di DANILO SANGUINETI
Scudetto, Coppa Italia, Coppa Campioni. Termini ed espressioni che si abbinano senza sforzo alcuno a Pro Recco. Nella pallanuoto le vittorie sono il ‘basso continuo’ nelle sinfonie che vengono suonate da decenni al ‘Tempio’, la piscina di Punta S. Anna. Un sito storico per gli amanti della pallanuoto, un impianto che vale un San Siro o un Olimpico per gli sport acquatici.
Punta S. Anna è stata intitolata a colui che fu decisivo per costruirla, tirandola su dal niente con la celeberrima ‘crociata del cemento’, il sindaco della città e presidente per decenni del club, Antonio Ferro. Da qualche mese le partite ufficiali per tanto, troppo tempo ospitate da sedi amiche ma per forza di cose ‘non naturali’, sono tornate. E la squadra tornata là dove le compete, vincere con una frequenza e una sicurezza degne dei tempi d’oro. Una combinazione non fortuita nella stagione che appare come quella del rilancio assoluto.
Se negli scorsi anni, diciamo tra 2015 e 2021 qualche battuta a vuoto ha interrotto la teoria, al limite della monotonia, di conquiste biancocelesti, questo 2022 sembra destinato a passare alla storia. E in corsa per un altro ‘Triplete’: vincere Coppa Italia, Scudetto e Coppa Campioni in sequenza.
La marcia trionfale inizia a metà maggio: per la prima volta la piscina ‘Ferro’ ospita una partita di Champions League. Al ‘Tempio’ infatti non si potevano ospitare eventi di tale portata per ragioni di sicurezza prima (coperta da un pallone pressostatico) e di capienza poi (la tribuna non era a norma per la Len, la Lega europea).
I lavori fatti nel 2020, una volta risolto il lungo contenzioso con il Demanio in previsione proprio della finale di Coppa (poi annullata a causa della pandemia), hanno consentito di rispettare ogni richiesta di sicurezza e capienza. La Pro davanti alla sua gente ha battuto il Marsiglia e messo al sicuro il primato del girone B di qualificazione. Successo unito a spettacolo e celebrazione. Una serata speciale che i campioni d’Europa hanno festeggiato omaggiando i ‘sette re’ di Recco (i sette uomini che vinsero il primo scudetto) con delle calottine vintage che richiameranno quelle utilizzate da chi, nel 1959, cominciò a scrivere la storia del Club.
Old Style anche le felpe indossate dai giocatori durante la presentazione. Prima del fischio d’inizio, inoltre, premiati Prlainovic e Bodegas, oggi al Marsiglia ma protagonisti di memorabili vittorie con i colori biancocelesti.
Il mese d’oro a Punta S. Anna ha poi offerto Gara 1 delle finali tricolori contro i campioni in carica del Brescia. Da dieci anni Recco-Brescia è la sfida che vale lo Scudetto, avevano sempre vinto i biancocelesti, nel 2021 hanno prevalso i lombardi. Prima finale con il pubblico dopo le gare a porte chiuse della passata stagione. In casa biancoceleste massima determinazione per conquistare lo Scudetto numero 34.
Partita bellissima, incerta e tesa, risolta da un gol di Cannella nell’ultimo minuto, un 9-8 che dice come l’equilibrio sia totale, dato che il team ospite ha fallito per un’inezia vedendosi annullare il gol del 9-9 per un time out chiamato intempestivamente dal tecnico Bovo. Mercoledì sera nella piscina lombarda della Mompiano, davanti a migliaia di tifosi bresciani, con una ridotta ma rumorosa pattuglia recchelina (comprendente il sindaco Carlo Gandolfo), la formazione del croato Sandro Sukno – scelto la scorsa estate dal presidente Felugo che lo ha stimato come avversario e che lo apprezza come tecnico emergente – ha giocato accusando insicurezze e un filo di stanchezza. Ha perso 13-12, dopo essere stata sempre in vantaggio, spesso di 2 reti. Incredibile il blackout nei secondi finali: il Recco era avanti sino a 4 minuti dalla sirena conclusiva. La decisione è affidata alla bella che si giocherà ancora a Sant’Anna. Appuntamento fissato per sabato 28 maggio alle ore 18. La partita senza alternative, chi esce vincitore della vasca, si porta a casa lo scudetto. Forse è meglio così (anche se Felugo e Sukno avrebbero preferito altrimenti…): all’ombra della collina di Megli, nel ‘Tempio’, in mezzo alla sua gente, la Pro Recco raramente ha fallito. A spingerla la storia e l’entusiasmo di una intera città.