La forza delle donne veste Chiavari. Quattro punti vendita, tre socie e cinque commesse, tutte rigorosamente in rosa. Se Les Arcs fosse un film, sulla locandina troveremmo ben evidenziato: ‘da un’idea di Gabriella Prato e Loredana Spanò’. Commesse, ma ancor di più amiche. E poi imprenditrici: venticinque anni fa il grande salto con un negozio tutto loro in piazza Verdi, sotto il porticato che disegna tanti archi. Da qui il nome, francesizzato per dare un tocco internazionale appropriato alle importanti firme in vendita.
“All’inizio l’idea era quella di chiamarsi ‘Le Ragazze’, ma con l’avanzare del tempo non avrebbe avuto molto senso, così abbiamo deciso di diventare Les Arcs”. Decisione coraggiosa che si rivela azzeccata perché l’impronta piace e gli affari decollano con quei colori vivi che nelle altre vetrine cittadine si faticavano a scorgere: “Le particolari camicie di un marchio, Le Gatte, andavano letteralmente a ruba. E poi i tailleur rosa e azzurri, i jeans di Versace così differenti da quelli scuri che si vedevano a Chiavari”.
Come novelle ‘Re Mida’, Gabriella e Loredana trasformano in oro ciò che indossano e vendono persino quando sono chiuse. Impensabile nell’era in cui l’e-commerce è ancora un embrione? Tutt’altro. “Al sabato sera, quando qualche amica notava i capi che indossavamo, non perdevamo tempo: alzavamo la saracinesca e la accontentavamo”.
Per un lungo periodo l’abbigliamento uomo e donna hanno convissuto negli stessi spazi, poi la decisione drastica: “La promiscuità non era una buona idea, la donna che si cambiava, magari usciva dal camerino in reggiseno e si trovava davanti un estraneo, così per otto anni abbiamo abbandonato i capi per lui”.
Una pausa di riflessione che si intreccia più tardi con il destino di un altro storico locale di Chiavari: è il 2013 e la Boutique Osvaldo chiude i battenti dell’attività di corso Garibaldi. Opportunità che le due amiche non si lasciano sfuggire. E le quote rosa aumentano, perché in società entra anche Teresa Ettori che i clienti di Osvaldo conoscevano molto bene.
Les Arcs si sdoppia, riprendendo il discorso interrotto con l’abbigliamento maschile che a fianco, qualche periodo più tardi, accoglie il negozio gemello per donna. Il punto vendita di piazza Verdi, intanto, si è convertito in un outlet per abbigliamento femminile, mentre in via Remolari sono gli uomini a trovare vestiti e scarpe a prezzo ribassato. Al timone solo quote rosa e pure tra le commesse si parla al femminile, “ma semplicemente perché quando abbiamo cercato si sono presentate solamente donne”.
Le vetrine di Les Arcs sono spesso contaminate di arte, con la collaborazione della Galleria Cristina Busi e di molti artisti che si connettono con l’eleganza dell’alta moda. “Il nostro è un lavoro difficilissimo, non è semplice al giorno d’oggi essere commercianti seri”. Se l’azienda resiste e si amplia è perché il rapporto con i clienti rappresenta il punto di forza, ognuno di loro è un mondo a sé, bisogna comprenderne i gusti: mica facile, specie se si gioca con un anno di anticipo. Già, perché oggi Les Arcs sta acquistando i capi che si venderanno la prossima estate. Si programma, si viaggia – a Firenze e Milano per l’uomo, a Parigi e Milano per la donna – poi si sceglie. Anticipazioni? “Il ritorno alla giacca per la donna e un’attenzione più marcata alla qualità per l’uomo”.
Statene certi: l’occhio delle donne ancora una volta non sbaglierà.
DANIELE RONCAGLIOLO