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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Le grandi opere necessarie per il futuro della Liguria: chi le vuole e chi no. Il destino dei liguri è nelle loro mani

La Liguria non ha bisogno dei cultori della decrescita ‘infelice’, del loro pessimismo cosmico, della loro sostanziale contrapposizione alla cultura del fare
Il progetto della Diga di Genova in uno dei plastici realizzati
Il progetto della Diga di Genova in uno dei plastici realizzati
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di ANTONIO GOZZI

Spesso ho la sensazione che i cittadini genovesi e liguri siano poco informati e non colgano la dimensione e l’importanza delle opere infrastrutturali che sono state finanziate e che sono in corso di realizzazione e Genova e nel resto della Liguria.

Più di 7 miliardi di euro di finanziamenti del PNRR e di Fondi complementari (una cifra mai vista prima) messi a disposizione di Genova e della Liguria dai Governi Conte, Draghi e Meloni grazie all’efficienza con la quale la gestione commissariale di Bucci ha ricostruito il ponte San Giorgio dopo la tragedia del crollo guadagnandosi reputazione e credibilità.

Si tratta di opere essenziali per il futuro economico e sociale del capoluogo e della regione tutta, che riguardano soprattutto trasporti e logistica e cioè le attività strategiche della Liguria e che possono consentire alla nostra terra di giocare un ruolo fondamentale economico, industriale e culturale nel bacino del Mediterraneo

Sono opere fondamentali per la crescita di cui abbiamo un grandissimo bisogno per contrastare isolamento e marginalizzazione della regione, invecchiamento della popolazione e drammatico calo demografico, fuga dei giovani formati nelle nostre scuole e Università. 

Ma proviamo a fare un sommario elenco di queste opere cercando di spiegarne per ciascuna l’importanza strategica.

1 – Diga portuale: un’opera gigantesca e impegnativa anche dal punto di vista ingegneristico, volta alla difesa delle attività portuali e in particolare all’accosto della grandi navi portacontenitori che saranno sempre di più il futuro dello shipping. Le opere sono in corso.

2 – Tunnel subportuale: si tratta, anche in questo caso, di un’opera particolarmente impegnativa e complessa destinata a collegare velocemente ovest e est della città e a liberare almeno una parte della sopraelevata. Una canna di oltre 16 metri di diametro tra le più grandi d’Europa. L’opera è stata avviata con il completamento dei lavori del lotto zero e l’inizio dello scavo.

3 – Interventi sul polo cantieristico di Sestri Ponente che diventerà il più grande del Mediterraneo, con 400 metri di banchina che consentirà la costruzione delle grandi navi, il superbacino, l’intervento su tutte le aree di manutenzione e refitting delle navi. Una struttura industriale e occupazionale di prima grandezza che darà da lavorare a più di 6000 addetti tra dipendenti Fincantieri e dipendenti delle ditte esterne dell’indotto.

4 – Il rifacimento e potenziamento di tutta la logistica ferroviaria di Sestri Ponente, con il raddoppio del binario, il potenziamento della stazione esistente e la realizzazione di due stazioni aggiuntive. L’intervento è volto da un lato a connettere in maniera efficiente tutta la zona industriale cantieristica con l’inland e, dall’altro, a  consentire collegamenti veloci con l’aeroporto e l’accesso al mare a popolazioni che fino ad ora erano completamente isolate e non potevano raggiungerlo. Inoltre l’allungamento delle stazioni permetterà di accogliere convogli merci fino a 750 metri di lunghezza. Si tratta della lunghezza standard europea dei grandi convogli merci inibita finora a Genova per carenze infrastrutturali. Tale miglioramento nella lunghezza dei convogli ottimizza i costi logistici rendendo la competizione del porto di Genova con i grandi porti del nord più agevole.

5 – Interventi per migliorare l’accessibilità portuale con la digitalizzazione di tutti i varchi realizzata da Leonardo che permetterà di avere un controllo doganale veloce ed efficiente. Ciò migliorerà sostanzialmente la logistica delle merci in entrata e in uscita dal porto di Genova in modo da rendere il servizio allineato in termini di efficacia ed efficienza con quello fornito dai grandi porti nord europei.

6 – Parco della Lanterna e riforestazione urbana. Tutto l’ex carbonile dell’Enel sarà trasformato in un grande parco urbano-portuale e gli edifici della vecchia centrale elettrica verranno riqualificati e diverranno la sede del Museo del mare.

7 – Skymetro: si è trovata la sistemazione tecnica del progetto nel confronto con il Consiglio Superiore dei LPP e la realizzazione dell’opera, completamente finanziata per 440 milioni di euro, dovrebbe iniziare a breve.

8 – Waterfront di levante completamente ultimato secondo il progetto di Renzo Piano che ospiterà anche una “fabbrica delle idee”, moderno acceleratore di start-up.

9 – Nuova Torre piloti praticamente terminata.

10 – Interventi in corso nella diga di Vado Ligure

11 – Sistemazioni idrogeologiche varie nelle provincie liguri

E potremmo proseguire a lungo con l’elencazione di moltissimi interventi minori finanziati e in corso di realizzazione o di prossima realizzazione. Da tigullino voglio ricordare il tunnel della Fontanabuona finanziato con lo stesso provvedimento che ha finanziato il tunnel subportuale di Genova. Il tunnel della Fontanabuona costituisce il primo pezzo di una futura Gronda di Levante.

Resta da risolvere il problema della copertura finanziaria della Gronda di Ponente rispetto al quale è necessario avere la massima convergenza politica per ottenere il finanziamento dell’opera e l’avvio dei lavori il più presto possibile.

Il tema della Gronda ci riporta, inevitabilmente, a ragionare sull’atteggiamento che talune forze politiche dello schieramento avverso a Bucci mantengono sulle grandi opere infrastrutturali. Un atteggiamento sostanzialmente contrario, che vede nella realizzazione di queste infrastrutture solo occasioni di malaffare, che non sa dare una risposta a quale debba essere una strategia volta a rendere la Liguria più competitiva, più attrattiva, più interconnessa. 

La Liguria non ha bisogno dei cultori della decrescita ‘infelice’, del loro pessimismo cosmico, della loro sostanziale contrapposizione alla cultura del fare. I liguri hanno bisogno di qualcuno che ci creda e ci metta la faccia, che si assuma responsabilità e oneri del duro lavoro di ricostruzione e rilancio. Come è stato per il ponte. 

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