di DANILO SANGUINETI
Osservate il disegno di un bambino. Le mezze tinte, le colorazioni fosche, gli sfondi cupi sono banditi, il chiaroscuro appartiene alla età adulta, quando l’innocenza è perduta. Abbiamo, oggi più che mai, un estremo bisogno di ritrovare quella sensibilità coloristica, e ne hanno estremamente bisogno loro, i pargoli.
È ironico che del futuro discutano coloro che non ne saranno protagonisti mentre chi deve ancora mettersi al centro della scena assiste innocente all’imperante balletto di egoismo e ottusità. Maria Montessori diceva che i bambini non devono scoprire, ma “essere scoperti” nella loro spontaneità e nella loro autenticità. A patto che siano messi in condizione di formare la loro personalità in un ambiente a loro misura. E dove potrebbero trovare posto migliore che un sito en plein air, appartato e solatio, curato e lussureggiante di verzura, creato dall’Associazione l’Albero Maestro in località Sant’Andrea di Foggia sulle alture di Rapallo?
Una scuola-asilo-comunità che professa idee e adotta modalità di insegnamenti così originali e interessanti da far sorgere il dubbio che sia realmente nel Tigullio. Un idillio nei campi, una bucolica pedagogia che colpisce per l’approccio poco convenzionale quanto sensibilmente stimolante.
All’origine dell’avventura c’è Vittoria Brioschi, che si autodenuncia come chioccia inguaribile: “Oggi, a 50 anni appena compiuti, sono mamma di sei figli di età compresa tra i 27 ed i 6 anni. Cosa ho fatto nella vita? Cresciuto bambini da quando ero bambina io stessa, una vocazione a stare con i piccoli, a prendermene cura che non ho mai tradito”.
L’Albero Maestro è la stazione finale di un tragitto lunghissimo. Ed un approdo che è summa e coronamento delle esperienze precedenti: “Questa associazione di promozione sociale si occupa di Outdoor Education per bambini dai 5 anni di età in su. A Sant’Andrea però c’è molto di più: il progetto ‘Asilo nel Bosco’ dai 3 ai 6 anni, il progetto ‘LIA (Libertà Impegno Autonomia)’, scuola nel ‘Bosco Parentale’ dai 6 ai 10 anni, il progetto ‘Sempre Più Fuori’ (in ogni senso, ndr) inaugurato in questa estate 2020 per bimbi dai 3 anni in su, infine ‘Giornate in Natura’ per mamme e papà”.
Alt, qui siamo ben oltre alla scuola privata, c’è in ballo qualcosa di più ampio. “È vero, ho fatto anche quello, gestito un asilo in collaborazione con l’amministrazione comunale, poi cinque anni fa ho incontrato questa associazione e queste idee e mi ci sono ritrovata in pieno. In sintesi estrema riavvicinare alla natura bambini ed adulti, considerando l’importanza che l’ambiente svolge per la vita dell’uomo e il suo benessere. Contribuire attivamente alla diffusione di un sano atteggiamento di rispetto nei confronti degli animali. Promuovere l’impiego del tempo libero attraverso iniziative culturali, turistiche, ricreative ed anche sportive al fine di contribuire all’elevazione civica e sociale degli associati. Organizzare corsi, seminari, laboratori, incontri, dibattiti ed eventi al fine di favorire lo scambio di esperienze e la condivisione di risorse ed informazioni”.
Nella factory sulle alture di Rapallo piccoli e grandi allievi imparano a convivere con gli animali da cortile e con gli animali che da sempre sono compagni di vita dell’essere umano, nel rispetto dei loro spazi e non al fine di sfruttarli (cani, gatti, galline, caprette etc). “Viene praticata ogni forma di attività utile a questo scopo (pet therapy, tecniche di rilassamento e attività educative con adulti in difficoltà, disabili, minori etc.). Gli inglesi la chiamano Homeschooling, un progetto educativo sperimentale a contatto con la natura e all’aria aperta”.
Sin da subito ha funzionato; nella situazione inattesa quanto particolare nella quale siamo immersi, le si aprono inattese potenzialità. “Sia chiaro che nessuno è così pazzo da gioire per la pandemia, siamo invece ben felici che il nostro approccio possa avvenire in totale sicurezza per i nostri allievi e per le loro famiglie. Sinché dura la bella stagione potremo stare all’aria aperta e quindi, sempre mantenendo le precauzioni e il distanziamento sociale, garantire apprendimento e divertimento senza rischi”.
Vittoria non è sola: “Collaboratori e collaboratrici fisse, bravissime, oltre il sostegno della famiglia (suo marito è Massimo Costa, gloria del calcio locale, Lavagnese e Rapallo nel suo passato ndr) e di altri ospiti che vengono a farci lezioni di riciclaggio, di lingue straniere, oltre a spettacoli di clowneria e giocoleria. Tutto nell’ottica della scuola verde”.
Una realtà pedagogica relativamente nuova in Italia, originariamente diffusa soprattutto nei Paesi dell’Europa centrale e settentrionale. Il primo Asilo nel Bosco è nato negli anni ’50 in Danimarca. Questa pratica educativa, che conta una storia che dura ormai da mezzo secolo, questa tipologia di ‘asilo’ ha come principale peculiarità lo svolgimento delle attività nel contesto naturale e l’assenza di un edificio, si è diffusa soprattutto nei Paesi del Nord: paradossalmente, dove il clima è più rigido, i bambini trascorrono molte più ore all’aperto rispetto ai Paesi mediterranei.
“Nell’Asilo nel Bosco – conferma Vittoria – la classe, intesa come spazio chiuso e sempre uguale, scompare e lascia il posto all’ambiente esterno ricco di stimoli. I bambini ‘imparano facendo’ attraverso diverse esperienze che stimolano la curiosità, l’immaginazione, l’autonomia e la creatività. Nel bosco forse non possono imparare tutto, ma imparano le cose fondamentali: a muoversi, ad ascoltare, a vedere, a toccare, a sentire, ad affrontare gli imprevisti, ad aiutarsi. Imparano la complessità delle relazioni che legano tutti gli esseri viventi sul pianeta, imparano la dimensione del passare e tornare del tempo, e del cambiamento che condiziona tutta la nostra esistenza”.
Una visione di respiro così ampio da togliare il fiato, ma non ai coraggiosi: “Abbiamo collaborazioni con associazioni sul territorio esperte in vari settori, sentiamo attorno a noi una stima e una fiducia crescenti e questo ci carica ulteriormente”.
Se è un’utopia, ha una concretezza che altri orientamenti scolastici cosiddetti pragmatici neppure riescono a immaginare. E in ogni caso lasciamoli sognare questi bambini! Ne hanno parecchio bisogno. I prati di Sant’Andrea sarebbero perfetti per accogliere il Piccolo Principe, lo stesso Saint-Exupéry alzerebbe il pollice.