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Giovedì 11 settembre 2025 - Numero 391

Mediaterraneo, un ‘motore’ per Sestri Levante, fra turismo e start up

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Il nome richiama il mare nostrum, ma il respiro di Mediaterraneo, ormai, è decisamente internazionale. Se i numeri di Sestri Levante, alla voce turismo e incoming, sono da diversi anni col segno ‘più’ davanti, è merito anche del lavoro di questa società e dei suoi dipendenti e collaboratori.
La ricetta vincente comprende molti ingredienti e il segreto è saperli dosare. Si parte da un territorio splendido e già attrattivo di per sé; poi si aggiungono un paziente e capillare lavoro di comunicazione; la partecipazione a fiere e rassegne nazionali e straniere; il coordinamento con i vari attori del turismo, nella città della Bimare e nei comuni viciniori; i progetti specifici; le rassegne ormai storiche; quelle nuove e in via di consolidamento.
Questo – e tanto altro – è stato messo in pentola nel corso degli anni. E quando a Mediaterraneo hanno sollevato il coperchio, i numeri parlavano chiaro: dalle già ottime 340.000 presenze del 2013, si è passati alle 430.000 del 2017, con un incremento di 90.000 unità, ovvero il 27% (va notato che la media regionale ligure si ferma, per lo stesso periodo preso in considerazione, intorno al 21%).
“Sono cifre importanti – osserva Marcello Massucco, che dal 2014 guida la società, partecipata al 100% dal Comune di Sestri Levante – Direi che iniziamo a raccogliere i frutti del nostro lavoro. Ma bisogna sempre stare ‘sul pezzo’ e non sedersi mai sugli allori, perché la concorrenza è altissima e non basta dire che abbiamo dei bei posti, che si mangia bene e che il mare è pulito”.

Dei novantamila in più, nel corso degli anni, si è arrivati capire che il 50% sono italiani e il 50% stranieri. Quasi tutti alla loro prima visita nella Riviera di Levante. “Sono dati su cui abbiamo fatto le nostre riflessioni – prosegue Massucco – C’è indubbiamente il nostro operato, alla base di questi arrivi, ma anche il fatto che l’Italia è recepita come più sicura rispetto al terrorismo. Non è un fattore da poco. Specialmente grazie agli stranieri, siamo riusciti ad avviare quel processo di destagionalizzazione su cui tutti siamo d’accordo, ma che poi è sempre molto difficile veder realizzato”.
Oggi si può tranquillamente dire che la stagione turistica di Sestri Levante e del suo comprensorio parte da aprile e finisce a ottobre inoltrato. “Parliamo di comprensorio non a caso – sostiene l’amministratore unico di Mediaterraneo – perché la nostra attenzione è rivolta anche allo sviluppo della Val Petronio e perché abbiamo avviato importanti rapporti di collaborazione sia con Lavagna e Chiavari da una parte, che con Levanto, Moneglia e Bonassola dall’altra”.
Sestri Levante è stata spesso vista come ‘porta delle Cinque Terre’, e questo, insieme alla presenza di tante strutture alberghiere, consente di attirare parecchi turisti. Come a ovest si va a Portofino, ma poi si dorme a Santa Margherita e Rapallo, così a est si va a Vernazza, Monterosso ecc., per poi pernottare nella Bimare. “Tutto dev’essere pensato nell’ottica del ‘sistema’, perché altrimenti siamo troppo piccoli per poter competere. La Riviera di Levante nella sua interezza, invece,  può dare parecchie risposte al turismo: dai porti di Lavagna e Chiavari alle spiagge di Cavi e Sestri, i sentieri di Deiva e Bonassola, le location, le strutture”.


Mediaterraneo organizza circa ottanta eventi all’anno e dà lavoro, tra fissi e stagionali, a quindici persone. “Siamo il braccio operativo del Comune per quanto riguarda il turismo e le proposte, e devo dire che è una formula che funziona, in quanto ottimale da entrambe le parti. L’amministrazione, negli anni, ha potuto risparmiare grazie all’esternalizzazione circa 200mila euro. Noi, dal canto nostro, siamo un modello più dinamico, elastico ed efficace rispetto a una struttura comunale tout-court, aiutati anche dal fatto di avere meno burocrazia”.
L’anno scorso Mediaterraneo ha fatturato un milione e trecentomila euro. Le attività sono molteplici: si va dall’organizzazione di eventi (a partire dall’Andersen Festival, sino alle manifestazioni enogastronomiche di successo come ‘Silent Wines’, ‘Mare & Mosto’ e ‘Wine Revolution’, oltre a tanti altri appuntamenti), alla gestione delle biblioteche di Palazzo Fascie e di Riva Trigoso, all’apertura dei musei cittadini e soprattutto del Convento dell’Annunziata. “Oggi – dice Massucco – si può visitare tutto l’anno, ed è stata una piacevole riscoperta, a cominciare dai sestresi”. A Mediaterraneo spetta anche l’apertura dello Iat, l’ufficio di informazioni turistiche: “E’ operativo per 52 ore alla settimana, sette giorni su sette”. L’ex convento, inoltre, funziona anche come incubatore di start-up: a oggi ve ne sono nove, che assicurano circa cento posti di lavoro.
Gli anni delle polemiche, del commissariamento, dello scontro politico sembrano lontani: “Quando sono arrivato – ricorda Massucco, che oggi ha 40 anni e una laurea in Economia Bancaria, oltre a un’esperienza di albergatore – ho trovato una situazione non molto rosea, ma neppure così compromessa. Altrimenti non saremmo riusciti a risanarla. Ora, secondo me, abbiamo trovato la strada giusta. Se temo un eventuale cambio di amministrazione? Io ritengo che questo modello di società in house sia molto efficace, indipendentemente dai colori politici. Vedo che viene adottato, quando non mantenuto, da sindaci di opposti schieramenti. Intorno a Mediaterraneo le polemiche ci sono state e ancora ce le aspettiamo nella prossima campagna elettorale. Noi continuiamo però a lavorare sereni. Parlano i numeri e i risultati. E la trasformazione che ha avuto Sestri Levante in questi anni credo sia sotto gli occhi di tutti”.

(r.p.l.)

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