Sono passate in cento anni e forse meno dal portare disgrazia al meritarsi il lungo corso, sommo riconoscimento per il capitano. Ne hanno macinato di strada, o meglio di onde, le donne veliste; sono diventate ‘marinaie’ mostrandosi abilissime nel destreggiarsi oltre le secche dei soliti pregiudizi.
La sfida
Ecco perché qualunque sia il risultato, qualsiasi piazzamento ottengano, le donne che da Venerdì 23 a Domenica 25 Marzo saranno in mare per la terza edizione della ‘Women’s Sailing Cup’, di scena a Chiavari – una regata tutta al femminile con 18 team provenienti da tutta Europa che si sfideranno nel golfo del Tigullio – meritano un’incondizionata lode. Tra esse spiccano per meriti pregressi, non perché più eguale delle altre secondo i soliti criteri maschilisti di orwelliana memoria, Anne-Soizic Bertin, campionessa internazionale di vela, medaglia al valore atletico del Coni; Lucia Pozzo, prima donna italiana comandante di barche oceaniche e scrittrice; Alexia Barrier, campionessa e navigatrice in solitaria, vincitrice della mini-Transat.
Di Anne-Soizic va taciuto l’indiscutibile fascino per non aumentare il gender gap (chi ha mai disquisito sulla venustà di Soldini? Chi osa ricordare a Paul Cayard che è parecchio macho?) e va invece sottolineato il cursus honorum che le ha consentito di scalare posizioni su posizioni nella reputazione velistica mondiale con una vita dedicata al mare partendo dalla natia Bretagna per approdare al Belpaese in un’escalation di successi e riconoscimenti.
La storia
Certo la parte della sua storia che si svolge Oltralpe ha del fantascientifico per gli standard nostrani. “Ho potuto iniziare a andare in mare a otto anni, ho potuto frequentare l’accademia velica francese nella mia regione, dopo due anni mi sono diplomata e ho subito trovato lavoro. Sono andata via dalla mia Bretagna e mi sono sistemata a Nizza dove ho gestito una scuola vela per 5 anni, lavorando soprattutto con i giovani. E poi ho allestito un equipaggio per i match race tutto al femminile. Si è creato un legame fortissimo”.
Del quale solo le donne sembrano capaci nella vela, mondo dove i galli bordeggiatori spesso e volentieri si beccano senza ritegno… La ‘rovina’ di Bertin è stata incontrare e innamorarsi di un italiano in una regata transatlantica. Lo ha seguito nel nostro paese, vi si è stabilita, ha messo su famiglia (due figlie) senza mai diventare sorda al richiamo del mare.
L’incontro
Esperienze lavorative importanti, sino a incontrare Ivana Quattrini, marketing communication manager e co ideatrice con Anne-Sozic della Women’s Sailing Cup & Academy: “Perché non può e non deve bastare una regata tra noi ragazze. Vogliamo gareggiare, confrontarci con i migliori, e, possibilmente vincere. Per questo dopo aver ottenuto importanti successi in team dove ero l’unica donna, ho deciso di partecipare a campionati europei e mondiali con una squadra ‘rosa’. E ce l’abbiamo fatta, sono arrivati podi e medaglie”.
Il Girl Power in salsa marinara se la ride delle superstizioni e del disincanto del sesso cosiddetto forte.
DANILO SANGUINETI