di DANILO SANGUINETI
Se la versione del software è nuova di pacca, (il 2.0 orgogliosamente esibito nella ragione sociale), la voglia di divertirsi e di stare assieme usando il calcio come (nobile) pretesto è in versione beta, quella immutata negli anni e solidissima nella sua applicazione.
In mesi spiazzanti per l’intero mondo che ruota attorno alla sfera di cuoio è sorta a Lavagna, una cittadina che respira calcio, da sempre ricchissima di iniziative e progetti legati al football, una società un po’ diversa dalle altre. Anche se parte, e non potrebbe essere altrimenti, dal basso, dalla Terza Categoria, per ora con una rosa giusta di giocatori, abbondante, vi abbina un discreto numero di idee e tanta buona volontà, viatici più che consistenti per fare qualcosa di positivo. Per esempio non capita spesso di vedere un club farsi conoscere con una operazione di marketing circoscritta ma intelligentemente chiassosa ancor prima di aver effettuato l’iscrizione alla Federcalcio.
La scorsa primavera in città erano stati affissi in tutti gli appositi spazi manifesti che annunciavano la nascita del Lavagna 2.0. Lo slogan di lancio – ‘Stiamo arrivando’ – conciso ed ermetico quanto basta, ha fatto breccia. Tre mesi dopo, sul sito del club, www.lavagna2punto0.it c’è solo il logo, lo stemma cittadino e un leone rampante, bicromaticamente programmatico pure questo, dato che è in bianco e nero.
Mistero creato ad arte? “No – replica il portavoce del club – solo che intendiamo essere del tutto trasparenti e vogliamo comunicare passo per passo acquisti e idee della società”. A parlare è il portavoce del Lavagna 2.0. E almeno questo è insolito, visto che si tratta di Federico Mosto, uno dei più quotati attaccanti in attività nelle serie dilettantistiche, che ha appena lasciato il Real Fieschi in Promozione e si dice sia in trattativa con l’ambizioso Golfo Paradiso, nella stessa categoria.
Che ci fa in questo insolito ruolo? “Do una mano a degli amici fraterni, molti dei quali sono stati miei compagni di club. L’intento è quello di costruire un punto di aggregazione per giocatori che sono usciti per la maggior parte dal vivaio della Lavagnese, che dopo qualche esperienza in giro per i club dilettantistici della zona, a cominciare dalla disciolta Arenelle, volevano continuare a fare calcio ma in una squadra della loro città”.
Ecco il perché era stato scelto il nome Lavagna senza ulteriori aggettivi, il 2.0 si è imposto in quanto si sarebbe sovrapposto al Lavagna che nella seconda metà degli anni Novanta nacque dalla fusione di Cavese, Fossese e Lavagnese.
La matricola è stata ereditata dalla Lavagnese attuale, quindi la distinzione aiuta a ricordare che la società ha una matricola Figc del tutto originale. Una veste nuova ma le facce di dirigenti, tecnici e atleti sono conosciute a chi si occupa di calcio dilettanti da diversi anni.
Il presidente è Luigi Bacigalupo, il vice Roberto Del Ponte, il mister Michele Dasso. “Tra i giocatori che hanno già firmato voglio ricordare Riccardo Boselli, ex Ciassetta e Marina Giulia, il portiere Mario Canale, il centrocampista Paolo Sambuceti, Luigi Mormile, l’attaccante Stefano Lagormasino, ex Calvarese e Ciassetta, il difensore Federico Costa, ex RivaSamba e Arenelle, il difensore Marcello Bonadies, Marco Musante ex Calvarese e Cornia”.
Ad occhio e croce mister Dasso, ex Arenelle, non avrà problemi a schierare una formazione forte, molto forte per la categoria. Mosto si cala perfettamente nella parte e si schermisce con abilità: “Beh vedremo, siamo comunque una matricola e aspettiamo di vedere quali e quante avversarie avremo di fronte. Inoltre non è ancora chiaro quali saranno le modalità dei campionati dilettanti, non sappiamo neppure le date di inizio e fine delle competizioni”.
Prudenza per una compagine che ha però l’intenzione di crescere in fretta. “Abbiamo una sede, che è anche quella del nostro main sponsor, il King Cafè, naturalmente a Lavagna, abbiamo già un’intesa di massima con la Lavagnese per avere degli spazi all’interno del ‘Riboli’. Anche in questo caso bisognerà, però, capire quando inizieranno i lavori per la posa del nuovo manto erboso. Si capirà qualcosa di più nelle prossime settimane. La nostra intenzione è di fare calcio divertendoci, senza esagerazioni o esasperazioni. Poi è chiaro che partecipiamo per vincere, nel nostro futuro potrebbe esserci almeno la Seconda Categoria”.
A conferma che Mosto si sta preparando una seconda carriera come direttore generale, ecco il suo riassunto della situazione, un compendio degno di un Marotta. “Prima di pensare al nostro particolare, c’è da capire che cosa accadrà all’intero calcio dilettanti. La ripresa dopo la brusca e dolorosa interruzione a fine febbraio per il momento è avvolta nelle preoccupazioni. I dilettanti non potranno permettersi le precauzioni e le misure preventive messe in atto dai professionisti, d’altro canto non è neppure concepibile che le partite si svolgano a porte chiuse, in un’atmosfera di una freddezza raggelante per i calciatori e per chi li sostiene”.
Più che giusto: in un acquario possono sopravvivere senza mangime solo i pesci grandi e solo perché si pappano i pesci piccoli.