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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Tiro con l’arco, un altro trionfo per Cinzia Noziglia: medaglia d’oro ai campionati mondiali in Umbria, dopo il testa a testa con l’austriaca Leitner

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di DANILO SANGUINETI

Abbiamo una macchina da trofei a Zoagli. Il trionfo ai World Games di luglio non è bastato a Cinzia Noziglia. La poliziotta, nata anagraficamente e sportivamente in quel di Zoagli, continua a mietere successi. Ci voleva un titolo iridato ed è arrivato a inizio settembre al decimo campionato mondiale di tiro con l’arco 3D. La competizione è stata organizzata in Umbria. Sui tre percorsi allestiti ai Prati di Stroncone, in provincia di Terni, la prima giornata era dedicata alla gara di qualifica: 48 frecce su 24 bersagli (per ogni piazzola ogni atleta tira 2 frecce) tirati dagli arcieri e le arciere delle divisioni compound, arco nudo (barebow), arco istintivo (traditional bow) e longbow.

Per capire la difficoltà e la bellezza della specialità che ha visto Cinzia – qui con la maglia azzurra ma che sotto indossa la divisa delle Fiamme Oro dopo essersi messa in luce con i colori de ‘Gli Arcieri del Tigullio’ – serve una breve spiegazione della disciplina. Il tiro con l’arco 3D prevede bersagli formati da sagome tridimensionali di animali realizzate in materiale plastico e immerse nei più svariati contesti naturali. Una gara assomiglia a una battuta di caccia, senza alcun atto cruento. La specialità è praticata da alcuni decenni e nei primi anni Duemila ha visto le prime gare organizzate dalla World Archery.

Quattro sono le tipologie di arco ammesse: compound, arco nudo, istintivo e longbow. Le sagome raffigurano un gran numero di animali domestici e selvatici: orsi, camosci, cervi, conigli, galli e tacchini, tartarughe e alligatori, uccelli rapaci, cinghiali e persino insetti. L’obiettivo è scagliare la freccia in prossimità della ‘zona vitale’ dell’animale; il centro perfetto vale quindi 11 punti, mentre i cerchi concentrici (o le forme irregolari concentriche) più esterni ne valgono rispettivamente 10 e 8. Tutte le altre parti della sagoma valgono 5 punti, mentre mancarla equivale a uno zero, indicato con M (missed, cioè ‘mancato’). I bersagli sono posti più in alto o più in basso rispetto alla piazzola di tiro, in ombra o illuminati dal sole; gli arcieri sono spesso costretti a tirare in precarie condizioni di equilibrio o in controluce. La distanza è sconosciuta per tutti i bersagli.

Noziglia offriva subito una dimostrazione di forza: in testa con 405 punti, seguita dall’austriaca Karin Warbinek e dalla statunitense Fawn Girard (397). Era quindi uno dei sei arcieri italiani che ottenevano l’accesso diretto alle semifinali individuali. Prima anche nella prova a squadra, assieme a Giulia Barbaro, Irene Franchini, con 2406 punti e nei quarti prendeva la Spagna classificatasi ottava (2166) su un percorso da quattro piazzole; prima nella prova Mixed Team con Giuseppe Seimandi e 1673 punti, pronta ad affrontare in semifinale la Svezia, quarta con 1565. Nel secondo giorno una piccola delusione: la coppia Noziglia-Seimandi si fermava al bronzo perdendo la semifinale con la Svezia, poi iridata (72-70), ma vincendo la finalina per il terzo posto superando gli Usa 79-72: gli avversari in vantaggio dopo il primo parziale concluso 20-21, ma Noziglia e Seimandi ribaltavano l’inerzia della partita con il secondo parziale (22-20), per poi allungare il passo nelle successive due piazzole: 19-18 e 18-13.

Cocente, invece, la delusione nella prova a squadre femminile: Barbaro-Noziglia-Franchini si fermavano ai quarti contro la Spagna vincitrice 115-113 (parziali 29-33, 29-27, 28-27, 29-26). Restava una sola carta alla zoagliese per conquistare l’oro. Le finali si svolgevano nella magica location del Parco Archeologico di Carsulae. Cinzia aveva il peso del pronostico, in quanto dominatrice dei World Games. In semifinale superava l’austriaca Susanne Steininger BorbathVanko 39-34 e andava al testa a testa per l’oro con un’altra austriaca, Rosemerie Leitner. La gara su quattro bersagli vedeva Noziglia subire il centro perfetto dell’avversaria al primo tiro e replicare con un appena accettabile 8. Nel secondo e terzo parziale due 10 per l’azzurra, un 8 e un 10 per l’avversaria. Nella quarta piazzola l’inaspettato: ‘solo’ 8 per Cinzia, all’austriaca sarebbe bastato fare lo stesso per vincere il titolo, invece quasi ‘padella’ con un 5 che significa oro mondiale (36-34), il secondo per la zoagliese dopo quello vinto nel 2015 sempre a Terni. Occhio di falco, braccio di ferro, freddezza assoluta, istinto infallibile: gli animali, intagliati per fortuna, e gli avversari sono destinati a essere preda di questa leonessa.

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