di ALBERTO BRUZZONE
Nelle aree interne e nei piccoli comuni ci sono sempre meno sportelli bancomat. È sempre più difficile poter accedere ai servizi anagrafici. Per ottenere un passaporto occorre fare chilometri e chilometri. Idem per avere i propri documenti giudiziari. Ma c’è una realtà, quella decisamente più ramificata a livello territoriale, che prova a supplire fornendo gran parte dei servizi in capo alle pubbliche amministrazioni. È questo, in sintesi, il progetto Polis varato nelle scorse settimane da Poste Italiane e che, naturalmente, riguarda anche il nostro entroterra, nell’ottica di un servizio più vicino e prossimo al cittadino.
Polis – La casa dei servizi digitali prevede di realizzare, in totale, presso 6.933 uffici postali, in comuni con meno di quindicimila abitanti, uno sportello unico in cui saranno erogati una serie di servizi della pubblica amministrazione ora sparsi tra vari uffici. Nasceranno inoltre 250 sedi per il co-working.
Si tratta di un progetto da 1,12 miliardi di euro, finanziato con 800 milioni attraverso il piano complementare del Pnrr e per il resto da Poste. Tra i servizi che vengono erogati: la richiesta di carta identità elettronica, passaporto, certificati di stato civile e anagrafici, autodichiarazioni di smarrimento, denuncia di detenzione e trasporto di armi (gestiti dal Ministero dell’Interno); richiesta di riemissione di codice fiscale, estratto conto posizioni debitorie, visura planimetrie catastali, esenzione canone Rai, deleghe soggetti fragili (gestiti dall’Agenzia delle Entrate); certificati giudiziari (Ministero della Giustizia); Isee, estratto contributivo, modello Obis per i pensionati, certificazione unica (Inps); rilascio patente nautica, denuncia e richiesta duplicati patente (Ministero per le Infrastrutture). Nei Comuni presso i quali sono realizzati questi sportelli unici basta recarsi presso l’ufficio postale per poter richiedere questi servizi.
Accanto agli uffici postali, trovano posto colonnine di ricarica, per un piano complessivo di cinquemila postazioni.
“In molti comuni davanti agli uffici postali abbiamo ampie aree: intendiamo dedicarle a spazi sociali – spiega Giuseppe Lasco, condirettore generale di Poste – All’esterno degli uffici installeremo armadi digitali con i quali erogare servizi con un’operatività 24 ore su 24”. “Il nostro obiettivo è guidare la transizione digitale del Paese fornendo assistenza ai clienti, con personale dedicato – afferma l’ad Matteo Del Fante – Sono circa 11 milioni le persone che hanno bisogno di essere supportate: di questi, 6 milioni hanno più di 65 anni. Gli uffici postali sono per i Comuni più piccoli spesso l’unico presidio istituzionale”.
Il progetto ha anche un’altra direttrice di sviluppo, dedicata agli spazi di co-working. Poste ha messo a disposizione 250 siti in immobili di pregio situati nel centro di medie e piccole città: la società investirà 200 milioni per questi spazi di lavoro, che saranno interconnessi tra le varie città.
Nella provincia di Genova, i comuni coinvolti nel progetto Polis – La casa dei servizi digitali sono 60, per una percentuale del 95% tra quelli al di sotto dei quindicimila abitanti, circa 190mila persone. Quanto invece alla Liguria, i comuni interessati da Polis sono 215, e la popolazione complessivamente coinvolta è del 46%, ovvero 585mila cittadini.