di interscambio. È stato realizzato contemporaneamente e contestualmente al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, Pums, di Città Metropolitana di Genova: i due piani partono dalla stessa radice e sono tante le sue caratteristiche innovative, tra cui quella della pista ciclabile sulla sponda del torrente Recco, ma anche l’interconnessione tra i mezzi pubblici e la stazione ferroviaria, oltre ai parcheggi che consentiranno poi di muoversi in spazi a misura d’uomo. Tutti gli interessi privati verranno così a caduta, seguendo questo nuovo aspetto. Si tratta di modifiche importanti per la città che oramai erano necessarie”.

Il lavoro è iniziato con la firma del Protocollo Operativo sottoscritto tra la civica amministrazione e la Città Metropolitana di Genova il 15 giugno 2017. A novembre è stato così costituito il ‘Gruppo di lavoro integrato’ composto da tecnici nominati dal Comune e dalla Città Metropolitana, architetti esperti nelle varie materie, di cui fanno parte anche tre ‘giovani architetti’, Jacopo Auditore, Ilaria Cresta e Chiara Onorato.

Nel team di Città Metropolitana, coordinato da A. Maria Traversaro: Elisabetta Bosio, Viviana Traverso e Alessandra Rotta, insieme a M. Giovanna Lonati, Flavio Rossi e, del Comune di Recco: Giovanni Marotta, Barbara Musante, Giovanni Rizzi e Monica Ivaldi. Mauro Cuttica dirigente di Città Metropolitana e il sindaco di Recco costituiscono l’organismo di controllo.

Frutto di un processo partecipativo, la prima stesura ha coinvolto i cittadini in diversi incontri, divisi per categorie, iniziati a marzo 2018 con interviste ai rappresentanti di settori operanti sul territorio: imprese produttive, agricole, associazioni, rappresentanti di categoria. Il mese dopo si sono svolti incontri pubblici, senza escludere i questionari, con l’obiettivo di conoscere la percezione della situazione territoriale, ambientale e sociale, attuale e futura, da parte di chi vive e opera o frequenta Recco, per raccogliere indicazioni utili e individuare le linee di sviluppo del territorio, confrontate e discusse (6 interviste a portatori di interesse; 5 incontri con associazioni e rappresentanti di categoria; 217 questionari e 3 tavoli di lavoro).

“Gli obiettivi del Puc tengono conto anche degli studi e degli impegni istituzionali effettuati, negli anni precedenti, dall’amministrazione – spiega il sindaco – Tra queste non va dimenticato che nel 2010 il nostro Comune ha sottoscritto il ‘Patto dei Sindaci’ con il quale ha accettato di fare propria la sfida sulla riduzione dell’impatto generato dalle azioni umane sull’ambiente e, per fare ciò, si è impegnato ad attuare le indicazioni dell’Agenda21, prima, e l’Agenda 2030, oggi”.

Gli obiettivi sono: lasciare alle nuove generazioni una città eco sostenibile puntando sulla sicurezza, la salute, la riduzione del consumo del suolo, interventi di miglioramento della viabilità leggera e verde attrezzato. Su questi aspetti è stato importante anche il contributo dell’ex direttore del Parco di Portofino Alberto Girani.

Tra gli obiettivi specifici ci sono la riqualificazione dell’area sportiva San Rocco, migliorare la sentieristica pedonale lungo gli antichi percorsi anche ai fini escursionistici; pedonalizzare il centro urbano al fine di incentivare l’accessibilità e la fruizione delle attività commerciali; completare il sistema dei portici per migliorare l’estetica, il decoro urbano e incentivare le attività commerciali; realizzare nuovi posteggi in struttura e di interscambio con servizi navetta; completare il piano dei dehors estendendolo a tutto il territorio cittadino. La pausa del lockdown è stata importante ma non appena chiusa questa parentesi si è ricominciato a lavorare al progetto.

La strategia del piano è rivolta alla ‘qualità’ del territorio, in uno stretto connubio tra aspetto residenziale della qualità dell’abitare con quello turistico a cui il Comune di Recco è particolarmente vocato. Tra le principali novità normative del Puc figura la possibilità di trasferimento di volumi da ambiti più fragili ad ambiti già insediati, in modo da limitare l’apertura di nuove strade e realizzare solo accessi carrabili collegati alla viabilità esistente; la possibilità di incrementi volumetrici per edifici esistenti, anche con interventi di demolizione e ricostruzione; la premialità di incrementi volumetrici laddove vi sia una particolare attenzione alla costruzione secondo i criteri di sostenibilità e risparmio energetico; l’introduzione di norme per la realizzazione di tetti ‘verdi’ e giardini pensili; la possibilità di realizzare una tantum in tutti gli ambiti piccoli manufatti di pertinenza agli edifici residenziali; l’istituzione del ‘registro dei crediti edilizi’ dove è annotata la superficie o il volume demolito, crediti edilizi negoziabili e trasferibili tra i soggetti interessati.

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