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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Liguria, persi in un anno 1905 studenti: il tema della dispersione scolastica è sempre più attuale. Il ministero studia altre misure di contrasto

Il provveditore di Genova Alessandro Clavarino: “C’è una forte dispersione dai licei, e poi chi rinuncia a quel ciclo di istruzione spesso approda ai tecnici o ai professionali, prima di mollare del tutto”
Il tema della dispersione scolastica è sempre più di stretta attualità
Il tema della dispersione scolastica è sempre più di stretta attualità
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di ALBERTO BRUZZONE

Sempre meno sui banchi. Il sistema scolastico ligure perde 1905 studenti in un anno. Il dato è fornito dall’Ufficio scolastico regionale: nel ciclo 2023/2024 il totale degli alunni iscritti è di 164.943, mentre nel ciclo 2024/2025 la prima campanella di settembre suonerà per 163.038 alunni. Il calo più rilevante è su Genova e provincia, con meno 858 iscrizioni (da 86.709 a 85.851). A seguire, Savona con meno 626 iscrizioni (da 29.682 a 29.056); Imperia con meno 296 iscrizioni (da 23.740 a 23.444); La Spezia con meno 125 iscrizioni (da 24.812 a 24.687).

Ogni provincia ligure, quindi, ha il segno meno e, oltre a questo dato, si aggiunge pure quello legato alla dispersione scolastica, che ha raggiunto il 13%, come riferito dal provveditore di Genova, Alessandro Clavarino. “Si tratta naturalmente – afferma – del dato generale, che va scorporato a seconda delle tipologie di scuola. C’è una forte dispersione dai licei, e poi chi rinuncia a quel ciclo di istruzione spesso approda ai tecnici o ai professionali, prima di mollare del tutto. Su tutti questi temi occorre ragionare: è necessario sempre più lavoro, a partire dall’orientamento che, secondo una linea di pensiero, deve partire già alla scuola primaria, e non agli ultimi anni della secondaria di primo grado. Le famiglie e gli insegnanti in questa partita giocano un ruolo fondamentale”.

Al complesso tema della dispersione scolastica è dedicato anche l’annuale dossier da parte di Eurispes, secondo il quale solo il 5,9% dei docenti della scuola secondaria di secondo grado afferma di non aver mai riscontrato casi di abbandono scolastico. In quasi il 30% dei casi è avvenuto raramente, ma nel 64,4% il fenomeno è stato osservato molte volte (15,2%) o qualche volta (49,2%). L’abbandono scolastico affligge in modo lievemente più diffuso le scuole del Nord-Ovest (solo il 2% degli insegnanti non ha riscontrati casi di dispersione scolastica) e il Sud (3,3%).

È quanto emerge dal 2° Rapporto Nazionale sulla scuola e l’università dell’Eurispes. Gli insegnanti che si sono confrontati più spesso con casi di abbandono scolastico sono quelli degli Istituti professionali (36,1% ‘molte volte’; nei tecnici si scende al 18,9% e nei licei si registra il minimo del 4,2%). La prima causa di dispersione, secondo gli insegnanti, è la povertà culturale dell’ambiente di origine dei ragazzi (37,9%), seguono lo scarso interesse dei ragazzi (27,2%) e l’inadeguatezza della scuola nel coinvolgere e motivare gli alunni (17,6%). 

Fra i possibili provvedimenti volti al contrasto dell’abbandono scolastico, il 41,2% del campione ritiene più urgente l’adozione di strategie che permettano di seguire con maggior attenzione l’apprendimento e l’integrazione degli alunni con difficoltà. Secondo il 22% è necessario accrescere il coinvolgimento delle famiglie nel percorso scolastico degli alunni e per il 18,2% occorre rafforzare il collegamento tra insegnamento e mondo professionale, mentre solo il 5,1% dei docenti reputa importante offrire un sostegno economico alle famiglie indigenti.

Inoltre, i docenti si dicono a favore dell’introduzione della figura del docente a sostegno dei ragazzi con difficoltà o poco coinvolti e come mezzo di contrasto alla dispersione scolastica: il 19,6% è favorevole e il 33,6% pensa che sia una buona proposta seppur difficilmente realizzabile (in totale 53,2%). D’altra parte, il 37,5% dei docenti si è dichiarato contrario e il 9,3% la reputa una proposta irrealizzabile senza esprimersi sulla sua possibile validità. E ancora, sempre secondo il rapporto, circa un quarto degli insegnanti attualmente in cattedra è un supplente. La presenza eccessiva di docenti non di ruolo che si avvicendano nelle supplenze, sembra costituire un importante ostacolo alla continuità didattica e al processo educativo e di apprendimento degli studenti secondo il 58,5% dei docenti intervistati.

Intanto, per quest’anno ammonta a 790 milioni di euro il finanziamento complessivo autorizzato, con decreto del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, per il nuovo piano di riduzione dei divari territoriali negli apprendimenti e per il contrasto della dispersione scolastica.

La misura, ricompresa nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, coinvolge 7.980 scuole in tutta Italia e promuove percorsi di apprendimento individualizzati e di potenziamento delle competenze di base, attraverso un sistema di tutoraggio mirato e personalizzato. In particolare, 750 milioni sono destinati alle scuole secondarie di primo e secondo grado, mentre 40 milioni sono riservati ai Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) per azioni a supporto dei giovani che hanno abbandonato la scuola. Il decreto prevede anche l’emanazione di uno specifico avviso rivolto agli istituti scolastici paritari non commerciali della scuola secondaria di primo e secondo grado.

“Questo nuovo piano – dichiara il ministro Valditara – si colloca nel solco della personalizzazione degli apprendimenti e della valorizzazione dei talenti di ogni studente, affinché tutte le scuole possano accompagnare i ragazzi verso il successo formativo e il completamento del percorso di studi. Si tratta di una misura che per dimensioni e per investimento offrirà un contributo straordinario per ridurre le differenze territoriali negli apprendimenti e il tasso di dispersione scolastica”.

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