di ALBERTO BRUZZONE
Non si ferma mai. E fa bene. Perché di un autore come Lorenzo Beccati c’è sempre bisogno, perché un autore come Lorenzo Beccati arriva sempre al momento giusto. Perché un autore come Lorenzo Beccati è sempre da leggere, magari anche ‘passando avanti’ a qualche libro che si è comprato in precedenza.
Lo scrittore genovese, oltre che arcinoto autore per il piccolo schermo, ha pubblicato da pochi giorni il suo nuovo romanzo: s’intitola ‘Il pescatore di Lenin’ ed è edito da Oligo, una casa editrice mantovana nata nel 2017 e tra quelle attualmente più brillanti nel settore dell’editoria indipendente (pubblica narrativa italiana e grandi autori stranieri, saggistica, libri illustrati e libri da colorare e, da qualche tempo, si occupa anche di far lavorare molto bene una libreria nel centro storico della città).
Beccati incontra Oligo ed è un ‘matrimonio’ assai interessante, come quelli che aveva già avuto con altre piccole ma assai floride realtà: la Fratelli Frilli per ‘Il guaritore di maiali’ e per ‘Il faro delle lacrime’; la Internòs Edizioni dei chiavaresi Goffredo ed Ester Feretto per ‘Niente monete nelle fontane’ e ‘74 nani russi’.
Qui c’è di nuovo la Russia, visto che il protagonista è Lenin. E invece, chi è il pescatore di Lenin? Leggendo il romanzo di Beccati, si scoprirà che si chiama Anto’ o muto e che vive a Capri. Perché?
Perché tra rigorosa realtà storica e finzione narrativa, in un intreccio che lega insieme il presente con l’avvio del XX secolo, Lorenzo Beccati costruisce un romanzo avvincente partendo da un frammento di vita del rivoluzionario russo più famoso di sempre: il breve soggiorno di Lenin a Capri qualche anno prima del fatidico ottobre 1917.
Le giornate del futuro padre dell’Unione Sovietica scorrono tra gite in barca ai faraglioni e passeggiate nella piazzetta, tra partite a scacchi con i compagni di partito, un amore clandestino, e cene di gala sul panfilo degli industriali dell’acciaio Krupp.
Anto ’o muto, pescatore solitario e anarchico verace, con caparbietà diventa suo amico. Il caprese è capace di grande devozione ma anche di gettare nel tumulto la coscienza di Lenin. Con lui il russo scoprirà lati sconosciuti, e a tratti oscuri, dell’isola partenopea e della sua anima rivoluzionaria. Il tutto è pervaso da un enigma: perché il capo dei bolscevichi è andato a Capri?
Con il suo stile narrativo sempre molto fresco e a tratti surreale, Beccati trascina nella narrazione, sa coinvolgere, sa far divertire e svagare. È una lettura che scorre veloce, pagina dopo pagina, senza mai cadere di tono, senza mai essere banale né scontata.
Se siete arrivati a ‘Il pescatore di Lenin’, per qualsiasi strada (compreso questo articolo…) non esitate: comprate questo libro e leggetelo. Vi verrà voglia di leggere anche gli altri di Lorenzo Beccati, che è sì la voce del Gabibbo, è sì l’autore di programmi come ‘Drive In’, è sì lo storico braccio destro di Antonio Ricci, ma è anche e soprattutto il braccio destro e sinistro e la mente di se stesso: uno scrittore capace di emozionare.
La scheda
Lorenzo Beccati
Il pescatore di Lenin
Pagine 260
Oligo Editore