di DANILO SANGUINETI
Canta che ti passa. Ne ha bisogno il calcio italiano. Serve un po’ di musica e un po’ di buon umore in un autunno in cui le preoccupazioni a cominciare dalla Nazionale di Gattuso per arrivare fino allo status finanziario dei maggiori club professionistici non è certamente esaltante. Per non parlare dello stato dei nostri vivai. Ben vengano iniziative dal basso per creare un po’ di entusiasmo e per dare una scossa ad un movimento che dà troppi mesi se non anni segna il passo. Ecco quindi che i dirigenti di base, i volontari che operano su base zonale o massime regionale, quelli che sono la spina dorsale dell’esercito pedatorio italiano si ingegnano per trovare nuovi modi per affascinare i più giovani, sapendo di avere a che fare con generazioni che hanno oltre al calcio molti altri interessi e molte altre aspirazioni.
Singolare il caso di Aldo Fuggetta che dal Tigullio è arrivato a Genova dopo una lunga carriera come dirigente di club prima, dirigente del comitato provinciale poi e oggi coordinatore regionale per il Settore Giovanile e Scolastico
Il comitato già a fine della scorsa stagione, quando si moltiplicavano i tornei conclusivi e riassuntivi, aveva inserito in alcune di queste manifestazioni uno stacco musicale che aveva conquistato un po’ tutti. L’aveva progettato proprio Fuggetta che, in veste di paroliere, aveva collaborato con il fratello, l’autore e produttore Mauro Fuggetta, per comporre il brano “Non voglio essere un campione” cantato da Gabylo.
Il testo della canzone diffondeva un significativo messaggio carico di gioia, inclusione e amore per il calcio, auspicando che tutti i protagonisti potessero vivere praticandolo con purezza d’animo e semplicità. Questi valori si rifanno direttamente alla “Carta dei Diritti dei ragazzi allo sport dell’Onu”, contenuta nel CU n.1 del Settore Giovanile e Scolastico che ha stabilito le norme con le quali viene organizzata l’attività dai 5 ai 16 anni. A questi diritti corrispondono altrettanti doveri da parte degli adulti che devono garantire ad esempio che i bimbi o le bimbe giochino per divertirsi avendo “il diritto” di non essere un campione.
Dopo la pausa estiva, Fuggetta e il suo team sono tornati alla carica: dopo aver composto “Non voglio essere un campione”, è stata la volta della canzone “Noi siamo la FIGC”. Spiega lo stesso Fuggetta: “La molla è scattata dopo la commovente, pronta risposta dei collaboratori della federazione alla richiesta di svolgere il servizio di supporto organizzativo in occasione della vittoriosa partita della Nazionale U21 contro il Montenegro giocata a inizio settembre al “Picco” di La Spezia”. Una grande festa di sport.
“Con il brano ho voluto esprimere la soddisfazione di poter coordinare un gruppo di collaboratori uniti, volenterosi e presenti in ogni occasione che, animati da un forte spirito di appartenenza e dagli stessi valori, hanno creato un ambiente in cui operano con un impegno costante e competenza per la formazione tecnica-educativa delle giovani calciatrici e dei giovani calciatori”.
Il brano verrà usato per aprire altri importanti eventi in programma nel corso della stagione agonistica 2025-26.