di ROSA CAPPATO
“Chi sa offre”. Questo realizza la Banca del Tempo ‘BdT’ di Camogli, realtà costituita il 17 dicembre del 2011, che da oltre 10 anni è attiva sul territorio e ha coinvolto cittadini, enti e altre associazioni che ne condividono le finalità. Nella ‘BdT’ si valorizzano soprattutto i rapporti umani solidali. Le Banche del Tempo sono associazioni tra persone, volte a realizzare forme innovative di solidarietà e reciprocità, dove il tempo e non il denaro, è la misura di scambio.
Di quella del borgo marinaro parla la presidente Giulia Pirchi, in carica da tre anni, che conferma l’ininterrotta esperienza del progetto, tutto camoglino. “Siamo circa 70 membri – racconta – con un’età media a partire dai 60 anni in su”. Di particolare a Camogli c’è che i soci hanno praticamente reinterpretato la formula tradizionale delle Banche del Tempo, mettendo in atto un vero e proprio scambio di ‘saperi’ piuttosto che di ore.
In Italia le Banche del Tempo funzionano, generalmente, organizzate come istituti di credito in cui le transazioni sono basate sulla circolazione del tempo, sostituto del denaro, per favorire lo scambio di servizi e di attività, senza intermediazioni di carattere monetario. La più grande differenza è che non si maturano mai interessi, né in passivo, né in negativo: l’unico obbligo che si ha è il pareggiamento del conto. Gli scambi riguardano l’attività e l’unità di misura del valore, costituito dall’ora (con le sue frazioni e multipli), indipendentemente dal prezzo di mercato della prestazione. Per esempio un’ora impiegata per pulire le verdure vale come un’ora di lezione di musica.
Il sistema generale si basa quindi sul principio di pari dignità delle attività scambiate e su quello di reciprocità, per cui ciascun soggetto si pone come portatore insieme di bisogni e di risorse. A Camogli il concetto si è evoluto. “Così se conosco e ho dimestichezza in un certo campo – spiega Pirchi – ecco che ti offro il mio tempo per poterti destreggiare bene in cucina. Oppure ti mostro quanto sia arricchente, ma non banale, saper affrontare a piedi i sentieri del Parco, o quanto sia divertente giocare a carte e destreggiarsi in giochi di società. Un’iniziativa molto seguita è poi: ‘Cosa voglio raccontarti’ e qui c’è chi racconta se stesso, le proprie esperienze, o a cosa invece è particolarmente interessato”.
Ultimamente, sabato 5 ottobre, i soci si sono riuniti in assemblea annuale e hanno ribadito come l’interesse per questa organizzazione a Camogli sia sempre grande. Tante sono le iniziative ideate in questi lunghi anni, spesso ripetute perché diventate care ai membri, sia donne che uomini. Tra le ultime c’è l’apertura di una seconda ‘cabina’ di Book Crossing, ossia la trasformazione della cabina telefonica di Piazza Schiaffino in un luogo di scambio per libri.
La nuova ‘Bibliocabina’ è stata inaugurata ad agosto, causa culturale sponsorizzata dalle autorità cittadine, sito che sarà utilizzato in convenzione con il Comune: si procede nel promuovere lo scambio di tempo e di saperi. “Queste cabine ne sono una evidente concretizzazione. Anziché telefonate si scambiano pagine scritte”. La ‘Bibliocabina’ in centro è la conseguenza del successo riscosso con quella che si trova al Boschetto. Sono diverse le proposte offerte dai soci per scambiare saperi e tra le più famose si ricorda la visitatissima mostra fotografica “a l’è mae Lalla Catte”, col recupero delle foto di Bertin Ferrari vero e proprio salto nel passato del borgo marinaro, con volti e vestiti di un tempo, allestita nel ridotto del Teatro Sociale a settembre 2022 e quella del 2023 sul lavoro delle donne a Camogli, ‘Travaggiâ… travaggiâ…’, tra la memoria e il presente; il concorso rivolto alle scuole per contrastare il problema dell’accumulo eccessivo di plastica, senza dimenticare il concorso di Natale.
Fra i tanti laboratori c’è stato quello del cucinare insieme, creare manufatti, giocare, raccontare, o realizzare bigiotteria; imparare ad utilizzare gli smartphone e a dipingere ad acquerello. C’è posto anche per le attività fisiche e la ‘Biodanza’ resta la preferita, sin dagli esordi della ‘BdT’. Detta anche ‘Danza della vita’, questa pratica fisica è un insieme di movimenti naturali accompagnati dalla musica, con lo scopo di promuovere la sintonia tra il sentire e l’agire. Si possono frequentare corsi interessanti sulle pubblicità, sull’arte della ceramica, su giochi pedagogici e canto. Tutto questo si realizza attraverso scambi individuali o di gruppo. I soci offrono quello che sono in grado di fare e ricevono quindi quello di cui hanno bisogno: una realtà di solidarietà, un’esperienza di collaborazione fra gli abitanti, dove si favorisce l’accoglienza di nuovi cittadini, ma soprattutto si sviluppa il senso di appartenenza al territorio e alla realtà sociale nella quale si vive.
“Tra i progetti futuri a cui stiamo pensando e lavorando – chiude la presidente – ce n’è uno in cima alla lista: una vera e propria ricerca sui negozi scomparsi di Camogli. Qui in passato c’erano moltissime attività commerciali e noi vorremmo raccogliere la memoria di chi le ha frequentate o di chi li ha gestite, cosa c’era e cosa c’è ora in quel luogo, o se addirittura non ci sia rimasto più niente. Ecco questo vorrebbe essere il nostro prossimo lavoro, con uno spettacolo finale. Chissà che non si riesca”. La Banca del Tempo di Camogli ha sempre avuto una sede itinerante, dopo la parentesi di quella condivisa con la Croce Rossa locale in via XX Settembre. I membri dell’associazione si riuniscono attualmente nelle proprie case, a turno, oppure in locali pubblici. Li si trova facilmente sui social: su Facebook, dove c’è la pagina inaugurata nel 2015, o su Instagram. Il passaparola a Camogli è, comunque, il modo più consolidato per entrare a far parte del gruppo e aderire a questa realtà che ha saputo reinterpretare il progetto nazionale, in una funzione più snella e decisamente più funzionale della ‘BdT’. Anche così si tramandano le tradizioni di una comunità e si cresce insieme.