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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

L’ultima sfida del visionario Carlo Castellano: un liceo tecnologico sperimentale primo in tutta Italia

Sarà operativo a partire dall’anno scolastico 2027/2028: una grandissima occasione di rilancio anzitutto per la Val Polcevera, ma poi anche per l’intera Liguria
Un render di come verrà il liceo tecnologico sperimentale di Genova, primo in tutta Italia
Un render di come verrà il liceo tecnologico sperimentale di Genova, primo in tutta Italia
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di ALBERTO BRUZZONE

Sarà il liceo più innovativo e all’avanguardia in Italia, perennemente orientato verso il futuro e verso lo sviluppo tecnologico. Sarà realtà, a partire dall’anno scolastico 2027/2028, in base agli accordi presi con il Ministero dell’Istruzione e del Merito che andranno alla firma entro breve, il Liceo Tecnologico Sperimentale Statale di Genova, creatura fortemente voluta a beneficio delle nuove generazioni da quel visionario che è Carlo Castellano, già fondatore di Esaote (azienda leader negli apparecchi biomedicali), già ideatore del Parco Scientifico e Tecnologico degli Erzelli e ora impegnato in veste di presidente di Alpim (l’Associazione Ligure per i Minori) in un progetto che vedrà coinvolti non solo i giovani della Val Polcevera, ma un po’ quelli di tutta Genova e di tutta la provincia.

Innovazione nella formazione, tra i concetti fondativi del nostro settimanale ‘Piazza Levante’, che così bene si sta declinando nel capoluogo ligure, come ben racconta l’intervento in questo numero del nostro editore Antonio Gozzi. C’è bisogno di novità, di slancio, di voglia di scommettere, in questa regione altrimenti troppo sonnacchiosa e con poche opportunità per i giovani.

Ed ecco, in questo quadro, il nuovo Liceo Tecnologico Sperimentale: troverà spazio a Rivarolo, sulla sponda sinistra del torrente Polcevera, in quell’area denominata ex Facchini dove un tempo c’erano il deposito e l’officina dei locomotori delle ferrovie. Ora, quel vasto terreno di quasi ventinovemila metri quadrati passerà dalle Ferrovie dello Stato al Comune di Genova, attraverso una trattativa che dovrà ancora essere finalizzata ma è pienamente nelle intenzioni dell’una e dell’altra parte. Il Liceo sarà il punto centrale del nuovo polo scolastico e di quel Distretto Educativo dell’Educazione che, secondo la visione di Castellano, “dovrà produrre la classe dirigente del domani”.

Secondo Castellano, “dovremo darci moltissimo da fare, visto che il Ministero chiede l’inizio della sperimentazione nell’anno scolastico 2027/2028. Partiamo quindi già dal 2025 con la formazione del personale docente. Il Liceo Tecnologico Sperimentale sarà il primo in tutta Italia e, finalmente, anche la Val Polcevera potrà avere un liceo. Contiamo di coinvolgere almeno ottocento ragazzi con una proposta innovativa e improntata al futuro. Ce n’è un gran bisogno e anche da parte delle aziende, quando abbiamo presentato questo progetto, la risposta avuta è stata entusiasmante”.

Il Liceo sarà autosufficiente dal punto di vista energetico “grazie all’installazione di pannelli solari che, inoltre, soddisferanno il fabbisogno di altre tremila famiglie nei dintorni. In più, creeremo una sorta di campus: i ragazzi non andranno via appena finita la scuola, perché ci sarà la possibilità di fermarsi presso una fondazione di partecipazione che realizzeremo di concerto con le aziende”.

La nascita del Liceo e del Distretto stesso rientrano all’interno dell’operazione di acquisto dell’ex rimessa Facchini. La richiesta da parte di Ferrovie è di dieci milioni di euro, il Comune ne sta verificando la congruità attraverso una consulenza richiesta all’Agenzia delle Entrate. Secondo lo studio di fattibilità redatto allo studio di architetti Iotti + Pavarani, che costituisce la base del concorso di idee internazionale per la rigenerazione urbana dell’ex Facchini che il Comune bandirà entro aprile del 2025, “occorre realizzare una ‘buona architettura’, capace di concorrere ad una adeguata formazione dei ragazzi oltre che essere un luogo attrattivo per l’intera collettività. La scuola dovrà infatti prendere a riferimento il nuovo concetto di ‘community school’, dove oltre alla didattica tradizionale venga dato ampio spazio alla creatività, imprenditorialità e cooperazione tra gli studenti, gli insegnanti e gli abitanti del territorio, con spazi distributivi fluidi e flessibili che incoraggiano le relazioni”.

Sarebbe stato benissimo anche alla colmata di Chiavari, un tale progetto ma, come ricordato anche dal nostro editore, l’attuale amministrazione ha preferito porvi un depuratore. Questa è la storia: chi ha la visione e chi non ce l’ha. La differenza, in fondo, sta tutta qui. 

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