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Giovedì 11 dicembre 2025 - Numero 404

Un libro scritto da Paolo Maria Capozio riporta in auge il mitico Circuito Motociclistico del Tigullio, tra Santa Margherita Ligure e Rapallo

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di DANILO SANGUINETI

Si potevano fare ‘le pieghe’ – le inclinazioni impresse alla moto per curvare ad altissima velocità, gesti di bravura funambolica e di ardimento al limite dell’incoscienza – tra i vicoli di Rapallo e Santa. Sembra l’inizio di un racconto di fantascienza ed è invece la storia di un secolo fa quando il Tigullio ospitava un circuito degno del quello dell’isola di Man. Ed a percorrerlo erano centauri mitici, autori di imprese che oggi stanno giustamente nella leggenda. Erano in sella ad ‘attrezzi’ straordinari, destrieri di ferro dalla meccanica rudimentale se confrontata a quella di oggi, ma di solidità a prova di bomba e dall’estetica impossibile da non ammirare.

I trisnonni di Valentino Rossi e Pecco Bagnaia erano di casa nel tratto di costa del Tigullio Occidentale. Brilli Peri e Varzi, Ghersi e persino lui, ‘Nivola’, ossia Tazio Nuvolari, il mito assoluto. Si apre un mondo per i biker e per gli impallati delle due ruote.

Un mondo che scopriamo grazie al bel libro ‘Il circuito motociclistico del Tigullio. Storia di un circuito dimenticato 1922-1932’, scritto da Paolo Maria Capozio, che è un appassionato e che ha avuto il grande merito di riportare alla luce un episodio dimenticato da tutti quelli che non si avvicinano ai Novanta. Lo ha fatto seguendo la passione di una vita e anche l’istinto del cacciatore di curiosità. Ha compiuto un lavoro certosino.

Racconta: “Il circuito tenne la sua prima edizione il 19 novembre 1922. I maggiori quotidiani e riviste di settore riportano con entusiasmo notizie sul ‘Circuito del Tigullio’. La particolarità del tracciato – carico di curve e saliscendi – gli stupendi panorami, le eleganti ville e non per ultima la dolcezza del clima, lo rendono effettivamente affascinante. Eppure ad oggi è un Circuito dimenticato dai più, nonostante grandi piloti, come Tazio Nuvolari e i fratelli Ghersi, si siano sfidati sul suo percorso”.

Capozio ha scrupolosamente compulsato tutte le fonti dell’epoca affidandosi alle biblioteche ma anche alle dritte di esperti della storia del motociclismo. Si presenta così: “Sono nato a Chiavari nel 1977. Motociclista da sempre. Appassionato delle motociclette Triumph e di tutte quelle con una forte personalità, le uso come strumento per scoprire nuovi percorsi e condividerli il più possibile con altri biker. Anche da questo è nata l’esperienza della Reunion 80/90, evento dedicato alla moto ‘youngtimer’, giunto quest’anno alla quinta edizione. Dal 2017 mi sono dedicato nel tempo libero a ricostruire la storia del dimenticato Circuito del Tigullio grazie a un incontro fortuito con un collezionista. Vivo nel Tigullio con una paziente moglie e due figli a cui spero di tramandare la mia passione”. Il libro è stato presentato per la prima volta sabato 22 ottobre a Santa Margherita Ligure, presso la Banchina S. Erasmo durante la prima ‘Rievocazione storica del Circuito del Tigullio’ organizzata dal MotoClub Colombo di Rapallo.

Una seconda presentazione è prevista sabato 19 novembre alle ore 10,30 presso la Sala ‘Spazio Aperto’ di Santa Margherita Ligure. Visto il successo della presentazione per la seconda uscita ci sarà pure l’evento: i partecipanti dopo l’incontro se ne andranno in moto e scooter a fare un giro tutti insieme sui posti del circuito.

“Vero. E poi ho in programma un firma copie presso la libreria L’Automobile di Milano, la Mecca dei piloti dato che vende all’anno circa 12mila libri che trattano di due e quattro ruote. A proposito il libro, si può già acquistare in tutte le librerie indipendenti del Tigullio, ordinare in qualsiasi libreria d’Italia, sulle principali piattaforme online e direttamente presso la casa editrice al seguente link: https://www.youcanprint.it/il-circuito-motociclistico-del-tigullio/b/f2484830-f7e0-5482-b64b-91990a805bca”.

Un volume che interesserà non solo i patiti. Interessante apprendere che su queste strade correva Benelli, che da pilota si trasformò in creatore di straordinari modelli di moto e fondò una casa produttrice di fama mondiale (ancora oggi, seppure dopo tante trasformazioni). O che si correva in un periodo proibito per le altre piste (metà novembre) contando sulla mitezza proverbiale del tempo tigullino. E se non basta ecco un assaggio dell’introduzione. “Il tracciato della lunghezza totale di 11 km prevedeva uno straordinario circuito carico di curve e saliscendi. La partenza da viale Rainusso a Santa Margherita, la salita verso San Lorenzo della Costa percorrendo la via Aurelia e infine la discesa verso Rapallo. Con ritorno all’avvio attraversando l’abitato di San Michele di Pagana in riva al mare. Il percorso doveva essere ripetuto 15 volte per un totale di 150 km. Partenza dei corridori alle 13 in punto. Le categorie ammesse alla gara erano tre: 500 cc, 1000 cc e Sidecar fino a 1300 cc. I premi in palio erano 1500 lire per il primo, 800 per il secondo e 300 per il terzo. Premi ricchi per l’epoca”. Che voglia di dare gas, almeno con la fantasia.

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