di ALBERTO BRUZZONE
Si chiama Giorno della Memoria perché è il giorno in cui bisogna ricordare. Ricordare il nostro passato, quello che è successo durante la Seconda guerra mondiale. Bisogna tener sempre viva questa lezione della Storia, soprattutto in un periodo in cui i revisionismi sono sempre più pericolosi.
Quest’anno, il Giorno della Memoria, cadrà di mercoledì: sempre al 27 gennaio, sempre con l’obiettivo di rendere omaggio alle vittime dell’Olocausto. Considerando l’attuale emergenza sanitaria, molte iniziative non si potranno tenere in presenza, ma ci sono contributi altrettanto preziosi, importanti e destinati a rimanere nel tempo.
Uno di questi è il libro ‘Deportati. Dimenticare sarebbe una colpa. La deportazione politica dal Tigullio – Golfo Paradiso’: lo hanno scritto a quattro mani, con estremo impegno ed altrettanto estremo rigore scientifico e storico, Bartolomeo Berto Solari e Giorgio Getto Viarengo, entrambi profondi conoscitori, da sempre, delle cronache del Levante genovese, nonché appassionati ricercatori. Lo ha pubblicato la Internòs Edizioni di Goffredo ed Ester Feretto, una casa editrice che mette cura e amore in tutto quello che manda alle stampe, dal romanzo ai racconti, dalle raccolte di poesia ai volumi dedicati al Tigullio.
E, tra i volumi dedicati al Tigullio e anche al Golfo Paradiso, questo è di una fondamentale rilevanza, perché ricostruisce la vita e le peripezie di tantissime persone che finirono nei campi di concentramento. Il tutto con documenti inediti, con un ricco apparato fotografico e di carte: un libro da custodire, conservare, ma soprattutto leggere pagina dopo pagina, proprio per non dimenticare, proprio perché ‘dimenticare sarebbe una colpa’, come si dice nel titolo, che suona quasi come un manifesto di pensiero.
Furono cinquantatré i deportati politici nati nel territorio del Tigullio e del Golfo Paradiso: il comune con più arresti, nove, è Sestri Levante. I deceduti di questo gruppo furono trentaquattro. Altri undici, invece, riuscirono a rientrare presso i loro domicili, mentre riguardo a otto persone, l’esito delle verifiche non ha messo gli autori nelle condizioni di conoscerne con certezza il destino dopo la Liberazione.
Sono sedici, poi, i deportati di cui nel libro vengono ricostruite le vicende relative agli arresti e alle deportazioni. In totale, quindi, ecco sessantanove profili praticamente sconosciuti, cittadini del Tigullio e del Golfo Paradiso di cui non si sapeva pressoché nulla.
“Dopo aver pubblicato uno specifico saggio sulla ‘Deportazione degli Ebrei dalla Provincia di Genova’, ci sembrava utile – raccontano Solari e Viarengo – restituire un preciso riferimento sul dramma della deportazione politica. La nostra convinzione nasce, dopo settantacinque anni dagli avvenimenti, dal proporre nuovi metodi d’analisi e ricostruzione storica, in particolare studiare e restituire i profili delle vittime rispetto ai territori d’appartenenza e residenza”.
Gli autori citano un dato che spiega la loro scelta: “L’Aned, ovvero l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti, conta in più di quarantamila i deportati e in più di duecento i convogli utilizzati per il loro trasporto. Il nostro lavoro ha utilizzato una nuova classificazione, partendo dal nostro territorio col perimetro del Tigullio e del Golfo Paradiso, individuando i nativi e i residenti, i luoghi d’arresto, la reclusione in Italia, i campi di transito e le destinazioni in Germania. Per ognuno dei deportati si propone un profilo biografico e il proprio destino nell’esperienza della deportazione. Completano i dati le documentazioni dei rispettivi campi di concentramento, documenti ricercati presso l’Istituto di Bad Alorsen (Centro Internazionale sulla Persecuzione Nazista). Inoltre, per avere una buona certezza dei dati pubblicati, si sono controllati i profili presso le anagrafi e gli stati civili dei rispettivi comuni d’appartenenza. Concludono le ricerche i dati statistici, il numero dei deportati rientrati, i deceduti, il numero di matricola e il trasporto utilizzato”.
Di notevole interesse anche un diario scritto a Chiavari: si tratta del manoscritto di Don Luigi Pinamonti, Oblato di Maria Vergine, arrestato a Chiavari il 27 maggio 1944, deportato dopo brutali torture, con gli uomini di Vito Spiotta che lo consegnarono ai tedeschi per l’invio nei lager. Per sostenere i risultati della ricerca si sono utilizzati due saggi-memoria pubblicati pochi mesi dopo la Liberazione, scritti da deportati genovesi. Le due pubblicazioni sono caratterizzate da una forte amarezza e dolore, segnate da un forte pessimismo verso i responsabili di ciò che hanno vissuto a Mauthausen e Dachau.
“Questa ricerca – scrive nella prefazione Dario Venegoni, presidente nazionale dell’Aned – ha il merito di svelare un lato pressoché sconosciuto di località come Rapallo, Santa Margherita Ligure, Portofino e Camogli, che sono solitamente identificate con le vacanze, il buon clima, il mare, ma che sono state teatro, negli anni dell’occupazione nazista, di arresti, torture e deportazioni. Fu una stagione di violenze che oggi fatichiamo a immaginare, in luoghi che ci paiono impossibili da associare a tante brutture”.
Secondo Venegoni, ricerche come quella di Solari e di Viarengo sono “luci accese nel buio, mattoni che contribuiscono all’edificazione di un percorso di memoria di cui si avverte drammaticamente il bisogno, perché le donne e gli uomini di cui si racconta in questo volume furono tra coloro che pagarono il prezzo più alto per aver osato levare la propria voce contro la dittatura, per la libertà”.
‘Dimenticare sarebbe una colpa’: gli autori e l’editore ci danno un ottimo spunto per non commetterla, questa colpa.
La scheda
Bartolomeo Berto Solari e Giorgio Getto Viarengo
‘Deportati. Dimenticare sarebbe una colpa. La deportazione politica dal Tigullio – Golfo Paradiso’
Pagine 172
Internòs Edizioni