di ALBERTO BRUZZONE
“Come sindaco direi che ho dato ampiamente”. Ci scherza sopra, Vittorio Centanaro, primo cittadino di Leivi per quindici anni. Guiderà il suo comune ancora per poche settimane e poi, alle elezioni dell’8 e 9 giugno (che coincideranno anche con le Europee), non si ricandiderà più, “perché è giusto lasciare il posto ad altri, anche se continuerò a essere presente e a dare una mano”.
Una carriera lunghissima, quella di Centanaro, iniziata negli anni Ottanta: “Tra il 1980 e il 1990, sono stato consigliere comunale d’opposizione per dieci anni. Poi, ho fatto altri cinque anni all’opposizione tra il 1999 e il 2004, sempre con il medesimo impegno. Dal 2009 sono stato sindaco di Leivi per tre mandati consecutivi. Ora mi candiderò a consigliere comunale semplice, all’interno del nostro gruppo, Leivi Tradizione e Sviluppo, mentre il candidato sindaco è l’ex consigliere regionale Gabriele Pisani, un ragazzo molto in gamba e soprattutto molto preparato, che ha una gran voglia di impegnarsi per il nostro territorio”.
Vittorio Centanaro mancherà ancor prima che termini il suo mandato. Mancherà e c’è poco da fare. Mancheranno la sua verve, il suo amore per il territorio, il suo gettare sempre il cuore oltre l’ostacolo, la sua energia, il suo essere la perfetta rappresentazione del ‘sindaco eroe’ come la abbiamo sempre intesa noi di ‘Piazza Levante’: attento e pronto al sacrificio, anche quando le risorse sono scarse, anche quando gli enti sovraordinati non collaborano, sono lontani o, ancor peggio, si mettono clamorosamente di traverso.
“Credo di aver fatto la mia parte come primo cittadino, anche sulla base delle responsabilità che sono via via aumentate nel corso degli anni e per effetto delle leggi. Come detto, rimarrò a disposizione del gruppo Leivi Tradizione e Sviluppo, e lo farò molto volentieri”.
È ancora presto per dire se Pisani sarà candidato unico: “Non si sa – commenta Centanaro – però si sente dire sempre di più che ci sarà una sfida. Bene così. Lo sapremo ufficialmente venerdì 10 e sabato 11 maggio, quando scadono i termini per presentare le liste. Quanto a noi, il nostro gruppo si è rinforzato e non era scontato per come è messa la situazione e per come dobbiamo fare i conti da queste parti”.
Lontananza delle istituzioni centrali, situazioni non percepite, difficoltà a trovare contatti e sponde: “Noi abbiamo esigenze che sono profondamente differenti da quelle di Genova. Per questo la Città Metropolitana, strutturata così, ha troppe lacune. Io voglio bene a Genova, ci sono nati mio figlio e mio nipote, ma ci sono altre prospettive da noi e altri bisogni”.
Centanaro fa i suoi esempi: “Abbiamo un bisogno enorme di infrastrutture, soprattutto di quelle in grado di collegare la costa con l’entroterra. Bene il tunnel della Fontanabuona, ma vanno create anche altre viabilità. E poi, occorre investire di più sulla prevenzione dal rischio idrogeologico, perché siamo un territorio troppo fragile”. Centanaro parla da sindaco di Leivi, “ma mi permetto anche di andare oltre. Noi dobbiamo smetterla, ma smetterla sul serio, di guardarci il campanile. I sindaci del Tigullio devono stare in rete. Se anni fa puntavamo a diventare la quinta provincia ligure, un motivo ci sarà stato. Avevamo ogni tipo di servizio, ora invece ne abbiamo perso moltissimi, a partire dal Tribunale. È stata una batosta per Chiavari. Vanno create occasioni perché le persone restino ad abitare questo territorio splendido. E invece noi cosa facciamo? Qualcuno pensa di costruire un depuratore fronte mare”.
Un tema, quello del depuratore, che tocca Centanaro nel vivo. È stato l’unico sindaco a proporre un terreno nel proprio comune: presso la piana di Seriallo. “Ho messo l’area a disposizione nel 2016, poi l’Ato ha fatto altre valutazioni e sono venuti fuori prima il Lido e poi la Colmata. Una scelta inspiegabile. Credo di aver fatto la mia parte, come avrebbe dovuto fare ogni buon sindaco. Ho ragionato nell’interesse del territorio, e mi pare che questo sia l’unico modo attraverso cui possiamo riprenderci quella centralità che ci è stata tolta. Dobbiamo lavorare tutti insieme, per contrastare troppe scelte che non vanno bene. E per contrastare quell’abbandono galoppante che stiamo subendo tutti qui nell’entroterra. Non vedo una linea politica seria che individui l’abbandono come uno dei punti focali su cui concentrare l’attenzione per cercare di limitarlo. Siamo lasciati troppo soli e noi facciamo poco per unirci e diventare più forti”.
Quindici anni da sindaco, ma che cosa mancherà di più a Vittorio Centanaro? “Sono stato sempre disponibile all’ascolto. Mi mancherà quella porta sempre aperta. Però, mi porto a casa tante belle soddisfazioni, come aver visto crescere la mia città e tante sue manifestazioni: da ‘Notti tra note’ alla Festa dell’Olio, ma anche molte altre”.