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Giovedì, 25 maggio 2023 - Numero 271

La scienza ambientale e le sue applicazioni: il laboratorio Labia di Sestri Levante

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di DANILO SANGUINETI

La scienza ci ha portati a questo punto, e non è un buon punto, la scienza ci potrà tirarne fuori. La strada del luddismo in salsa verde oltranzista – torniamo al traino animale e al riscaldamento con bracieri e forni – è impraticabile, la storia non procede all’incontrario. Alle grandi sfide l’uomo ha sempre risposto innovando.

Considerazioni che dovrebbero far convergere migliori capacità, risorse finanziarie notevoli e adeguata informazione su una branca dell’ingegneria che è, inutile mentire, ignota ai più. Quella ambientale formata da laureati che hanno specifiche competenze sulle materie ‘ambiente’ e ‘territorio’.

Per chi è abituato ad associare il tecnico più tecnico che ci sia – colui che usa ‘l’ingegno’ e padroneggia la scienza per costruire, creare, collaudare, sanare, programmare, macchine, costruzioni e algoritmi – ai campi meccanico, chimico, navale, idraulico, informatico può risultare scioccante apprendere che esiste un ‘Mister Green’ associato al titolo di ‘Ing.’. Mai come nel caso dell’ingegneria ambientale la definizione di tecnica che applica nel concreto ciò che la teoria scientifica rivela e inventa risulta riduttiva. L’ingegner Marco Massa, titolare dello studio Labia (acronimo di Laboratorio di Ingegneria Ambientale) che ha sede in via Sara 43 a Sestri Levante, alza gli occhi al cielo quando incappa nell’ennesimo ‘Ma lei in concreto di che cosa si occupa?’.

“Ci sono abituato, meglio, direi rassegnato nonostante sia uscito dall’Università di Genova nel 1995 con una laurea in ingegneria ambientale (uno tra i primi in ordine cronologico e pure di merito dato il 110 apposto sotto la sua tesi, ndr). Per non prenderla troppo alla larga e arrivare ai ‘massimi sistemi’ preferisco elencare le mie attività e i campi di intervento: assistenza alle imprese e al privato per vigilare e sistemare acustica di cantiere ed architettonica, vibrazioni hav e wbv, Dvr, rischio chimico, progettazione civile, le detrazioni 65% grazie al risparmio energetico in edilizia, diagnosi energetiche, progettazione impianti per fonti rinnovabili, impianti elettrici e termoidraulici, modellazione edifici 3d, computi metrici estimativi, direzione lavori”.

Si resta ancora perplessi? Il pazientissimo Massa spiega e descrive. “Nel dettaglio Labia può eseguire collaudi strumentali acustici ed energetici, termografie, monitoraggi acustici, certificazioni e nulla osta ambientali, occuparsi della gestione dei rifiuti, degli albi gestori ambientali, autotrasporto cp e ct, emissioni nell’atmosfera, scarichi e depurazione reflui, valorizzazione scarti agricoli”.

L’ultimo campo, accennato quasi di sfuggita, in realtà ha visto l’ingegnere sfoderare un paio di invenzioni niente male. Ne parla con nonchalance, in realtà si tratta di un procedimento che potrebbe avere ricadute economiche spettacolari. “Detto sbrigativamente, ho messo a punto un procedimento per riutilizzare la sansa (la materia solida che rimane dopo le procedure di spremitura e/o frantumazione di olive, uva o altra frutta, ndr) per separarla e usarla come combustibile”. La sansa usualmente viene sottoposta a 2 o 3 procedimenti a ripetizione, detti ‘ripassamenti’. La sansa esausta è la materia che, esaurite le frazioni liquide, non si presta ad ulteriori ripassamenti.

Invece Marco Massa – che non a caso 17 anni fa ottenne il premio Energethica in un concorso regionale – sapendo che il ‘nocciolino puro’ estratto dalla sansa si presenta come ottimo combustibile, di facile impiego e dotato di un elevato potere calorico, da usare in alternativa al legno in pellet per bruciatori e stufe, ha trovato come utilizzarlo guadagnandoci. “Il prezzo di mercato è assai inferiore a quello del pellet e il suo potere calorifico è paragonabile, soprattutto se messo in commercio con percentuale di umidità bassa. Inoltre se si scegliesse questa via in posti dove la produzione di olio è rilevante, vedi il nostro Tigullio, si eviterebbe di dover spedire gli scarti della lavorazione ai centri di raccolta: segnalo che la Liguria deve servirsi del centro di Castelfiorentino, piccolo e quasi sempre al top della capacità, e subito dopo di quello a Cisterna di Latina, con aggravio dei costi e maggior inquinamento per il trasporto”.

È evidente la passione che prevale persino sulla preparazione. Il suo cursus honorum d’altra parte funziona benissimo come storia della nuova branca dell’ingegneria: laureato a 24 anni, le prime esperienze professionali con e nelle amministrazioni statali e locali, ben presto si rese conto che sarebbe dovuto venire a patti con la sua coscienza.

“Troppi compromessi in un campo che ne ammette pochissimi. Non sono un estremista ma ritengo che quando si parla di ambiente e di ecologia in troppi parlino senza sapere. E se lo fanno coloro che dirigono la macchina statale allora diventa un problema. Proprio per questo ho fondato Labia”. Anche in questo caso il tempo e la consapevolezza lo hanno aiutato in una cernita degli interventi e la scelta della clientela: “Labia nasce nel 2000 con alle spalle una sola missione: essere un punto di riferimento per l’Ambiente inteso a 360 gradi. I rapporti con le aziende, piccole, medie e pure grandi, non si sono interrotti ma oggi preferiamo agire da esterni, da terzi indipendenti. E curiamo gli interessi dei privati, spesso singoli cittadini. Ci rivolgiamo ad ognuno dei nostri clienti con approcci rigorosi, per capire le necessità del cliente nel pieno rispetto dalla normativa ambientale. Anche se siamo molto cresciuti dalla nostra apertura, abbiamo gli stessi principi del primo giorno. Uno staff di collaboratori ci permette inoltre di organizzare gruppi di lavoro competenti nel campo dell’architettura, del Catasto dei terreni e degli edifici, così come imprese qualificate in ogni settore di competenza”.

Il razionale Massa rivela un approccio eterodosso alla sua missione: “La passione e il rispetto per l’ambiente mi ha condotto ad applicare la formazione tecnica ricevuta in svariati campi pubblici e privati, ricevendo molteplici encomi. Applico il principio enunciato da G.B. Vico ‘Verum est factum’ alle soluzioni proposte al cliente: provo personalmente le applicazioni e ne traggo conclusioni dirette”.

L’Ing. Massa ha come motto forse l’aforisma meno noto di G.B. Vico, associato da generazioni di studenti liceali alla logora formuletta ‘Corsi e ricorsi della storia’. Invece fece fare un balzo alla epistemologia sostenendo che solo ‘in ciò che si fa c’è la verità’. A distanza di due secoli e mezzo si può sostenere che abbia visto giusto. Il retaggio della specie Homo Sapiens è quello di andare avanti senza curarsi di quanto avviene alle sue spalle. Una forza espansionistica irrefrenabile che però non può più essere lasciata scorrere a briglia sciolta. L’intero pianeta è a rischio collasso e se non è ipotizzabile una inversione di rotta – realisticamente inattuabile rammentando gli antefatti e le possibili conseguenze sul piano sociopolitico – è necessaria una correzione nel piano di ‘navigazione’. Giocando su una considerazione tutto sommato banale: ciò che ha spinto l’umanità sull’orlo del baratro – intuizione, sperimentazione, espansione, curiosità e fantasia unite a una capacità di organizzare che non ha eguali – potrebbe anche essere ciò che getta un ponte sopra il burrone senza fondo. Non siamo né i più forti, né i più rapidi sulla Terra; la differenza è fatta dalla nostra capacità, unica tra le specie viventi e pensanti, di costruire strumenti che riusciamo nel tempo ad affinare. Un martello è un martello. Che faccia del bene o del male dipende dal possessore e dall’oggetto usato come bersaglio.

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