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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Le Tatotte, la boutique del bebè di mamma Giada con il pensiero sempre rivolto alle figlie Carlotta e Ottavia

Ci vuole molta esperienza e grande dedizione, proprio le qualità che si sommano nel progetto intrapreso a Chiavari da Giada Curatola, in via Bighetti
Giada Curatola guida il suo negozio Le Tatotte in centro a Chiavari
Giada Curatola guida il suo negozio Le Tatotte in centro a Chiavari
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di DANILO SANGUINETI

Mai mettersi a fianco bambini e animali. La vecchia massima degli attori di teatro potrebbe valere anche in campo commerciale. Sono le due categorie di fruitori più difficili da individuare, sfuggenti sotto il profilo merceologico e ardui da catturare. Il perché è evidente: non sono loro a scegliere ma i loro compagni, parenti, tutori e badanti; clienti attenti, diffidenti e spesso incontentabili. Perciò qualunque negozio che operi in questo campo rappresenta una sfida da gestire con oculatezza. 

Ci vuole molta esperienza e grande dedizione, proprio le qualità che si sommano nel progetto intrapreso a Chiavari da Giada Curatola. Un negozio, in via Bighetti 4, nel centro storico di Chiavari, dove la giovane chiavarese – 33 anni nascosti dietro un sorriso smagliante – opera con cognizione di causa dato che ‘Le Tatotte’, alle quali ha intitolato la mini-boutique del bebè, sono le sue due figlie, Carlotta ed Ottavia, usate come modelle e come metro di comparazione. La sua vocazione, la sua pueri-cultura, sono di una adamantina sincerità.

“Ho sempre voluto occuparmi dei piccoli. Dalle superiori alla scuola di specializzazione a Milano, dagli stage fatti là e qui in Liguria mi sono dedicata alla moda per infanti. Ho iniziato in una grande azienda del settore, la Magil, uno dei capisaldi nella moda per bambini, un marchio che ha imposto il suo stile nel mondo. Il mio spirito di iniziativa mi ha portato però a immaginare un posto tutto mio, dove potessi applicare in piena libertà le mie idee. Sono tornata nella mia città e preso il coraggio a quattro mani, tre anni fa ho deciso di aprire un negozio. La proposta originale era di presentare capi di marchi conosciuti che potevano essere personalizzati e adattati su richiesta delle varie esigenze, poi a poco a poco ho potuto sviluppare le mie idee”.

Moddare gli indumenti per i bebè richiede gusto e preveggenza. “Ho imparato molto da ogni cliente che è entrato nel mio negozio. E a mia volta ho cercato di comunicare e informare. Molte gestanti e neo-mamme di oggigiorno si affacciano su un mondo del quale sanno poco o niente, non è più come venti anni o più, nel quale dalla famiglia si avevano tutti gli input necessari”. Ha aiutato anche la sua esperienza quotidiana con le figlie. E viene da chiedersi come ha fatto a tirare su due figlie e allo stesso tempo occuparsi della sua ‘altra’ creatura. “Carlotta e Ottavia first naturalmente, ma il fatto che il nome della boutique venga da loro, le mie ‘Tatotte’, rivela quanto il mio piccolo mondo sia tutto interconnesso. In molti mi hanno chiesto come mai io sia chiusa in alcuni giorni feriali e anche pre-festivi, la spiegazione è molto semplice. Il motivo sono loro due: prima di essere la titolare del negozio sono una mamma e penso che in alcuni momenti sia giusto dedicarmi esclusivamente alle mie piccole”.

Una affermazione di forza, non si commetta l’errore di prenderla per una debolezza. Soprattutto perché per Giada non si tratta di una decisione presa a cuor leggero: “Ammetto di essere una persona competitiva e quindi che sia piuttosto difficile trovare il giusto equilibrio. Infatti da qualche tempo ho preso una collaboratrice, Arianna che mi dà un sostegno prezioso”. Eppure nonostante siano in due ‘Le Tatotte’ in alcuni giorni rimane chiuso. “Perché Arianna come me ha una famiglia alla quale non fa mai mancare la sua presenza quando serve”. Il problema della donna che lavora: pensare che essere giovani e indipendenti nell’Italia degli anni Venti del Terzo Millennio significhi essersi lasciati alle spalle secoli di patriarcato è puro ‘wishful thinking’, se non imperdonabile ingenuità. Giada sulla questione non transige, anche a costo di sacrifici, di evidente ‘lucro cessante’. Nelle festività pasquali abbiamo tenuto chiuso nonostante in città ci fossero turisti a frotte. In molti mi hanno detto, sei matta? Ma anche no! Era giusto che anche Arianna stesse con i suoi. Sono sicura che la maggior parte della gente capirà. Potrà sempre comprare comodamente da casa”.

Infatti, da nativa digitale qual è, sfrutta con perizia le alternative all’apertura fisica dello spazio commerciale usando Internet, interagendo tramite i social con la sua clientela. “Dico a chi viene a trovarmi di seguirmi sulle pagine social, Per me è fondamentale dato che li aggiorno costantemente con tutti i nuovi arrivi, più tanti consigli e spunto. Sarò felicissima di fare da personal shopper virtuale con tutte le foto e i video e anche, perché no, una bella videochiamata”. 

La sensibilità femminile è un plus che mamma Giada sfrutta. “So benissimo come certi momenti nella vita di una donna siano impagabili. Non tornano più, bisogna goderli nel momento appieno. Ammetto di essere un po’ una mamma chioccia – voglio essere presente in tutto quello che concerne la vita delle mie figlie: feste, compleanni, recite, gite, vacanze, assemblee scolastiche. E sono esperienze che trasporto nel lavoro: pertanto se Le Tatotte è chiuso in alcuni pomeriggi infrasettimanali e ogni tanto si prende qualche giorno di festa, non lo considero tempo sprecato”. 

Quando è aperto il negozio offre a chi vi si reca una esperienza particolare: “Lo definisco una mini-boutique non perché si tratti di un negozio di lusso e costoso, ma perché, come la traduzione dal francese dice, è una piccola bottega ,nel centro di una cittadina-paese , in un luogo tranquillo dove mentre voi fate shopping il vostro bimbo potrà gustarsi un delizioso gelato presso nelle gelaterie vicine  o divertirsi nelle due piazze comunicanti, circondate dalla natura che offre lo splendido parco di Villa Rocca”. 

Una filosofia che da queste parti in troppo pochi condividono, non comprendendo come il negozio come mero ricettacolo di merci da proporre sic et simpliciter all’avventore è ampiamente superato e quasi certamente perdente in un futuro non lontano. “La boutique non è stracolma di cose, gli abiti e gli accessori che si acquistano in boutique sono ricercati e di qualità e se ne propongono da uno a tre pezzi massimo, affinché sia piuttosto improbabile che troppi bambini si incontrino vestiti allo stesso modo”. Ci si accorge di essere in una boutique e non in un semplice negozio perché Giada e Arianna sono delle perfette padrone di casa non dei taglieggiatori della malcapitata mamma. 

Nello specifico si trovano articoli per bimbi da 0 mesi a 3 anni. “Articoli di brand selezionati dopo un’attenta ricerca e creazioni realizzate artigianalmente con amore. Mi sforzo di elaborare proposte dal gusto classico e raffinato. In aggiunta posso offrire un servizio veloce di personalizzazione di ogni articolo presente, con scelta tra stampa o ricamo a mano. C’è anche una piccola zona outlet dove potrete acquistare occasioni di fine serie a prezzi scontatissimi. Ogni settimana sono presenti nuovi arrivi per poter dare sempre splendide novità. In più sulle pagine social stuzzico chi segue con curiosità sull’utilizzo e sulla storia degli articoli presenti in boutique”. 

La mamma di Carlotta e Ottavia insomma è un modello ancora più evoluto della donna multitasking che nei decenni scorsi ha mostrato di che cosa è capace al cospetto del cosiddetto sesso forte. Nei prossimi mesi ne vedremo delle belle: “Mi vengono idee a getto continuo. L’ultima è quella di proporre un pacchetto regalo con dentro la ‘Camicina della fortuna’, ossia un kit per il primo cambio con un indumento che si metteva al bambino nei primi tempi dopo la nascita come dono beneaugurante. Moltissime giovani mamme non sapevano neppure di che cosa parlassi quando glielo proponevo”.

Poi ci sono gli ampliamenti. “Vorrei superare il limite autoimposto dei 36 mesi dalla nascita e offrire anche capi 3-10 anni. Infine aumentare la visibilità del mio marchio, organizzando eventi. Il mercatino e lo Sbarassu non mi ‘bastano’ più, nei prossimi mesi penso a qualche cosa da organizzare con gli altri negozi di questa via e questa zona del centro storico, alle spalle di Carruggio Dritu, che i turisti spesso neppure sanno esista”. 

Giada, un nome da fata ma chi lo ‘indossa’ rivela un’indole da analista della Cia. Scelte ponderate per una Mary Poppins in versione riveduta e corretta: stai a vedere che anche lei ha una borsa senza fondo dalla quale è capace di estrarre cose, e idee, a getto continuo.

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