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Giovedì 11 dicembre 2025 - Numero 404

Matteo Rovegno e Lorenzo Parodi: con loro la Pro Recco Judo può spiccare il volo

I due ragazzi hanno dovuto farsi largo superando la concorrenza di avversari assai più agevolati, per le opportunità avute
La Pro Recco Judo si coccola i suoi campioni
La Pro Recco Judo si coccola i suoi campioni
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di DANILO SANGUINETI

Raggiungere la vetta partendo da una realtà nobile ma limitata nei numeri e nella disponibilità come Recco vale doppio. Le benemerenze acquisite da Matteo Rovegno e Lorenzo Parodi, campioni della Pro Recco Judo, hanno un peso specifico raddoppiato perché i due ragazzi hanno dovuto farsi largo superando la concorrenza di avversari assai più agevolati, per le opportunità avute, per il peso ‘politico’ di società  più influenti oltreché in grado di selezionare da una base agonistica assai più ampia. Merito dei due ragazzi ma anche merito di chi li scovati, incoraggiati preparati e portati ai livelli top.

Parliamo dei maestri del club recchelino capeggiati da quell’inesauribile talent scout che risponde al nome di Giuseppe Figari, per chiunque lo conosca solo ‘Rudy’, maestro e cintura nera 6° Dan, diplomato all’Accademia Nazionale Judo nell’anno 1976, stella di bronzo del Coni al merito sportivo, allenatore Metodo Mga (Metodo globale Autodifesa) adottato dalle Forze di Polizia dello Stato e riconosciuto dal Ministero degli Interni; direttore tecnico della Pro Recco Judo dal 1976, Direttore Tecnico Regionale Ligure dal 2005 al 2016.

È lui che ha visto nel genovese Rovegno un enorme potenziale: a neppure 25 anni, e pur avendo iniziato tardi per lo Judo (11 anni), ha trionfato nell’edizione della Coppa Italia 2019 e 2022, ha vinto i Nazionali 2021 e si è piazzato secondo ai campionati italiani assoluti 2022, e quinto all’European Cup Malaga. Ed ha contribuito all’eccezionale terzo posto agli Assoluti a Squadre della Pro Recco. Non è da meno Parodi: dopo i trionfi in campo nazionale ha ottenuto il pass per prendere parte al circuito internazionale del Grand Slam. Di recente ha esordito nella tappa di Parigi con la vittoria su Houinato del Benin, inchiodato a terra con un sankaku Gatame. La sua strada però è stata poi subito bloccata da un ‘mostro’: Tato Grigalashvili, georgiano ventitreenne che oltre ad aver poi vinto l’oro del Grand Slam a Parigi negli 81 kg, vanta già due finali mondiali (oro 2022, argento 2021) ed il primo posto nella classifica mondiale. Parodi, che di Grigalashvili è coetaneo, ha affrontato l’avversario attaccandolo a viso aperto ed evitandone gli attacchi con guizzi acrobatici. Almeno fino all’ura nage che ha chiuso l’incontro.

“Ovviamente non è mai bello perdere – ricorda Lorenzo – però con un campione come Grigalashvili, la sconfitta pesa meno. Comunque adesso tornerò ad allenarmi al massimo per poter arrivare a giocarmela con i migliori. Ci tengo a ringraziare tutti coloro che mi supportano: i miei genitori ed i miei coach”. Tra questi c’è naturalmente Rudy Figari che contraccambia. “Parodi come Rovegno sono in pista di lancio. Matteo può ancora migliorare molto, Lorenzo sta facendo i tornei del Grande Slam Tokyo. Sono gare terribili dove per farsi largo bisogna essere fortissimi, anzi pure… di più. I due sono entrati nel giro azzurro e stanno combattendo per avere i biglietti per le competizioni più importanti, i Mondiali e il sogno più grande, le Olimpiadi”. E tutto questo partendo da una realtà solida ma minuscola, se paragonata ai top club, come quella di Recco. “È vero ma noi siamo in una situazione privilegiata perché abbiamo un impianto, seppure non enorme, sempre a nostra disposizione, ogni giorno della settimana, a qualunque orario. Nei giorni feriali, sino a venerdì, dal primo pomeriggio sino alle 19,30 circa, alleniamo i piccoli e i non agonisti, alla sera tocca agli agonisti. Il sabato e la domenica possiamo o ospitare delle gare o andare in giro per l’Italia ad affrontare i vari impegni”.

Orari e turni massacranti. “Specie gli atleti di punta. Rovegno per esempio deve venire da Genova e torna a casa tardissimo. È una vita di sacrifici”. Per fortuna ripagati da medaglie e trofei. E dalla consapevolezza di essere di esempio per tanti altri. “Abbiamo circa 150 tesserati, un numero importante perché peschiamo in un bacino non enorme, dove la concorrenza con altre società e altri sport è forte. Diciamo che non possiamo lamentarci”. Il solito understatement del maestro Figari: se altri facessero i suoi numeri canterebbero vittoria da mane a sera.

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